MR09.
Integrazione della Riabilitazione Psico-Nutrizionale con la Psicoterapia cognitiva e cognitivo-comportamentale nei Disturbi del Comportamento Alimentare con Disturbi d’Ansia
Centro Gruber Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi d’Ansia e Psicosomatica
Schumann R
Premesse. Vari studi hanno messo in evidenza come nel 50-60% dei pazienti con Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) vi sia comorbidità con Disturbi d’Ansia (DA)(1,2,3) e come, dopo una diagnosi differenziale sequenziale, questi risultino antecedenti il DCA (4). Una collaborazione stretta con obiettivi condivisi tra medico nutrizionista e psicoterapeuta risulta auspicabile per l’utilizzo dei saperi specifici di entrambi i gruppi di esperti, attuando così una visione globale delle complesse configurazioni sintomatologiche del paziente, ampliando sia la scelta degli strumenti nella fase di assessment, sia l’impegno di costruire delle relazioni terapeutiche stabili. Si viene così ad ampliare la proposta terapeutica sia per i disturbi in comorbilità del paziente, che per le problematiche che coinvolgono la famiglia.
Descrizione della strutturadel simposio. Il primo intervento (MS09.1.) è focalizzato sulla strutturazione della relazione medico-paziente sulla base delle tecniche di counseling relative alla costruzione di una relazione d’aiuto. Tale relazione terapeutica può essere considerata una base importante e solida per la costruzione di competenze aggiuntive per lo specialista in ambito nutrizionale relativamente alla gestione di contenuti fobici associati alle comorbilità e peraltro attivati durante il percorso terapeutico (4). Nella seconda relazione (MS09.2.) si pone l’accento sull’importanza di strutturare accanto ai moduli terapeutici classici di gestione degli aspetti medici, psicoeducazionali e di ristrutturazione cognitiva su cibo/peso/corpo un percorso aggiuntivo per affrontare aspetti di marcata attivazione emozionale quale quella che si riscontra nei DCA in comorbidità con DA.Viene inoltre descritta la progettazione terapeutica specifica con trattamenti intensivi che mirano ad arricchiare il percorso della Riabilitazione Psico-Nutrizionale ambulatoriale con una fase esperienziale. L’obiettivo è di fornire al/alla paziente competenze di gestione dei pensieri disfunzionali, dei contenuti fobici, dei sintomi dell’ansia oltre che gestire le complicanze mediche. Particolare attenzione viene posta nella descrizione delle pratiche integrative fra psicoterapia e Riabilitazione Psico-Nutrizionale (5).
Nella terza relazione (MS09.3.) porrà l’accento sull’assessment clinico che punta sia su diagnosi categoriali che dimensionali. L’accuratezza dell’assessment e lo sviluppo di competenze di diagnosi differenziale sono alla base della costruzione di un porgetto terapeutico e la migliore prevenzione per il drop-out e la persistenza dei quadri clinici.
Infine nella quarta relazione (MS09.4.) verranno trattate le problematiche relative alla gestione familiare in particolare per patologie con forte carattere di persistenza che quindi gravano notevolmente sulle famiglie stesse. La terapia familiare cognitiva e cognitivo-comportamentale punterà sulla gestione delle dinamiche familiari, ma anche sulla presa in carico di comorbidità all’interno della famiglia (6,7).
