MS02.5.
Compulsività, Impulsività e Ossessività nei DA. Il mito del controllo e del discontrollo della mente tra paure, incertezze ed infiniti accomodamenti
Clinica Psichiatrica Università “Federico II” di Napoli
Senatore I
Premessa. Sin dal 1600 la formulazione cartesiana “Cogito ergo sum” ha influenzato notevolmente il pensiero occidentale al punto da considerare l’impulsività come un pericoloso cedimento della ragione. Come è noto, il termine impulsivo deriva dal verbo “impellere” (spingere) e rimanda alle inconsapevoli spinte pulsionali che invadono lo spazio razionale del paziente e lo inducano a mettere in atto comportamenti senza controllo, inadeguati e dissonanti.
Descrizione. Il discontrollo degli impulsi (associato spesso a sintomi nevrotici come ansia, disturbi ossessivi, instabilità affettiva, difficoltà relazionali, disturbi dell’identità, manifestazioni aggressive auto ed etero-dirette, incapacità di controllare sentimenti di rabbia cronica e tollerare le frustrazioni) può essere considerato uno dei sintomi nucleari di appannaggio di diversi quadri psicopatologici; dal disturbo borderline di personalità ai disturbi affettivi, all’abuso di sostanze ed a quelli della condotta alimentare. Ed è proprio in quest’ultima area che, sempre con maggiore frequenza, si rilevano delle massicce co-presenze di modalità impulsive, istintive e compulsive. L’abbuffata della paziente bulimica che si conclude con il programmato ed inderogabile vomito autoindotto é solo una delle manifestazioni più visibili che sottendono questi complessi processi mentali.
Conclusione. Nel corso di un colloquio una paziente bulimica, nel descrivere il proprio stato d’animo, mi raccontò:”Amo rotolarmi nella sofferenza. Aspetto l’abbuffata ed il vomito come quando da bambina, nel caldo del mio lettino, aspettavo, trepidante, che Babbo Natale mi portasse i regali” Più volte siamo rimasti colpiti dalle dettagliate descrizioni di quel rito, quasi sacralizzato, che culmina con le abbuffate e che spinge le pazienti affette da bulimia nervosa e/o da binge a mettere in atto l’incontrollata, frenetica e spasmodica assunzione di qualsiasi alimento capiti loro a tiro, dalla pasta cruda ai prodotti surgelati e dall’ingestione calcolata poi di litri d’acqua o di sigarette, al solo scopo di favorire, più facilmente il vomito. Generalmente le pazienti descrivono, in maniera quasi euforica, quello stato di trance nelle quali cadono durante le abbuffate e concordano tutte nel percepire, al termine del vomito, un’irreale ma suggestiva sensazione di benessere e di pace interiore. Nonostante i sensi di colpa scattino, poi, inesorabili, dopo aver rimosso i danni medici legati a tale pratica, le stesse ci raccontano che, un attimo dopo il vomito, stanno già pregustando la prossima puntata. La relazione lambisce emozioni e vissuti delle pazienti affette da disturbi del comportamento alimentare e rinnova la complessità dell’intervento psicoterapico per tale patologia.
Bibliografia.
1. Senatore I (2002) “Curare con il cinema” Torino, Centro Scientifico Editore
2. Senatore I (2004) “Il cineforum del dottor Freud” Torino, Centro Scientifico Editore
3. Senatore I (2006) “Psycho cult” Torino, Centro Scientifico Editore
Compulsività, Impulsività e Ossessività nei DA. Il mito del controllo e del discontrollo della mente tra paure, incertezze ed infiniti accomodamenti
Clinica Psichiatrica Università “Federico II” di Napoli
Senatore I
Premessa. Sin dal 1600 la formulazione cartesiana “Cogito ergo sum” ha influenzato notevolmente il pensiero occidentale al punto da considerare l’impulsività come un pericoloso cedimento della ragione. Come è noto, il termine impulsivo deriva dal verbo “impellere” (spingere) e rimanda alle inconsapevoli spinte pulsionali che invadono lo spazio razionale del paziente e lo inducano a mettere in atto comportamenti senza controllo, inadeguati e dissonanti.
Descrizione. Il discontrollo degli impulsi (associato spesso a sintomi nevrotici come ansia, disturbi ossessivi, instabilità affettiva, difficoltà relazionali, disturbi dell’identità, manifestazioni aggressive auto ed etero-dirette, incapacità di controllare sentimenti di rabbia cronica e tollerare le frustrazioni) può essere considerato uno dei sintomi nucleari di appannaggio di diversi quadri psicopatologici; dal disturbo borderline di personalità ai disturbi affettivi, all’abuso di sostanze ed a quelli della condotta alimentare. Ed è proprio in quest’ultima area che, sempre con maggiore frequenza, si rilevano delle massicce co-presenze di modalità impulsive, istintive e compulsive. L’abbuffata della paziente bulimica che si conclude con il programmato ed inderogabile vomito autoindotto é solo una delle manifestazioni più visibili che sottendono questi complessi processi mentali.
Conclusione. Nel corso di un colloquio una paziente bulimica, nel descrivere il proprio stato d’animo, mi raccontò:”Amo rotolarmi nella sofferenza. Aspetto l’abbuffata ed il vomito come quando da bambina, nel caldo del mio lettino, aspettavo, trepidante, che Babbo Natale mi portasse i regali” Più volte siamo rimasti colpiti dalle dettagliate descrizioni di quel rito, quasi sacralizzato, che culmina con le abbuffate e che spinge le pazienti affette da bulimia nervosa e/o da binge a mettere in atto l’incontrollata, frenetica e spasmodica assunzione di qualsiasi alimento capiti loro a tiro, dalla pasta cruda ai prodotti surgelati e dall’ingestione calcolata poi di litri d’acqua o di sigarette, al solo scopo di favorire, più facilmente il vomito. Generalmente le pazienti descrivono, in maniera quasi euforica, quello stato di trance nelle quali cadono durante le abbuffate e concordano tutte nel percepire, al termine del vomito, un’irreale ma suggestiva sensazione di benessere e di pace interiore. Nonostante i sensi di colpa scattino, poi, inesorabili, dopo aver rimosso i danni medici legati a tale pratica, le stesse ci raccontano che, un attimo dopo il vomito, stanno già pregustando la prossima puntata. La relazione lambisce emozioni e vissuti delle pazienti affette da disturbi del comportamento alimentare e rinnova la complessità dell’intervento psicoterapico per tale patologia.
Bibliografia.
1. Senatore I (2002) “Curare con il cinema” Torino, Centro Scientifico Editore
2. Senatore I (2004) “Il cineforum del dottor Freud” Torino, Centro Scientifico Editore
3. Senatore I (2006) “Psycho cult” Torino, Centro Scientifico Editore