TR2.10
Team approach multidisciplinare e multi professionale – integrazione delle professionalità esprime la traduzione operativa dell’interdisciplinarietà
Sapienza Università di Roma, Dip Medicina Sperimentale – Sez Fisiopatologia Medica, Scienza dell’Alimentazione ed Endocrinologia
*ICR villa delle Querce di Nemi (RM) – UOC di Riabilitazione Metabolico Nutrizionale Psicologica
Donini LM, Paolini M*, Civale C*, Tineri M*, Polidoro GP
Il focus sui protocolli terapeutici integrati definisce che il management, nel senso della "best practice", è multi-dimensionale, quindi multi-disciplinare e quindi inter-disciplinare con integrazione delle professionalità. Indubbiamente “Inter-disciplinarità” significa “toccare nei suoi aspetti principali il modo complessivo di fare la didattica” e quindi in ultima analisi il modo complessivo di “fare professione” attraverso l'integrazione delle discipline e la Formazione. Gli operatori devono essere formati ad affrontare il lavoro in Team e in Rete, nella cornice di piani di trattamento complessi e di lunga durata.
Accettare il concetto di inter-disciplinarità significa saper partire dalla pratica e non dalle sue interpretazioni teoriche. Inter-disciplinarità quindi significa saper partire dalle situazioni problematiche della pratica, da fenomeni e realtà globali sempre complessi e mai riconducibili al riduzionismo confinato in un ambito settoriale specifico o in una competenza disciplinare definita e di per sé sempre teorica e disinserita dalla pratica.
Quindi l'integrazione delle professionalità va vista non come sovrapposizione di ambiti professionali o affiancamento di discipline diverse, su una tematica comune, non come somma di competenze, ma come esplicazione di un ben più impegnativo e più serio tentativo di impostare l'intero iter terapeutico. Non: "Di che ti mando io" ma: "Parliamone insieme". Il primo caso si riferisce al Professionista che invia il Paziente ad un altro Professionista. Nel secondo caso i due (o più) professionisti si attivano insieme, con un comune linguaggio, per la soluzione di problemi che riguardano l'iter diagnostico-terapeutico
Sia per l’Obesità che per i Disturbi dell’Alimentazione il trattamento terapeutico-riabilitativo migliore consiste, secondo le linee-guida più recenti, in un team approach multidimensionale affidato al lavoro integrato delle stesse figure professionali: medici (internisti, nutrizionisti clinici, psichiatri, fisiatri), psicologi, dietisti, fisioterapisti, educatori ed infermieri. Gli operatori devono avere buona conoscenza delle competenze rispettive e un linguaggio condiviso per consentire un’efficace interazione tra le varie figure professionali. Non basta la semplice somma di figure professionali diverse: è indispensabile creare un linguaggio e una cultura comuni all’interno dell’équipe assistenziale al fine di ottenere una vera integrazione funzionale delle diverse competenze.
E’ essenziale, peraltro, definire con chiarezza i confini dell’operato di ogni professionista perché la confusione dei ruoli è un fattore d’insuccesso terapeutico. Un team efficace si costruisce attraverso un lungo e paziente lavoro di formazione. Per quanto i protocolli rappresentino una guida, il piano di cura deve essere disegnato ad personam e continuamente ri-calibrato per tutta la durata del percorso terapeutico, in base alle resistenze e alle eventuali non risposte ai vari interventi nei diversi setting. Il case manager, figura essenziale all’interno del team, sarà l’operatore – p.e. psichiatra o internista-nutrizionista - più adatto, in base al quadro clinico prevalente in quel soggetto e in quella fase del trattamento: sarà lui il punto di riferimento e di coordinamento per il paziente, i familiari e gli altri operatori. Sono stati e sono ancora frequenti - e non di rado tragici - gli errori dovuti a ignoranza e sottovalutazione delle complicanze mediche dei disturbi dell’alimentazione e dell’Obesità. Altrettanto pericolose sono le gestioni troppo peso-centrate, con atteggiamenti ingenui verso la psicopatologia delle persone con anoressia, bulimia, Obesità.
E’ opinione confortata dall’esperienza oltre che da una letteratura scientifica crescente che uno stesso team (che abbia, naturalmente, le competenze necessarie) possa affrontare in un setting di lavoro che abbia caratteristiche strutturali e funzionali adeguate pazienti con malnutrizione sia per eccesso che per difetto (Anoressia, Bulimia, Obesità), con le ovvie modulazioni dei programmi.
Bibliografia.