Discussione e Conclusioni. Occorre quindi un accordo fra tutti gli specialisti coinvolti nel team terapeutico sulla tempistica, sulle priorità e sull’entità dei passi di cambiamento ai fini di evitare manipolazioni e fallimenti che il paziente vivrebbe come propri e che lo porterebbero sempre di più a rinchiudersi nei circoli viziosi della malattia. Risulta necessario un accordo interdisciplinare stretto e strutturato. La trasparenza sulla responsabilità del caso permette una migliore gestione e chiarezza di ruoli per tutti i membri del team. Da tutto ciò deriva che nel momento in cui si verificassero criticità i ruoli e le responsabilità deontologiche risulteranno chiare e manifeste. In particolare si sottolinea che:
Il medico-nutrizionista specialista per i DCA deve possedere un’approfondita conoscenza degli aspetti medico-nutrizionali, psicologici e psichiatrici specifici ed essere responsabile per la prevenzione delle complicanze mediche acute e a lungo termine dei DCA. E’ responsabile della programmazione del percorso psicoeducazionale del paziente. Accompagna il paziente al raggiungimento di un peso sano e ragionevole aiutandolo ad acquisire sane strategie per mantenerlo.È sua competenza il monitoraggio dello stato nutrizionale, dell’intake e della comunicazione delle condizioni fisiche del paziente agli altri membri del team. Nel caso di minore età, oltre che comunicare alla famiglia le condizioni fisiche del paziente, interviene nell’ambito della terapia familiare per fornire ai genitori informazioni al riguardo dei comportamenti utili a sostenere la/il figlia/o nel percorso di guarigione.
Lo psicoterapeuta ha il compito di sostenere il paziente nella gestione delle proprie sofferenze attuali e precedenti e nell’affrontare le paure. Indaga sui pensieri disfunzionali e sulle credenze di base, costrutti e schemi connesse con vissuti spiacevoli del infanzia, porta alla luce i traumi e aiuta elaborare i vissuti collegati, promuove la competenza di regolare le emozioni, chiede e rinforza l’autoresponsabilità e l’indipendenza, promuove la costruzione di competenze nelle relazioni interpersonali, avviando percorsi atti a sviluppare assertività ed autonomia.
Gli strumenti di assessment necessitano di un’integrazione per dare delle risposte sulla dimensione della costruzione psicopatogena e sulla presenza di disturbi in comorbilità associati ai fini di contribuire alla definizione di un adeguato piano d’intervento.
La terapia alla famiglia, alla coppia genitoriale o un approccio terapeutico che coinvolge il partner necessità per pazienti con DCA in comorbilità con i Disturbi d’Ansia di porre l’attenzione sull’acquisizione di competenze per gestire gli aspetti collegati ai Disturbi d’Ansia nell’ambiente familiare. L'intervento di tutti i membri del team terapeutico deve svolgere funzioni re-integratrici, aumentare le competenze familiari e favorire lo sviluppo di un'unità personale, che non si è mai sufficientemente costituita nel paziente e aprire in qualche misura alla maturazione ed alla crescita.
Bibliografia.
1. Anderluch MB, Tchanturia K, Rabe-Hesketh S, Treasure J (2003) “Childhood obsessive-compulsive personality traits in adult women with eating disorder: Defining a broader eating phenotype” Am J Psychiatry 160, 242-247.
2. Becker C, De Viva J, Zyfert C (2004) ”Eating disorder symptoms among female anxiety disorder patients in clinical practise: the importance of anxiety comorbidity assessment” Anxiety Disorder 18, 255-274.
3. Waller G (2008) “A ‘trans-transdiagnostic' model of the eating disorders: a new way to open the egg? Eur Eat Disord Rev 16, 165-172.
4. Trunfio O, Ballardini D, Schumann R, Franco A (2008) “Effetti terapeutici della riabilitazione psico-nutrizionale nella terapia cognitivo-comportamentale dei disturbi del comportamento alimentare” Personalità Dipendenze 14, 131-158.
5. Schumann R, Ballardini D (2009) “Le sindromi bulimiche long-term: modello integrato di un approccio clinico interdisciplinare CT-CBT/Riabilitazione Psico-Nutrizionale per la gestione delle comorbidità medico-nutrizionali e psichiatriche” In: Gentile MG “Obesità, anoressia e bulimia nervosa, malnutrizione ospedaliera” Aggiornamenti in Nutrizione Clinica e Patologie Correlate, Mattioli 1885, Fidenza, 175-185.
6. Baronet AM (1999) “Factors associated with caregiver burden in mental illness: a critical review of the research literature” Clin Psychol Rev 19, 819-41.
7. Dattilio FM, Montano A (2005) “Terapia familiare cognitivo-comportamentale: un approccio basato sugli schemi” Terapia Familiare 79, 5-26.
