MS01.3.
Clinica Psichiatrica, Università “Federico II” di Napoli
La terapia di gruppo per i genitori delle pazienti con DA all’interno di una clinica universitaria
Senatore I
Premessa.L’idea di proporre alle pazienti affette da DCA che afferiscono alla Clinica Psichiatrica del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”una terapia di gruppo è nata circa dodici anni fa frutto della consapevolezza che il loro mondo emozionale offre spesso, negli incontri individuali, pochi varchi d’accesso. Una delle caratteristiche specifiche di queste pazienti è legata proprio alle loro difficoltà a poter introiettare l’equipe curante e di poter accedere solo a livello fantasmatico ad una relazione terapeutica. Partendo da tali presupposti è stata intrapresa anni fa un’esperienza di gruppo (aperto e non preselezionato, a cadenza settimanale) orientata in senso psicodinamico è condotto da un terapeuta “leader” e da una specializzanda che svolge il ruolo di osservatore attivo e di co-terapista, da affiancare al trattamento individuale.
Descrizione. Sulla scorta di questa esperienza, dal 2010, è nata l’idea di proporre con le stesse modalità un gruppo per i genitori delle pazienti DCA, a cadenza bi-settimanale. La scelta di proporre loro un percorso terapeutico in gruppo è stata dettata dalla consapevolezza che le loro interazioni, spesso disfunzionali, influenzano negativamente le condotte alimentari delle pazienti, amplificandone i comportamenti autodistruttivi.
Risultati.Dopo le iniziali resistenze, nel corso dei primi incontri, i genitori partecipanti al gruppo tendevano, difensivamente, a scotomizzare le proprie emozioni ed erano spinti a spostare la loro attenzione sulle loro figlie, affette da DCA. Nel corso del tempo sono stati resi possibili dei sostanziali movimenti emotivi in virtù delle caratteristiche insite dalla funzione gruppale (sostegno, contenimento, rispecchiamento, valenza nutritiva, individuazione/ differenziazione). E se i primi incontri erano dominati da un silenzio pesante ed imbarazzante e/o da comunicazioni di “servizio” nel tempo, i singoli partecipanti al gruppo, dopo aver relegato sullo sfondo i riferimenti alle figlie anoressiche, hanno cominciato a relazionarsi tra di loro, lasciando che le parti più sommerse della loro mente venissero a galla fino a sentirsi sempre “pazienti”. Sono emerse storie di abusi infantili, relazioni conflittuali con il loro genitori, tradimenti, gravi difficoltà economiche ed altri elementi che hanno minato e messo in crisi la loro identità genitoriale. Legami affettivi sfilacciati, genitori periferici e nell’ombra, madri intrusive ed anaffettive, padri distanti emotivamente sono questi gli scenari familiari all’interno dei quali si muove l’universo affettivo della paziente anoressica. L’attività terapeutica di gruppo prosegue a tutt’oggi ed oltre a confermarci la validità della nostra intuizione ci ha confermato che se i genitori delle pazienti DCA sono sostenuti emotivamente e si offre loro uno spazio di ascolto l’intero sistema familiare ne trae beneficio ed in primis, la paziente anoressica.
Bibliografia
1. Bauleo A (2000) “Psicoanalisi e gruppalità” Roma, Borla
2. Foulkes SH (1976) “La psicoterapia gruppo analitica” Roma, Astrolabio
3. Rouchy JC (2000) “Il gruppo spazio analitico” Roma, Borla
4. Senatore I (2010) “Cinema, mente e corpo” Milano, Zephyro Editore
Clinica Psichiatrica, Università “Federico II” di Napoli
La terapia di gruppo per i genitori delle pazienti con DA all’interno di una clinica universitaria
Senatore I
Premessa.L’idea di proporre alle pazienti affette da DCA che afferiscono alla Clinica Psichiatrica del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”una terapia di gruppo è nata circa dodici anni fa frutto della consapevolezza che il loro mondo emozionale offre spesso, negli incontri individuali, pochi varchi d’accesso. Una delle caratteristiche specifiche di queste pazienti è legata proprio alle loro difficoltà a poter introiettare l’equipe curante e di poter accedere solo a livello fantasmatico ad una relazione terapeutica. Partendo da tali presupposti è stata intrapresa anni fa un’esperienza di gruppo (aperto e non preselezionato, a cadenza settimanale) orientata in senso psicodinamico è condotto da un terapeuta “leader” e da una specializzanda che svolge il ruolo di osservatore attivo e di co-terapista, da affiancare al trattamento individuale.
Descrizione. Sulla scorta di questa esperienza, dal 2010, è nata l’idea di proporre con le stesse modalità un gruppo per i genitori delle pazienti DCA, a cadenza bi-settimanale. La scelta di proporre loro un percorso terapeutico in gruppo è stata dettata dalla consapevolezza che le loro interazioni, spesso disfunzionali, influenzano negativamente le condotte alimentari delle pazienti, amplificandone i comportamenti autodistruttivi.
Risultati.Dopo le iniziali resistenze, nel corso dei primi incontri, i genitori partecipanti al gruppo tendevano, difensivamente, a scotomizzare le proprie emozioni ed erano spinti a spostare la loro attenzione sulle loro figlie, affette da DCA. Nel corso del tempo sono stati resi possibili dei sostanziali movimenti emotivi in virtù delle caratteristiche insite dalla funzione gruppale (sostegno, contenimento, rispecchiamento, valenza nutritiva, individuazione/ differenziazione). E se i primi incontri erano dominati da un silenzio pesante ed imbarazzante e/o da comunicazioni di “servizio” nel tempo, i singoli partecipanti al gruppo, dopo aver relegato sullo sfondo i riferimenti alle figlie anoressiche, hanno cominciato a relazionarsi tra di loro, lasciando che le parti più sommerse della loro mente venissero a galla fino a sentirsi sempre “pazienti”. Sono emerse storie di abusi infantili, relazioni conflittuali con il loro genitori, tradimenti, gravi difficoltà economiche ed altri elementi che hanno minato e messo in crisi la loro identità genitoriale. Legami affettivi sfilacciati, genitori periferici e nell’ombra, madri intrusive ed anaffettive, padri distanti emotivamente sono questi gli scenari familiari all’interno dei quali si muove l’universo affettivo della paziente anoressica. L’attività terapeutica di gruppo prosegue a tutt’oggi ed oltre a confermarci la validità della nostra intuizione ci ha confermato che se i genitori delle pazienti DCA sono sostenuti emotivamente e si offre loro uno spazio di ascolto l’intero sistema familiare ne trae beneficio ed in primis, la paziente anoressica.
Bibliografia
1. Bauleo A (2000) “Psicoanalisi e gruppalità” Roma, Borla
2. Foulkes SH (1976) “La psicoterapia gruppo analitica” Roma, Astrolabio
3. Rouchy JC (2000) “Il gruppo spazio analitico” Roma, Borla
4. Senatore I (2010) “Cinema, mente e corpo” Milano, Zephyro Editore