MS02.4.
Compulsività, Impulsività e Ossessività nei DA. Psicodinamica del comportamento impulsivo e compulsivo
Ass. Orthos per il trattamento del gioco d’azzardo patologico e per i disturbi alimentari
Zerbetto R
Premesse/Introduzione. Vengono presentati i dati relativi al Programma Residenziale Intensivo Mirato su Area (PRIMA) condotto su 180 utenti affetti da gioco d’azzardo patologico (GAP) nel periodo 2007 – 2011 applicato al Progetto sperimentale Orthos sostenuto dalla Regione Toscana. Tale metodologia è stata applicata, con opportune varianti metodologiche, più di recente alla problematica collegata al sovrappeso nel Progetto Corpo e Immagine.
Conoscenze dalla Letteratura. Il GAP viene notoriamente inserito, nell’ultima versione del DSM, nel capitolo del “Discontrollo degli impulsi”. Dato che viene confermato dalla nostra esperienza clinica e dalla applicazione del (BIS 11, trad. Caretti 2007).
Descrizione e indicazioni per l’utenza. Tale aspetto risulta di grande importanza sotto il profilo clinico e terapeutico dal momento che il comportamento impulsivo esprime, ad un livello psicodinamico più profondo, l’emergenza incontrollata di una pulsione collegata ad una scissione della personalità (confermata dai risultato della somministrazione del DES …). Tale scissione “ideo-prassica” è anche alla base della comunicazione menzognera così frequente tra i giocatori che, anche in buona fede, proclamano intenzioni di ravvedimento che vengono poi disattese dai fatti concreti.
Obiettivi. L’obiettivo riabilitativo che il Progetto Orthos si propone è di superare gli “agiti” incontrollati sviluppando una maggiore consapevolezza delle componenti emozionali (che spesso rimango o inconsce) grazie al superamento della alessitimia (frequentemente collegata al GAP nella nostra ricerca), alla scarsa introspezione, alla scarsa tolleranza nel sostenere la frustrazione narcisistica e conseguenti stati di ansia-angoscia collegati ad un insufficiente contatto con il “principio di realtà” e con il fallimento esistenziale generalmente riferito dai giocatori non solo in campo economico-professionale, ma anche (e soprattutto) in campo affettivo. Di qui la focalizzazione del nostro tipo di intervento (tre settimane di trattamento intensivo più uno-tre anni di “richiami” sulla disregolazione affettiva che frequentemente accompagna il GAP
Aspetti metodologici.L’impianto teorico rappresenta una sintesi di elementi così riassumibili:
1. impianto umanistico-esistenziale con focalizzazione sulla costellazione valoriale ed il “life project” dell’interessato a monte del sintomo (che raramente evidenzia la possibilità di essere superato durevolmente in mancanza di un profondo processo di ristrutturazione esistenziale e dello stile di vita del soggetto)
2. riferimento alla epistemologia e metodologia della Terapia della Gestalt (teoria del sé e delle sue (dis)funzioni nella relazione Individuo/Ambiente, ciclo dei bisogni e sue interruzioni, focalizzazione sulla funzione egoica e ad-gressiva, lavoro sulla consapevolezza (corporea, emozionale, cognitiva e relazionale) e sul vissuto collegato al senso di vacuità (vuoto fertile), attivazione della dimensione immaginale e progettuale (anastrofica), ricorso al paradosso di Beisser, etc.
3. adozione del modello proposto da V. Caretti, A. Schimmenti e G. Creparo (da Zerbetto, 2011, a)) sul collegamento tra impulsività, alessitimia, ossessività, compulsività e dissociazione.
