MS01.5.
Centro per i Disturbi Alimentari, S.Vito al Tagliamento, ASL n.6 “Friuli occidentale”
I familiari e i DA: caratteristiche dei partner e della coppia in cui c'è una persona affetta da DA, implicazioninella vita di coppia e per l'evoluzione/mantenimento del DA, strategie terapeutiche
Luxardi GL
Premesse. Le NICE guidelines del 2004 raccomandano che la maggior parte dei pazienti con disturbi alimentari dovrebbero essere trattati a livello ambulatoriale. Questo pone la famiglia sulla linea del fronte. Le famiglie normalmente lamentano di avere insufficienti informazioni e abilità per gestire questo ruolo. La vita con una persona affetta da disturbo alimentare è associata ad una ridotta qualità della vita. Inoltre le reazioni emotive ai sintomi alimentari possono avere un effetto di mantenimento del problema. Queste considerazioni pongono con forza l’esigenza di un approccio familiare all’assessment e al trattamento.
Introduzione: gli approcci family-based hanno mostrato una buona efficacia nel trattamento di pazienti giovani, non cronici con anoressia nervosa. Pochi studi hanno invece interessato i trattamenti familiari negli adulti.
Conoscenze. Lo stereotipo secondo cui le persone affette da AN non costruiscono rapporti di coppia e non hanno figli ha mostrato scarso fondamento. Al contrario, una porzione significativa dei soggetti adulti che richiedono un trattamento per AN ha una relazione affettiva durevole. Oltre a ciò, negli studi sulla recovery, le pazienti enfatizzano il ruolo del partner nel processo di miglioramento. Ci sono alcuni studi che descrivono le problematiche matrimoniali conseguenti all’esistenza di un DA, altri che indicano l’insorgenza di un DA come una conseguenza del distress dovuto ad una relazione coniugale disfunzionale. La risoluzione del disturbo alimentare sembra generalmente portare ad un miglioramento della vita matrimoniale ma viene segnalata anche la difficoltà del partner a dover abbandonare il ruolo di helper e quindi dover rinegoziare la relazione. Se una relazione affettiva supportiva appare funzionale alla recovery, la letteratura mostra come sofferenza, ostilità e criticismo siano da considerare fattori predittivi di esito negativo.
Opinioni Personali. L’osservazione clinica induce a pensare che spesso, nella scelta del partner, giochino fattori legati a proprie fragilità e debolezze. Un compagno che appare comprensivo e tollerante nei confronti della malattia della propria compagna può in realtà essere a proprio agio proprio per effetto della relazione sbilanciata. Non è raro osservare relazioni di anni che si rompono nel momento in cui la paziente riesce a recuperare una sufficiente stabilità e autonomia. Anche nelle relazioni in cui il partner mostra invece rabbia e ostilità per l’inadeguatezza della paziente designata non è raro osservare un recupero di autonomia di quest’ultima nel momento in cui la relazione finisce, magari per mostrarsi nuovamente sintomatica con l’inizio di una nuova relazione. E’ possibile ipotizzare che il comportamento di malattia connesso al disturbo concorra alla costituzione e al mantenimento della relazione stessa.
Conclusioni. Un intervento mirato a sostenere il partner nello sviluppo di atteggiamenti e comportamenti adeguati rappresent una componente importante del trattamento di un disturbo alimentare in un soggetto adulto. Gli ambiti di lavoro riguardano la comunicazione, la sessualità all’interno della coppia e più in generale la gestione del carico familiare sostenuto dal coniuge. Gli interventi possono avere focalizzazioni diverse: il partner può essere aiutato ad assumere il ruolo di co-terapeuta, che facilita lo svolgimento dei compiti del paziente designato; possiamo avere un intervento focalizzato sul disturbo, dove si lavora sulla relazione, ma solo per quanto concerne la gestione del disturbo, al fine di contrastare gli atteggiamenti che possono avere la funzione di mantenere il problema; infine, si può accedere ad una terapia di coppia che focalizzi la relazione e secondariamente la gestione dei sintomi. In ogni caso, nell’ambito del trattamento di coppia nel paziente adulto con DA ci sono poche indicazioni operative ed è necessaria la messa a punto di metodologie adeguate.
Bibliografia.
1. Woodside DB et al (2000) “Marriage in eating disorders Comparisons between patients and spouses and changes over the course of treatment” J Psych Res 49, 165- 168
2. Tozzi F, Sullivan PF, Fear JL, Mckenzie J, Bulik CM (2003) “Causes and recovery in anorexia nervosa: the patient’s perspective” Int J Eating Disord 2003;33:143–154.
3. Baucom DH, Shoham V, Mueser KT, Daiuto AD, Stickle TR (1998) “Empirically supported couple and family interventions for marital distress and adult mental health problems” J Consult Clin Psychol 66, 53–88.
