MS09.4.
L’approccio specifico alla famiglia
Centro Gruber Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi d’Ansia e Psicosomatici
Franco A
Premesse. I familiari di pazienti con DCA,in comorbilità con Disturbi d’Ansia, oltre ai legami affettivi/emotivi prevalentemente conflittuali e stili comunicativi problematici presentano alte difficoltà nella gestione degli stati tensivi tipici dei disturbi in comorbilità. Tali difficoltà risultano correlate ai circoli viziosi patologici e costituiscono degli importanti fattori di mantenimento (3). Risulta quindi necessario, all’interno di un percorso terapeutico interdisciplinare integrato nell’approccio a pazienti, in età adolescenziale, con patologie complesse (DCA in comorbilità),una terapia familiare focalizzata sulle problematiche personali di tutti i singoli membri della famiglia.
Aspetti metodologici. In un percorso integrato la famiglia di un paziente con DCA viene sottoposta, inizialmente, ad una fase di assessment, in cui attraverso colloqui clinici viene svolta un’anamnesi familiare volta a disvelare eventuali circoli viziosi (cognitivi/emotivi/comportamentali/relazionali)che costituiscono importanti fattori di mantenimento della patologia stessa. Sulla base dei risultati dell’indagine diagnostica si motiva la famiglia ad un percorso di terapia familiare CT-CBT (1) atto a: fornire indicazioni efficaci nella gestione dei problemi che influenzano lo sviluppo psicofisico dell’adolescente; fornire competenze per la gestione delle emozioni correlate al disturbo del figlio (colpa, rabbia, impotenza, vergogna, odio, disprezzo); fornire le competenze per la gestione, a lungo termine, dei cambiamenti prodotti dalla cura del disturbo nel figlio; supportare la famiglia nella conoscenza e nella gestione, rispettosa, degli aspetti tipici dell’adolescenza aiutando i genitori a utilizzare strategie di contenimento delle proprie ansie e delle ansie e/o degli attacchi di panico dei propri figli. Tali competenze sono indispensabili per ripristinare un terreno familiare che faciliti lo sviluppo, nei figli, di abitudini ed attitudini sane e per prevenire il rischio dell’insorgenza di un disturbo secondario in età adulta.
Obiettivi. Nella terapia familiare cognitivo comportamentale i genitori vengono coinvolti come collaboratori attivi nella costruzione del percorso terapeutico del figlio (1,2), recuperando le specifiche e necessarie competenze genitoriali arricchite dalla capacità di gestione del Disturbo d’Ansia in comorbilità con il DCA del figlio. L’obiettivo principale di tale approccio è costituito dall’integrazione del percorso terapeutico interdisciplinare con il percorso terapeutico specifico alla propria famiglia che avviene sia attraverso puntuali e definite riunioni interdisciplinari del team terapeutico di riferimento (psicoterapeuta individuale, nutrizionista, terapeuta familiare)sia attraverso misurazioni di esito del percorso. Un ulteriore obiettivo è quello di individuare, in casi specifici, la necessità di una terapia di coppia (in presenza di problematiche coniugali), ed eventualmente di una terapia individuale per quei membri della famiglia con una diagnosticata picopatologia.
Conclusioni. Nei DCA in comorbilità con i Disturbi d’Ansia, un percorso terapeutico integrato focalizzato anche sugli eventuali aspetti psicopatologici del sistema famiglia e dei singoli componenti della famiglia stessa sembra essere un predittore di esito positivo del trattamento con diminuzione del rischio di drop-out.
Bibliografia.
1. Dattilio FM, Montano A (2005) “Terapia familiare cognitivo-comportamentale: un approccio basato sugli schemi” Terapia Familiare 79, 5-26.
2. Le Grange DD, Lock J (2007) « Treating bulimia in adolescents : a family-based approach” Guilford Press, New York.
3. Baronet AM (1999) “Factors associated with caregiver burden in mental illness: a critical review of the research literature” Clin Psychol Rev 19, 819-41.