Osservazioni e interpretazioni personali. Questi anni di osservazione e di riflessione sulla tematica in oggetto mi ha portato a queste conclusioni: il comportamento compulsivo implica la ripetizione di un comportamento che si reitera nella misura in cui non corrisponde in modo “proprio” al bisogno profondo che lo mette in atto (riferimento al “ciclo della gestalt o dei bisogni più che alla “coazione a ripetere” come espressione dell’istinto di morte nella concezione freudiana). La “quantità” della “riposta” è infatti proporzionata alla inadeguatezza rispetto alla domanda profonda. Si ha quindi il fondato sospetto che sia in atto uno “spostamento” in senso psicoanalitico dall’oggetto autentico del bisogno (libidico-affettivo?) su un suo sostituto (droga, cibo, gioco etc.), da cui l’importanza, a livello terapeutico, di accedere ai bisogni profondi insoddisfatti per reimpostare un progetto di vita più idoneo a far incontrare (tema gestaltico del “contatto”) bisogni del mondo interno con risorse del mondo esterno (modello gestaltico della interazione Io/Mondo e della funzione ad-gressiva)
Risultati. Vengono presentati i risultati della ricerca condotta su 180 casi trattati presso il Progetto Orthos in un quinquennio sotto la supervisione di Vincenzo Caretti e Adriano Schimmenti con la collaborazione di Daniela Poli.
Discussione. Vengo discussi gli aspetti teorico-metodologici della ricerca nonché la sua estensibilità alla problematico collegata ad altri tipi di dipendenza ed impulsività, prima fra tutte quelle collegate all’overeating
Conclusioni. L’esperienza clinica condotta su un intervento intensivo su una popolazione sufficientemente ampia di soggetti affetti da GAP ha consentito di verificare e riformulare in una concezione più ampiamente integrativa alcuni modelli interpretativi in tema di collegamento tra tratti ossessivo-compulsivi e impulsivi e di trarne utili indicazioni applicative da riversare sulla metodologia di intervento ad una patologia tradizionalmente resistente ad interventi terapeutico-riabilitativi
Bibliografia.
1. Zerbetto R, Croce M, Picone F (2011) “La ricerca empirica nel gioco d’azzardo patologico in Le dipendenze patologiche. Clinica e psicopatologia" a cura di Caretti V e La Barbera D, Raffaello Cortina Editore
2. Zerbetto R (2011) “La madre di tutte le dipendenze” In: “Craving. Alla base di tutte le Dipendenze” Nizzoli U, Caretti V, Croce M, Lorenzi P, Margaron H, Zerbetto R, Mucchi editore Modena.
Compulsività, Impulsività e Ossessività nei DA. Psicodinamica del comportamento impulsivo e compulsivo
Ass. Orthos per il trattamento del gioco d’azzardo patologico e per i disturbi alimentari
Zerbetto R
Premesse/Introduzione. Vengono presentati i dati relativi al Programma Residenziale Intensivo Mirato su Area (PRIMA) condotto su 180 utenti affetti da gioco d’azzardo patologico (GAP) nel periodo 2007 – 2011 applicato al Progetto sperimentale Orthos sostenuto dalla Regione Toscana. Tale metodologia è stata applicata, con opportune varianti metodologiche, più di recente alla problematica collegata al sovrappeso nel Progetto Corpo e Immagine.
Conoscenze dalla Letteratura. Il GAP viene notoriamente inserito, nell’ultima versione del DSM, nel capitolo del “Discontrollo degli impulsi”. Dato che viene confermato dalla nostra esperienza clinica e dalla applicazione del (BIS 11, trad. Caretti 2007).
Descrizione e indicazioni per l’utenza. Tale aspetto risulta di grande importanza sotto il profilo clinico e terapeutico dal momento che il comportamento impulsivo esprime, ad un livello psicodinamico più profondo, l’emergenza incontrollata di una pulsione collegata ad una scissione della personalità (confermata dai risultato della somministrazione del DES …). Tale scissione “ideo-prassica” è anche alla base della comunicazione menzognera così frequente tra i giocatori che, anche in buona fede, proclamano intenzioni di ravvedimento che vengono poi disattese dai fatti concreti.