4. Bulik CM, Baucom DH, Kirby JS, Pisetsky E (2011) “Uniting Couples (in the treatment of) Anorexia Nervosa (UCAN)! Int J Eat Disord 44, 19–28
Centro per i Disturbi Alimentari, S.Vito al Tagliamento, ASL n.6 “Friuli occidentale”
I familiari e i DA: caratteristiche dei partner e della coppia in cui c'è una persona affetta da DA, implicazioninella vita di coppia e per l'evoluzione/mantenimento del DA, strategie terapeutiche
Luxardi GL
Premesse. Le NICE guidelines del 2004 raccomandano che la maggior parte dei pazienti con disturbi alimentari dovrebbero essere trattati a livello ambulatoriale. Questo pone la famiglia sulla linea del fronte. Le famiglie normalmente lamentano di avere insufficienti informazioni e abilità per gestire questo ruolo. La vita con una persona affetta da disturbo alimentare è associata ad una ridotta qualità della vita. Inoltre le reazioni emotive ai sintomi alimentari possono avere un effetto di mantenimento del problema. Queste considerazioni pongono con forza l’esigenza di un approccio familiare all’assessment e al trattamento.
Introduzione: gli approcci family-based hanno mostrato una buona efficacia nel trattamento di pazienti giovani, non cronici con anoressia nervosa. Pochi studi hanno invece interessato i trattamenti familiari negli adulti.
Conoscenze. Lo stereotipo secondo cui le persone affette da AN non costruiscono rapporti di coppia e non hanno figli ha mostrato scarso fondamento. Al contrario, una porzione significativa dei soggetti adulti che richiedono un trattamento per AN ha una relazione affettiva durevole. Oltre a ciò, negli studi sulla recovery, le pazienti enfatizzano il ruolo del partner nel processo di miglioramento. Ci sono alcuni studi che descrivono le problematiche matrimoniali conseguenti all’esistenza di un DA, altri che indicano l’insorgenza di un DA come una conseguenza del distress dovuto ad una relazione coniugale disfunzionale. La risoluzione del disturbo alimentare sembra generalmente portare ad un miglioramento della vita matrimoniale ma viene segnalata anche la difficoltà del partner a dover abbandonare il ruolo di helper e quindi dover rinegoziare la relazione. Se una relazione affettiva supportiva appare funzionale alla recovery, la letteratura mostra come sofferenza, ostilità e criticismo siano da considerare fattori predittivi di esito negativo.
Opinioni Personali. L’osservazione clinica induce a pensare che spesso, nella scelta del partner, giochino fattori legati a proprie fragilità e debolezze. Un compagno che appare comprensivo e tollerante nei confronti della malattia della propria compagna può in realtà essere a proprio agio proprio per effetto della relazione sbilanciata. Non è raro osservare relazioni di anni che si rompono nel momento in cui la paziente riesce a recuperare una sufficiente stabilità e autonomia. Anche nelle relazioni in cui il partner mostra invece rabbia e ostilità per l’inadeguatezza della paziente designata non è raro osservare un recupero di autonomia di quest’ultima nel momento in cui la relazione finisce, magari per mostrarsi nuovamente sintomatica con l’inizio di una nuova relazione. E’ possibile ipotizzare che il comportamento di malattia connesso al disturbo concorra alla costituzione e al mantenimento della relazione stessa.
Conclusioni. Un intervento mirato a sostenere il partner nello sviluppo di atteggiamenti e comportamenti adeguati rappresent una componente importante del trattamento di un disturbo alimentare in un soggetto adulto. Gli ambiti di lavoro riguardano la comunicazione, la sessualità all’interno della coppia e più in generale la gestione del carico familiare sostenuto dal coniuge. Gli interventi possono avere focalizzazioni diverse: il partner può essere aiutato ad assumere il ruolo di co-terapeuta, che facilita lo svolgimento dei compiti del paziente designato; possiamo avere un intervento focalizzato sul disturbo, dove si lavora sulla relazione, ma solo per quanto concerne la gestione del disturbo, al fine di contrastare gli atteggiamenti che possono avere la funzione di mantenere il problema; infine, si può accedere ad una terapia di coppia che focalizzi la relazione e secondariamente la gestione dei sintomi. In ogni caso, nell’ambito del trattamento di coppia nel paziente adulto con DA ci sono poche indicazioni operative ed è necessaria la messa a punto di metodologie adeguate.
Bibliografia.
1. Woodside DB et al (2000) “Marriage in eating disorders Comparisons between patients and spouses and changes over the course of treatment” J Psych Res 49, 165- 168
2. Tozzi F, Sullivan PF, Fear JL, Mckenzie J, Bulik CM (2003) “Causes and recovery in anorexia nervosa: the patient’s perspective” Int J Eating Disord 2003;33:143–154.
3. Baucom DH, Shoham V, Mueser KT, Daiuto AD, Stickle TR (1998) “Empirically supported couple and family interventions for marital distress and adult mental health problems” J Consult Clin Psychol 66, 53–88.
4. Bulik CM, Baucom DH, Kirby JS, Pisetsky E (2011) “Uniting Couples (in the treatment of) Anorexia Nervosa (UCAN)! Int J Eat Disord 44, 19–28