TR1.6.
L’Educazione Terapeutica del Paziente (ETP) orientata all’Obesità dell’Adulto con BED
Università di Roma La Sapienza, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione di Fisiopatologia Medica ed Endocrinologia
Prosperi E, Guidi G
Premessa. L'educazione terapeutica, secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (1998), “è finalizzata ad aiutare i pazienti e le famiglie a comprendere la malattia e il trattamento, ad acquisire o mantenere le competenze di cui hanno bisogno per gestire al meglio la loro vita con una malattia cronica”.L'utilizzo dell'educazione terapeutica nei pazienti obesi nasce dalla considerazione che l'obesità è ormai considerata una vera e propria malattia cronica in quanto necessita di un continuo controllo.(1)
Il Binge Eating Disorder è presente in una elevata percentuale di soggetti obesi nonostante non esistano dati concordanti sulla sua prevalenza. Le possibili modifiche, nel prossimo DSM-V, rispetto alla frequenza di abbuffate (da almeno due volte a settimana per oltre sei mesi a una volta a settimana nel corso degli ultimi tre mesi) potrebbero modificare i dati sulla prevalenza di questo disturbo.
Il paziente obeso con BED ha una maggiore preoccupazione per la forma e il peso corporeo, una più alta probabilità di comorbidità psichiatrica (disturbi dell'umore ed ansia)e una ridotta tolleranza alle emozioni rispetto al paziente obeso non BED. Per questa tipologia di pazienti, quindi, l'intervento di educazione terapeutica deve tener conto non solo dei fattori cognitivi e metacognitivi, ma anche di quelli emotivi.
Conoscenze della letteratura. Il Prof. Golay dell'Ospedale Universitario di Ginevra ha proposto un modello dell'educazione terapeutica a cinque dimensioni: cognitiva (le conoscenze); metacognitiva (l'idea che il paziente ha della sua malattia, del trattamento e della sua salute in generale); infracognitiva (i processi di pensiero appresi precocemente nell'infanzia); affettiva-emozionale; percettiva (l'ascolto del proprio corpo).(2)
In un programma di educazione terapeutica è importante esplorare tutte queste dimensioni valutando cosa il paziente sa del suo problema, quali sono i suoi progetti di vita, i suoi ragionamenti, come vive la sua malattia, cosa percepisce, cosa sente. (3)
Obiettivi. Presso l'Università di Roma, La Sapienza, con la coordinazione scientifica dei Proff. Giovanni Spera, Lorenzo Maria Donini e Lucio Gnessi, abbiamo fatto nascere gruppi di educazione terapeutica con pazienti obesi e pazienti obesi con BED con l’obiettivo non solo di migliorare le conoscenze e le competenze nel campo alimentare ma anche di riconoscere ed accettare le emozioni che generano gli episodi compulsivi, di praticare una mindful eating, di sviluppare uno stile di vita più attivo, di saper fare delle buone scelte.
I pazienti sono stati reclutati effettuando un' intervista semistrutturata di diagnosi educativa, per ampliare le conoscenze sul paziente, il suo vissuto della malattia, le sue teorie ingenue, il possibile sostegno sociale, le sue motivazioni al cambiamento, l'importanza che attribuisce al possibile cambiamento, le sue aspettative.
L'intervento è stato strutturato in otto incontri più due incontri di rinforzo a due mesi di distanza l'uno dall'altro.
Gli argomenti affrontati sono: come riconoscere la fame e la sazietà; la scelta degli alimenti; lo stile di vita attivo; la mindful eating; le emozioni; le abilità di regolazione emotiva; le situazioni a rischio; la prevenzione delle ricadute
I singoli incontri iniziano con una valutazione di ciò che i pazienti hanno appreso nell'incontro precedente e applicato nella loro vita quotidiana. Successivamente si affronta un nuovo argomento attraverso una metodologia esperienziale che permette ai pazienti di sentirsi protagonisti attivi del loro cambiamento.
Conclusioni. Attualmente sono in corso due gruppi e sono stati selezionati oltre trenta pazienti per i prossimi gruppi che inizieranno a Settembre.
Bibliografia.