Obiettivi. L’obiettivo riabilitativo che il Progetto Orthos si propone è di superare gli “agiti” incontrollati sviluppando una maggiore consapevolezza delle componenti emozionali (che spesso rimango o inconsce) grazie al superamento della alessitimia (frequentemente collegata al GAP nella nostra ricerca), alla scarsa introspezione, alla scarsa tolleranza nel sostenere la frustrazione narcisistica e conseguenti stati di ansia-angoscia collegati ad un insufficiente contatto con il “principio di realtà” e con il fallimento esistenziale generalmente riferito dai giocatori non solo in campo economico-professionale, ma anche (e soprattutto) in campo affettivo. Di qui la focalizzazione del nostro tipo di intervento (tre settimane di trattamento intensivo più uno-tre anni di “richiami” sulla disregolazione affettiva che frequentemente accompagna il GAP
Aspetti metodologici.L’impianto teorico rappresenta una sintesi di elementi così riassumibili:
1. impianto umanistico-esistenziale con focalizzazione sulla costellazione valoriale ed il “life project” dell’interessato a monte del sintomo (che raramente evidenzia la possibilità di essere superato durevolmente in mancanza di un profondo processo di ristrutturazione esistenziale e dello stile di vita del soggetto)
2. riferimento alla epistemologia e metodologia della Terapia della Gestalt (teoria del sé e delle sue (dis)funzioni nella relazione Individuo/Ambiente, ciclo dei bisogni e sue interruzioni, focalizzazione sulla funzione egoica e ad-gressiva, lavoro sulla consapevolezza (corporea, emozionale, cognitiva e relazionale) e sul vissuto collegato al senso di vacuità (vuoto fertile), attivazione della dimensione immaginale e progettuale (anastrofica), ricorso al paradosso di Beisser, etc.
3. adozione del modello proposto da V. Caretti, A. Schimmenti e G. Creparo (da Zerbetto, 2011, a)) sul collegamento tra impulsività, alessitimia, ossessività, compulsività e dissociazione.
Osservazioni e interpretazioni personali. Questi anni di osservazione e di riflessione sulla tematica in oggetto mi ha portato a queste conclusioni: il comportamento compulsivo implica la ripetizione di un comportamento che si reitera nella misura in cui non corrisponde in modo “proprio” al bisogno profondo che lo mette in atto (riferimento al “ciclo della gestalt o dei bisogni più che alla “coazione a ripetere” come espressione dell’istinto di morte nella concezione freudiana). La “quantità” della “riposta” è infatti proporzionata alla inadeguatezza rispetto alla domanda profonda. Si ha quindi il fondato sospetto che sia in atto uno “spostamento” in senso psicoanalitico dall’oggetto autentico del bisogno (libidico-affettivo?) su un suo sostituto (droga, cibo, gioco etc.), da cui l’importanza, a livello terapeutico, di accedere ai bisogni profondi insoddisfatti per reimpostare un progetto di vita più idoneo a far incontrare (tema gestaltico del “contatto”) bisogni del mondo interno con risorse del mondo esterno (modello gestaltico della interazione Io/Mondo e della funzione ad-gressiva)
Risultati. Vengono presentati i risultati della ricerca condotta su 180 casi trattati presso il Progetto Orthos in un quinquennio sotto la supervisione di Vincenzo Caretti e Adriano Schimmenti con la collaborazione di Daniela Poli.
Discussione. Vengo discussi gli aspetti teorico-metodologici della ricerca nonché la sua estensibilità alla problematico collegata ad altri tipi di dipendenza ed impulsività, prima fra tutte quelle collegate all’overeating
Conclusioni. L’esperienza clinica condotta su un intervento intensivo su una popolazione sufficientemente ampia di soggetti affetti da GAP ha consentito di verificare e riformulare in una concezione più ampiamente integrativa alcuni modelli interpretativi in tema di collegamento tra tratti ossessivo-compulsivi e impulsivi e di trarne utili indicazioni applicative da riversare sulla metodologia di intervento ad una patologia tradizionalmente resistente ad interventi terapeutico-riabilitativi
Bibliografia.
1. Zerbetto R, Croce M, Picone F (2011) “La ricerca empirica nel gioco d’azzardo patologico in Le dipendenze patologiche. Clinica e psicopatologia" a cura di Caretti V e La Barbera D, Raffaello Cortina Editore
2. Zerbetto R (2011) “La madre di tutte le dipendenze” In: “Craving. Alla base di tutte le Dipendenze” Nizzoli U, Caretti V, Croce M, Lorenzi P, Margaron H, Zerbetto R, Mucchi editore Modena.