MS10.4.
Il caso dell’Obesità Omeostatica: Come superare resistenze e rimozioni
Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute. U.C.O. di Clinica Medica Generale e Terapia Medica. Università degli Studi di Trieste. Ospedale di Cattinara, Trieste
Situlin R
Premesse/Introduzione. Il successo a lungo termine della terapia medica dell’obesità è ostacolato da elevati livelli di drop out e dal recupero del peso perso, sostenuto da fattori biologici, comportamentali e psicologici. La molteplicità e la complessità dei cambiamenti richiesti (alimentazione, attività fisica, farmaci e talora relazioni sociali), l’esperienza di fallimenti precedenti e la ricerca di obiettivi indipendenti dal calo di peso, mantengono nei pazienti obesi un’elevata ambivalenza verso la terapia. Un atteggiamento direttivo può incrementare ulteriormente le resistenze. Gli interventi di motivazione al cambiamento (IM) sono di particolare interesse, tenuto conto della grave crisi di risorse sanitarie e sociali, prevista in molti paesi, per affrontare il problema dell’obesità e delle sue complicanze.
Conoscenze. Il razionale degli IM trova fondamento in diverse teorie, tra cui le più note sono la Health belief model, la Social cognitive theory (SCT) e la self-determination theory. Componenti di questi modelli teorici sono risultate predittive di calo ponderale a breve e a lungo termine.
Indicazioni per l’utenza. Gli IM permettono di adattare il processo terapeutico alle priorità e risorse del singolo paziente e dovrebbero quindi far parte dell’offerta terapeutica ai pazienti sovrappeso.
Obiettivi. Gli IM hanno l’obiettivo di incrementare l’adesione alla terapia individuale o di gruppo, modificare comportamenti alimentari e di attività fisica e favorire il calo di peso e il controllo delle complicanze.
Aspetti metodologici.Gli IM, riportati in letteratura, differiscono per durata, intensità, settings, tipologia e livello di training degli operatori coinvoltied eventuale utilizzo di tecnologie mediatiche (telefonia, internet, virtual reality).
Considerazioni personali. Gli IM per essere efficaci richiedono l’acquisizione di specifiche abilità e di un buon livello di adesione alle tecniche e allo spirito motivazionali. Gli IM nella terapia dell’obesità, tenuto conto dei limiti delle risorse disponibili, dovrebbero essere utilizzati non solo in area specialistica ma anche nell’ambito della medicina di base e della prevenzione.
Interpretazioni personali. Aspetti degli IM che rimangono aperti sono l’”estendibilità” dalla sperimentazione alla pratica clinica, la scelta del momento di applicazione (prima dell’inizio della terapia, nei momenti di plateau del calo di peso, nel passaggio a fasi meno intensive della terapia) e le modalità pratiche più efficaci nei diversi ambiti.
Risultati. Gli IM si sono dimostrati efficaci nel favorire il consumo di frutta e verdura. I livelli di attività fisica aumentano nel breve termine ma non a distanza di tempo. Nei soggetti obesi gli IM incrementano la compliance al trattamento e il calo di peso ed in donne obese diabetiche migliorano il controllo glicemico. L’efficacia degli interventi è più elevata se gli IM vengono condotti da psicologi o medici mentre è più bassa con altri operatori, inoltre migliora con il numero degli interventi. I risultati della letteratura sembrano offrire sufficiente evidenza scientifica sull’utilità degli IM nel trattamento dell’obesità e delle sue complicanze.
Bibliografia.