Integrazione della Riabilitazione Psico-Nutrizionale con la Psicoterapia cognitiva e cognitivo-comportamentale nei Disturbi del Comportamento Alimentare con Disturbi d’Ansia
Centro Gruber Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi d’Ansia e Psicosomatica
Schumann R
Premesse. Vari studi hanno messo in evidenza come nel 50-60% dei pazienti con Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) vi sia comorbidità con Disturbi d’Ansia (DA)(1,2,3) e come, dopo una diagnosi differenziale sequenziale, questi risultino antecedenti il DCA (4). Una collaborazione stretta con obiettivi condivisi tra medico nutrizionista e psicoterapeuta risulta auspicabile per l’utilizzo dei saperi specifici di entrambi i gruppi di esperti, attuando così una visione globale delle complesse configurazioni sintomatologiche del paziente, ampliando sia la scelta degli strumenti nella fase di assessment, sia l’impegno di costruire delle relazioni terapeutiche stabili. Si viene così ad ampliare la proposta terapeutica sia per i disturbi in comorbilità del paziente, che per le problematiche che coinvolgono la famiglia.
Descrizione della strutturadel simposio. Il primo intervento (MS09.1.) è focalizzato sulla strutturazione della relazione medico-paziente sulla base delle tecniche di counseling relative alla costruzione di una relazione d’aiuto. Tale relazione terapeutica può essere considerata una base importante e solida per la costruzione di competenze aggiuntive per lo specialista in ambito nutrizionale relativamente alla gestione di contenuti fobici associati alle comorbilità e peraltro attivati durante il percorso terapeutico (4). Nella seconda relazione (MS09.2.) si pone l’accento sull’importanza di strutturare accanto ai moduli terapeutici classici di gestione degli aspetti medici, psicoeducazionali e di ristrutturazione cognitiva su cibo/peso/corpo un percorso aggiuntivo per affrontare aspetti di marcata attivazione emozionale quale quella che si riscontra nei DCA in comorbidità con DA.Viene inoltre descritta la progettazione terapeutica specifica con trattamenti intensivi che mirano ad arricchiare il percorso della Riabilitazione Psico-Nutrizionale ambulatoriale con una fase esperienziale. L’obiettivo è di fornire al/alla paziente competenze di gestione dei pensieri disfunzionali, dei contenuti fobici, dei sintomi dell’ansia oltre che gestire le complicanze mediche. Particolare attenzione viene posta nella descrizione delle pratiche integrative fra psicoterapia e Riabilitazione Psico-Nutrizionale (5).
Nella terza relazione (MS09.3.) porrà l’accento sull’assessment clinico che punta sia su diagnosi categoriali che dimensionali. L’accuratezza dell’assessment e lo sviluppo di competenze di diagnosi differenziale sono alla base della costruzione di un porgetto terapeutico e la migliore prevenzione per il drop-out e la persistenza dei quadri clinici.
Infine nella quarta relazione (MS09.4.) verranno trattate le problematiche relative alla gestione familiare in particolare per patologie con forte carattere di persistenza che quindi gravano notevolmente sulle famiglie stesse. La terapia familiare cognitiva e cognitivo-comportamentale punterà sulla gestione delle dinamiche familiari, ma anche sulla presa in carico di comorbidità all’interno della famiglia (6,7).
