MS05.4
Identità di genere, insoddisfazione corporea e orientamento sessuale nei DA maschili
Unità Operativa Semplice Dipartimentale Disturbi del Comportamento Alimentare (UOSD DCA), ASL RME, Roma
ARPAS (Associazione per la Ricerca in Psicopatologia dell’Attaccamento e dello Sviluppo), Roma
Cotugno A
Introduzione. I recenti dati della ricerca sui DA nei maschi sembrano evidenziare una forte interrelazione tra ruolo di genere, orientamento sessuale e specifiche caratteristiche dell’insoddisfazione corporea maschile.
Dati della letteratura. Per decenni ricercatori e clinici hanno indagato se le differenze di prevalenza dei DA tra maschi e femmine fossero semplicemente correlate al sesso o a specifiche caratteristiche di ruolo di genere, che partecipano ai meccanismi di costruzione dell’identità personale e della regolazione emotiva.
L’orientamento di ruolo di genere può essere definito come “l’insieme di comportamenti, aspettative e attitudini peculiari della mascolinità o della femminilità, definiti culturalmente e considerati socialmente appropriati”. La maggioranza degli studi effettuati sull’identità di genere ha identificato due principali cluster di tratti personologici:
a) il cluster espressivo, più frequente nella popolazione femminile, caratterizzato da tratti come empatia, accudimento e sensibilità interpersonale, e
b) il cluster strumentale, più frequente nella popolazione maschile, caratterizzato da tratti come autonomia, dominanza e assertività. Alti punteggi di espressività associati a bassi punteggi di strumentalità sembrano correlare con un aumento del rischio di DA nelle donne. Gli studi su tratti d’identità di genere e DA nei maschi hanno evidenziato come un’alta “espressività” fosse correlata con un maggior rischio di sintomi bulimici. Inoltre, alti punteggi di “espressività” e bassi punteggi di “strumentalità” apparivano correlati con l’insoddisfazione corporea (1).
Il quadro diventa ancor più articolato se si considera l’orientamento sessuale: nella popolazione omosessuale maschile il rischio di insoddisfazione corporea e di disturbi dell’alimentazione appare maggiore rispetto alla popolazione maschile eterosessuale. In particolare, la sintomatologia restrittiva appare maggiormente rappresentata nella popolazione omosessuale maschile rispetto a quella eterosessuale. Tale osservazione appare confermata da altri studi che evidenziamo come la popolazione omosessuale maschile presenti una maggiore insoddisfazione corporea, una maggiore preoccupazione di ingrassare e una maggiore tendenza a intraprendere diete (2). L’orientamento sessuale appare evidentemente correlato al rischio di DA se associato a bassi punteggi di “strumentalità” (tratto mascolino), ma non se connesso solo ad alti punteggi di “espressività” (tratto femmineo). In una prospettiva etologico-evoluzionistica, i rapporti tra identità di genere, orientamento sessuale e DA appaiono ulteriormente modulati dalla “competizione intrasessuale” (3). Secondo questa prospettiva la “competizione intrasessuale” ha un ruolo adattativo, aumentando la probabilità di attrarre un partner sessuale. I “valori” positivi, che garantiscono un maggiore successo nella “competizione intrasessuale” sono cultura-dipendente: nella popolazione femminile questi appaiono connessi con un maggior rischio di insoddisfazione corporea e di restrizione alimentare, cosa che non avviene nella popolazione maschile eterosessuale. Al contrario, nella popolazione omosessuale maschile, la “competizione intrasessuale” appare correlata con un maggior rischio di disturbo alimentare e di insoddisfazione corporea, cosa che non si verifica nelle donne omosessuali (3).
Obiettivi. Verranno descritti alcuni casi di disturbo alimentare nei maschi. L’insoddisfazione corporea e quella muscolare costituiscono elementi distintivi nella patologia alimentare maschile. L’orientamento sessuale, invece, sembra avere un ruolo di modulatore dell’espressività sintomatologica, dove il comportamento restrittivo appare più frequente nei pazienti dichiaratamente omosessuali, mentre il comportamento bulimico caratterizza maggiormente i maschi dichiaratamente non-omosessuali.
Conclusioni. I dati empirici e le osservazioni cliniche mettono in evidenza che non solo la presenza di tratti di personalità tipici del “cluster femmineo” sembra correlata con i DA maschili, ma è soprattutto il mancato bilanciamento dovuto alla scarsa presenza di tratti del “cluster mascolino” ad aumentare il rischio di sviluppo di DA nei maschi.
Bibliografia.
1. Blashill AJ (2011) “Gender roles, eating pathology and body dissatisfaction in men: A meta-analysis” Body Image 8, 1-11.
2. Kaminski PL, Chapman BP, Haynes SD, Own L (2005) Eating Behaviors 6, 179-187.
3. Li NP, Smith AR, Griskevicius V, Cason M, Bryan A (2010) “Intrasexual competition and eating restriction in heterosexual and homosexual individuale” Evolution and Human behavior 31, 365-372.