L’approccio specifico alla famiglia
Centro Gruber Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi d’Ansia e Psicosomatici
Franco A
Premesse. I familiari di pazienti con DCA,in comorbilità con Disturbi d’Ansia, oltre ai legami affettivi/emotivi prevalentemente conflittuali e stili comunicativi problematici presentano alte difficoltà nella gestione degli stati tensivi tipici dei disturbi in comorbilità. Tali difficoltà risultano correlate ai circoli viziosi patologici e costituiscono degli importanti fattori di mantenimento (3). Risulta quindi necessario, all’interno di un percorso terapeutico interdisciplinare integrato nell’approccio a pazienti, in età adolescenziale, con patologie complesse (DCA in comorbilità),una terapia familiare focalizzata sulle problematiche personali di tutti i singoli membri della famiglia.
Aspetti metodologici. In un percorso integrato la famiglia di un paziente con DCA viene sottoposta, inizialmente, ad una fase di assessment, in cui attraverso colloqui clinici viene svolta un’anamnesi familiare volta a disvelare eventuali circoli viziosi (cognitivi/emotivi/comportamentali/relazionali)che costituiscono importanti fattori di mantenimento della patologia stessa. Sulla base dei risultati dell’indagine diagnostica si motiva la famiglia ad un percorso di terapia familiare CT-CBT (1) atto a: fornire indicazioni efficaci nella gestione dei problemi che influenzano lo sviluppo psicofisico dell’adolescente; fornire competenze per la gestione delle emozioni correlate al disturbo del figlio (colpa, rabbia, impotenza, vergogna, odio, disprezzo); fornire le competenze per la gestione, a lungo termine, dei cambiamenti prodotti dalla cura del disturbo nel figlio; supportare la famiglia nella conoscenza e nella gestione, rispettosa, degli aspetti tipici dell’adolescenza aiutando i genitori a utilizzare strategie di contenimento delle proprie ansie e delle ansie e/o degli attacchi di panico dei propri figli. Tali competenze sono indispensabili per ripristinare un terreno familiare che faciliti lo sviluppo, nei figli, di abitudini ed attitudini sane e per prevenire il rischio dell’insorgenza di un disturbo secondario in età adulta.
Obiettivi. Nella terapia familiare cognitivo comportamentale i genitori vengono coinvolti come collaboratori attivi nella costruzione del percorso terapeutico del figlio (1,2), recuperando le specifiche e necessarie competenze genitoriali arricchite dalla capacità di gestione del Disturbo d’Ansia in comorbilità con il DCA del figlio. L’obiettivo principale di tale approccio è costituito dall’integrazione del percorso terapeutico interdisciplinare con il percorso terapeutico specifico alla propria famiglia che avviene sia attraverso puntuali e definite riunioni interdisciplinari del team terapeutico di riferimento (psicoterapeuta individuale, nutrizionista, terapeuta familiare)sia attraverso misurazioni di esito del percorso. Un ulteriore obiettivo è quello di individuare, in casi specifici, la necessità di una terapia di coppia (in presenza di problematiche coniugali), ed eventualmente di una terapia individuale per quei membri della famiglia con una diagnosticata picopatologia.
Conclusioni. Nei DCA in comorbilità con i Disturbi d’Ansia, un percorso terapeutico integrato focalizzato anche sugli eventuali aspetti psicopatologici del sistema famiglia e dei singoli componenti della famiglia stessa sembra essere un predittore di esito positivo del trattamento con diminuzione del rischio di drop-out.
Bibliografia.
1. Dattilio FM, Montano A (2005) “Terapia familiare cognitivo-comportamentale: un approccio basato sugli schemi” Terapia Familiare 79, 5-26.
2. Le Grange DD, Lock J (2007) « Treating bulimia in adolescents : a family-based approach” Guilford Press, New York.
3. Baronet AM (1999) “Factors associated with caregiver burden in mental illness: a critical review of the research literature” Clin Psychol Rev 19, 819-41.