1. Melchionda N, (1996) “L'obesità, evoluzione della terapia”, Bologna, Casa Editrice Pendragon
2. Golay A, Lagger G, Giordan A (2010) “Motiver le patient a changer?” Paris, Casa Editrice Maloine
3. D'Ivernois JF, Gagnayre R (1998) “Educare il paziente”, Casa Editrice Mediserve
L’Educazione Terapeutica del Paziente (ETP) orientata all’Obesità dell’Adulto con BED
Università di Roma La Sapienza, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione di Fisiopatologia Medica ed Endocrinologia
Prosperi E, Guidi G
Premessa. L'educazione terapeutica, secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (1998), “è finalizzata ad aiutare i pazienti e le famiglie a comprendere la malattia e il trattamento, ad acquisire o mantenere le competenze di cui hanno bisogno per gestire al meglio la loro vita con una malattia cronica”.L'utilizzo dell'educazione terapeutica nei pazienti obesi nasce dalla considerazione che l'obesità è ormai considerata una vera e propria malattia cronica in quanto necessita di un continuo controllo.(1)
Il Binge Eating Disorder è presente in una elevata percentuale di soggetti obesi nonostante non esistano dati concordanti sulla sua prevalenza. Le possibili modifiche, nel prossimo DSM-V, rispetto alla frequenza di abbuffate (da almeno due volte a settimana per oltre sei mesi a una volta a settimana nel corso degli ultimi tre mesi) potrebbero modificare i dati sulla prevalenza di questo disturbo.
Il paziente obeso con BED ha una maggiore preoccupazione per la forma e il peso corporeo, una più alta probabilità di comorbidità psichiatrica (disturbi dell'umore ed ansia)e una ridotta tolleranza alle emozioni rispetto al paziente obeso non BED. Per questa tipologia di pazienti, quindi, l'intervento di educazione terapeutica deve tener conto non solo dei fattori cognitivi e metacognitivi, ma anche di quelli emotivi.
Conoscenze della letteratura. Il Prof. Golay dell'Ospedale Universitario di Ginevra ha proposto un modello dell'educazione terapeutica a cinque dimensioni: cognitiva (le conoscenze); metacognitiva (l'idea che il paziente ha della sua malattia, del trattamento e della sua salute in generale); infracognitiva (i processi di pensiero appresi precocemente nell'infanzia); affettiva-emozionale; percettiva (l'ascolto del proprio corpo).(2)
In un programma di educazione terapeutica è importante esplorare tutte queste dimensioni valutando cosa il paziente sa del suo problema, quali sono i suoi progetti di vita, i suoi ragionamenti, come vive la sua malattia, cosa percepisce, cosa sente. (3)
Obiettivi. Presso l'Università di Roma, La Sapienza, con la coordinazione scientifica dei Proff. Giovanni Spera, Lorenzo Maria Donini e Lucio Gnessi, abbiamo fatto nascere gruppi di educazione terapeutica con pazienti obesi e pazienti obesi con BED con l’obiettivo non solo di migliorare le conoscenze e le competenze nel campo alimentare ma anche di riconoscere ed accettare le emozioni che generano gli episodi compulsivi, di praticare una mindful eating, di sviluppare uno stile di vita più attivo, di saper fare delle buone scelte.
I pazienti sono stati reclutati effettuando un' intervista semistrutturata di diagnosi educativa, per ampliare le conoscenze sul paziente, il suo vissuto della malattia, le sue teorie ingenue, il possibile sostegno sociale, le sue motivazioni al cambiamento, l'importanza che attribuisce al possibile cambiamento, le sue aspettative.
L'intervento è stato strutturato in otto incontri più due incontri di rinforzo a due mesi di distanza l'uno dall'altro.
Gli argomenti affrontati sono: come riconoscere la fame e la sazietà; la scelta degli alimenti; lo stile di vita attivo; la mindful eating; le emozioni; le abilità di regolazione emotiva; le situazioni a rischio; la prevenzione delle ricadute
I singoli incontri iniziano con una valutazione di ciò che i pazienti hanno appreso nell'incontro precedente e applicato nella loro vita quotidiana. Successivamente si affronta un nuovo argomento attraverso una metodologia esperienziale che permette ai pazienti di sentirsi protagonisti attivi del loro cambiamento.
Conclusioni. Attualmente sono in corso due gruppi e sono stati selezionati oltre trenta pazienti per i prossimi gruppi che inizieranno a Settembre.
Bibliografia.
1. Melchionda N, (1996) “L'obesità, evoluzione della terapia”, Bologna, Casa Editrice Pendragon
2. Golay A, Lagger G, Giordan A (2010) “Motiver le patient a changer?” Paris, Casa Editrice Maloine
3. D'Ivernois JF, Gagnayre R (1998) “Educare il paziente”, Casa Editrice Mediserve