1. Van Dorsten B (2003) “The use of motivational interviewing in weight loss” Curr DiabRep 7, 386–90.
2. DiLillo V, Siegfried NJ, Smith-West D (2003) “Incorporating motivational interviewing into behavioral obesity treatment” Cogn Behav Pract 10, 120–30
3. Webber KH, Tate DE, Ward DS, Bowling JM (2010) “Motivation and its relationship to adherence to self-monitoring and weight loss in a 16-week internet behavioral weight loss intervention” J Nutr Educ Behav 42, 161-167
4. Riva G (2011) “The key to unlocking the virtual body: virtual reality in the treatment of obesity and eating disorders” Diabetes Sci Technol 5, 283-92
Il caso dell’Obesità Omeostatica: Come superare resistenze e rimozioni
Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute. U.C.O. di Clinica Medica Generale e Terapia Medica. Università degli Studi di Trieste. Ospedale di Cattinara, Trieste
Situlin R
Premesse/Introduzione. Il successo a lungo termine della terapia medica dell’obesità è ostacolato da elevati livelli di drop out e dal recupero del peso perso, sostenuto da fattori biologici, comportamentali e psicologici. La molteplicità e la complessità dei cambiamenti richiesti (alimentazione, attività fisica, farmaci e talora relazioni sociali), l’esperienza di fallimenti precedenti e la ricerca di obiettivi indipendenti dal calo di peso, mantengono nei pazienti obesi un’elevata ambivalenza verso la terapia. Un atteggiamento direttivo può incrementare ulteriormente le resistenze. Gli interventi di motivazione al cambiamento (IM) sono di particolare interesse, tenuto conto della grave crisi di risorse sanitarie e sociali, prevista in molti paesi, per affrontare il problema dell’obesità e delle sue complicanze.
Conoscenze. Il razionale degli IM trova fondamento in diverse teorie, tra cui le più note sono la Health belief model, la Social cognitive theory (SCT) e la self-determination theory. Componenti di questi modelli teorici sono risultate predittive di calo ponderale a breve e a lungo termine.
Indicazioni per l’utenza. Gli IM permettono di adattare il processo terapeutico alle priorità e risorse del singolo paziente e dovrebbero quindi far parte dell’offerta terapeutica ai pazienti sovrappeso.
Obiettivi. Gli IM hanno l’obiettivo di incrementare l’adesione alla terapia individuale o di gruppo, modificare comportamenti alimentari e di attività fisica e favorire il calo di peso e il controllo delle complicanze.
Aspetti metodologici.Gli IM, riportati in letteratura, differiscono per durata, intensità, settings, tipologia e livello di training degli operatori coinvoltied eventuale utilizzo di tecnologie mediatiche (telefonia, internet, virtual reality).
Considerazioni personali. Gli IM per essere efficaci richiedono l’acquisizione di specifiche abilità e di un buon livello di adesione alle tecniche e allo spirito motivazionali. Gli IM nella terapia dell’obesità, tenuto conto dei limiti delle risorse disponibili, dovrebbero essere utilizzati non solo in area specialistica ma anche nell’ambito della medicina di base e della prevenzione.
Interpretazioni personali. Aspetti degli IM che rimangono aperti sono l’”estendibilità” dalla sperimentazione alla pratica clinica, la scelta del momento di applicazione (prima dell’inizio della terapia, nei momenti di plateau del calo di peso, nel passaggio a fasi meno intensive della terapia) e le modalità pratiche più efficaci nei diversi ambiti.
Risultati. Gli IM si sono dimostrati efficaci nel favorire il consumo di frutta e verdura. I livelli di attività fisica aumentano nel breve termine ma non a distanza di tempo. Nei soggetti obesi gli IM incrementano la compliance al trattamento e il calo di peso ed in donne obese diabetiche migliorano il controllo glicemico. L’efficacia degli interventi è più elevata se gli IM vengono condotti da psicologi o medici mentre è più bassa con altri operatori, inoltre migliora con il numero degli interventi. I risultati della letteratura sembrano offrire sufficiente evidenza scientifica sull’utilità degli IM nel trattamento dell’obesità e delle sue complicanze.
Bibliografia.
1. Van Dorsten B (2003) “The use of motivational interviewing in weight loss” Curr DiabRep 7, 386–90.
2. DiLillo V, Siegfried NJ, Smith-West D (2003) “Incorporating motivational interviewing into behavioral obesity treatment” Cogn Behav Pract 10, 120–30
3. Webber KH, Tate DE, Ward DS, Bowling JM (2010) “Motivation and its relationship to adherence to self-monitoring and weight loss in a 16-week internet behavioral weight loss intervention” J Nutr Educ Behav 42, 161-167
4. Riva G (2011) “The key to unlocking the virtual body: virtual reality in the treatment of obesity and eating disorders” Diabetes Sci Technol 5, 283-92