Identità di genere, insoddisfazione corporea e orientamento sessuale nei DA maschili
Unità Operativa Semplice Dipartimentale Disturbi del Comportamento Alimentare (UOSD DCA), ASL RME, Roma
ARPAS (Associazione per la Ricerca in Psicopatologia dell’Attaccamento e dello Sviluppo), Roma
Cotugno A
Introduzione. I recenti dati della ricerca sui DA nei maschi sembrano evidenziare una forte interrelazione tra ruolo di genere, orientamento sessuale e specifiche caratteristiche dell’insoddisfazione corporea maschile.
Dati della letteratura. Per decenni ricercatori e clinici hanno indagato se le differenze di prevalenza dei DA tra maschi e femmine fossero semplicemente correlate al sesso o a specifiche caratteristiche di ruolo di genere, che partecipano ai meccanismi di costruzione dell’identità personale e della regolazione emotiva.
L’orientamento di ruolo di genere può essere definito come “l’insieme di comportamenti, aspettative e attitudini peculiari della mascolinità o della femminilità, definiti culturalmente e considerati socialmente appropriati”. La maggioranza degli studi effettuati sull’identità di genere ha identificato due principali cluster di tratti personologici:
a) il cluster espressivo, più frequente nella popolazione femminile, caratterizzato da tratti come empatia, accudimento e sensibilità interpersonale, e
b) il cluster strumentale, più frequente nella popolazione maschile, caratterizzato da tratti come autonomia, dominanza e assertività. Alti punteggi di espressività associati a bassi punteggi di strumentalità sembrano correlare con un aumento del rischio di DA nelle donne. Gli studi su tratti d’identità di genere e DA nei maschi hanno evidenziato come un’alta “espressività” fosse correlata con un maggior rischio di sintomi bulimici. Inoltre, alti punteggi di “espressività” e bassi punteggi di “strumentalità” apparivano correlati con l’insoddisfazione corporea (1).
Il quadro diventa ancor più articolato se si considera l’orientamento sessuale: nella popolazione omosessuale maschile il rischio di insoddisfazione corporea e di disturbi dell’alimentazione appare maggiore rispetto alla popolazione maschile eterosessuale. In particolare, la sintomatologia restrittiva appare maggiormente rappresentata nella popolazione omosessuale maschile rispetto a quella eterosessuale. Tale osservazione appare confermata da altri studi che evidenziamo come la popolazione omosessuale maschile presenti una maggiore insoddisfazione corporea, una maggiore preoccupazione di ingrassare e una maggiore tendenza a intraprendere diete (2). L’orientamento sessuale appare evidentemente correlato al rischio di DA se associato a bassi punteggi di “strumentalità” (tratto mascolino), ma non se connesso solo ad alti punteggi di “espressività” (tratto femmineo). In una prospettiva etologico-evoluzionistica, i rapporti tra identità di genere, orientamento sessuale e DA appaiono ulteriormente modulati dalla “competizione intrasessuale” (3). Secondo questa prospettiva la “competizione intrasessuale” ha un ruolo adattativo, aumentando la probabilità di attrarre un partner sessuale. I “valori” positivi, che garantiscono un maggiore successo nella “competizione intrasessuale” sono cultura-dipendente: nella popolazione femminile questi appaiono connessi con un maggior rischio di insoddisfazione corporea e di restrizione alimentare, cosa che non avviene nella popolazione maschile eterosessuale. Al contrario, nella popolazione omosessuale maschile, la “competizione intrasessuale” appare correlata con un maggior rischio di disturbo alimentare e di insoddisfazione corporea, cosa che non si verifica nelle donne omosessuali (3).
Obiettivi. Verranno descritti alcuni casi di disturbo alimentare nei maschi. L’insoddisfazione corporea e quella muscolare costituiscono elementi distintivi nella patologia alimentare maschile. L’orientamento sessuale, invece, sembra avere un ruolo di modulatore dell’espressività sintomatologica, dove il comportamento restrittivo appare più frequente nei pazienti dichiaratamente omosessuali, mentre il comportamento bulimico caratterizza maggiormente i maschi dichiaratamente non-omosessuali.
Conclusioni. I dati empirici e le osservazioni cliniche mettono in evidenza che non solo la presenza di tratti di personalità tipici del “cluster femmineo” sembra correlata con i DA maschili, ma è soprattutto il mancato bilanciamento dovuto alla scarsa presenza di tratti del “cluster mascolino” ad aumentare il rischio di sviluppo di DA nei maschi.
Bibliografia.
1. Blashill AJ (2011) “Gender roles, eating pathology and body dissatisfaction in men: A meta-analysis” Body Image 8, 1-11.
2. Kaminski PL, Chapman BP, Haynes SD, Own L (2005) Eating Behaviors 6, 179-187.
3. Li NP, Smith AR, Griskevicius V, Cason M, Bryan A (2010) “Intrasexual competition and eating restriction in heterosexual and homosexual individuale” Evolution and Human behavior 31, 365-372.