Discussione e Conclusioni. Occorre quindi un accordo fra tutti gli specialisti coinvolti nel team terapeutico sulla tempistica, sulle priorità e sull’entità dei passi di cambiamento ai fini di evitare manipolazioni e fallimenti che il paziente vivrebbe come propri e che lo porterebbero sempre di più a rinchiudersi nei circoli viziosi della malattia. Risulta necessario un accordo interdisciplinare stretto e strutturato. La trasparenza sulla responsabilità del caso permette una migliore gestione e chiarezza di ruoli per tutti i membri del team. Da tutto ciò deriva che nel momento in cui si verificassero criticità i ruoli e le responsabilità deontologiche risulteranno chiare e manifeste. In particolare si sottolinea che:
Il medico-nutrizionista specialista per i DCA deve possedere un’approfondita conoscenza degli aspetti medico-nutrizionali, psicologici e psichiatrici specifici ed essere responsabile per la prevenzione delle complicanze mediche acute e a lungo termine dei DCA. E’ responsabile della programmazione del percorso psicoeducazionale del paziente. Accompagna il paziente al raggiungimento di un peso sano e ragionevole aiutandolo ad acquisire sane strategie per mantenerlo.È sua competenza il monitoraggio dello stato nutrizionale, dell’intake e della comunicazione delle condizioni fisiche del paziente agli altri membri del team. Nel caso di minore età, oltre che comunicare alla famiglia le condizioni fisiche del paziente, interviene nell’ambito della terapia familiare per fornire ai genitori informazioni al riguardo dei comportamenti utili a sostenere la/il figlia/o nel percorso di guarigione.
Lo psicoterapeuta ha il compito di sostenere il paziente nella gestione delle proprie sofferenze attuali e precedenti e nell’affrontare le paure. Indaga sui pensieri disfunzionali e sulle credenze di base, costrutti e schemi connesse con vissuti spiacevoli del infanzia, porta alla luce i traumi e aiuta elaborare i vissuti collegati, promuove la competenza di regolare le emozioni, chiede e rinforza l’autoresponsabilità e l’indipendenza, promuove la costruzione di competenze nelle relazioni interpersonali, avviando percorsi atti a sviluppare assertività ed autonomia.
Gli strumenti di assessment necessitano di un’integrazione per dare delle risposte sulla dimensione della costruzione psicopatogena e sulla presenza di disturbi in comorbilità associati ai fini di contribuire alla definizione di un adeguato piano d’intervento.
La terapia alla famiglia, alla coppia genitoriale o un approccio terapeutico che coinvolge il partner necessità per pazienti con DCA in comorbilità con i Disturbi d’Ansia di porre l’attenzione sull’acquisizione di competenze per gestire gli aspetti collegati ai Disturbi d’Ansia nell’ambiente familiare. L'intervento di tutti i membri del team terapeutico deve svolgere funzioni re-integratrici, aumentare le competenze familiari e favorire lo sviluppo di un'unità personale, che non si è mai sufficientemente costituita nel paziente e aprire in qualche misura alla maturazione ed alla crescita.
Bibliografia.
1. Anderluch MB, Tchanturia K, Rabe-Hesketh S, Treasure J (2003) “Childhood obsessive-compulsive personality traits in adult women with eating disorder: Defining a broader eating phenotype” Am J Psychiatry 160, 242-247.
2. Becker C, De Viva J, Zyfert C (2004) ”Eating disorder symptoms among female anxiety disorder patients in clinical practise: the importance of anxiety comorbidity assessment” Anxiety Disorder 18, 255-274.
3. Waller G (2008) “A ‘trans-transdiagnostic' model of the eating disorders: a new way to open the egg? Eur Eat Disord Rev 16, 165-172.
4. Trunfio O, Ballardini D, Schumann R, Franco A (2008) “Effetti terapeutici della riabilitazione psico-nutrizionale nella terapia cognitivo-comportamentale dei disturbi del comportamento alimentare” Personalità Dipendenze 14, 131-158.
5. Schumann R, Ballardini D (2009) “Le sindromi bulimiche long-term: modello integrato di un approccio clinico interdisciplinare CT-CBT/Riabilitazione Psico-Nutrizionale per la gestione delle comorbidità medico-nutrizionali e psichiatriche” In: Gentile MG “Obesità, anoressia e bulimia nervosa, malnutrizione ospedaliera” Aggiornamenti in Nutrizione Clinica e Patologie Correlate, Mattioli 1885, Fidenza, 175-185.
6. Baronet AM (1999) “Factors associated with caregiver burden in mental illness: a critical review of the research literature” Clin Psychol Rev 19, 819-41.
7. Dattilio FM, Montano A (2005) “Terapia familiare cognitivo-comportamentale: un approccio basato sugli schemi” Terapia Familiare 79, 5-26.