1. Donini LM et al (2010) “Obesità e disturbi dell’Alimentazione. Indicazioni per i diversi livelli di trattamento. Documento di Consensus” Eat Weight Disord 15(1-2 Suppl):1-3
2. National Institutes of Health (1998) “Clinical guidelines on the identification, evaluation and treatment of overweight and obesity in adults. The evidence report! Obesity Research 6 Suppl, 2,51S-209S
3. Fairburn C, Brownell K, eds (2002) “Eating Disorders and Obesity. A Comprehensive Handbook” Second Edition ed. New York: Guilford
4. Birmingham CL, Jones P, Hoffer LJ (2003) “The management of adult obesity” Eat Weight Disord 8, 157-63.
Team approach multidisciplinare e multi professionale – integrazione delle professionalità esprime la traduzione operativa dell’interdisciplinarietà
Sapienza Università di Roma, Dip Medicina Sperimentale – Sez Fisiopatologia Medica, Scienza dell’Alimentazione ed Endocrinologia
*ICR villa delle Querce di Nemi (RM) – UOC di Riabilitazione Metabolico Nutrizionale Psicologica
Donini LM, Paolini M*, Civale C*, Tineri M*, Polidoro GP
Il focus sui protocolli terapeutici integrati definisce che il management, nel senso della "best practice", è multi-dimensionale, quindi multi-disciplinare e quindi inter-disciplinare con integrazione delle professionalità. Indubbiamente “Inter-disciplinarità” significa “toccare nei suoi aspetti principali il modo complessivo di fare la didattica” e quindi in ultima analisi il modo complessivo di “fare professione” attraverso l'integrazione delle discipline e la Formazione. Gli operatori devono essere formati ad affrontare il lavoro in Team e in Rete, nella cornice di piani di trattamento complessi e di lunga durata.
Accettare il concetto di inter-disciplinarità significa saper partire dalla pratica e non dalle sue interpretazioni teoriche. Inter-disciplinarità quindi significa saper partire dalle situazioni problematiche della pratica, da fenomeni e realtà globali sempre complessi e mai riconducibili al riduzionismo confinato in un ambito settoriale specifico o in una competenza disciplinare definita e di per sé sempre teorica e disinserita dalla pratica.
Quindi l'integrazione delle professionalità va vista non come sovrapposizione di ambiti professionali o affiancamento di discipline diverse, su una tematica comune, non come somma di competenze, ma come esplicazione di un ben più impegnativo e più serio tentativo di impostare l'intero iter terapeutico. Non: "Di che ti mando io" ma: "Parliamone insieme". Il primo caso si riferisce al Professionista che invia il Paziente ad un altro Professionista. Nel secondo caso i due (o più) professionisti si attivano insieme, con un comune linguaggio, per la soluzione di problemi che riguardano l'iter diagnostico-terapeutico
Sia per l’Obesità che per i Disturbi dell’Alimentazione il trattamento terapeutico-riabilitativo migliore consiste, secondo le linee-guida più recenti, in un team approach multidimensionale affidato al lavoro integrato delle stesse figure professionali: medici (internisti, nutrizionisti clinici, psichiatri, fisiatri), psicologi, dietisti, fisioterapisti, educatori ed infermieri. Gli operatori devono avere buona conoscenza delle competenze rispettive e un linguaggio condiviso per consentire un’efficace interazione tra le varie figure professionali. Non basta la semplice somma di figure professionali diverse: è indispensabile creare un linguaggio e una cultura comuni all’interno dell’équipe assistenziale al fine di ottenere una vera integrazione funzionale delle diverse competenze.
E’ essenziale, peraltro, definire con chiarezza i confini dell’operato di ogni professionista perché la confusione dei ruoli è un fattore d’insuccesso terapeutico. Un team efficace si costruisce attraverso un lungo e paziente lavoro di formazione. Per quanto i protocolli rappresentino una guida, il piano di cura deve essere disegnato ad personam e continuamente ri-calibrato per tutta la durata del percorso terapeutico, in base alle resistenze e alle eventuali non risposte ai vari interventi nei diversi setting. Il case manager, figura essenziale all’interno del team, sarà l’operatore – p.e. psichiatra o internista-nutrizionista - più adatto, in base al quadro clinico prevalente in quel soggetto e in quella fase del trattamento: sarà lui il punto di riferimento e di coordinamento per il paziente, i familiari e gli altri operatori. Sono stati e sono ancora frequenti - e non di rado tragici - gli errori dovuti a ignoranza e sottovalutazione delle complicanze mediche dei disturbi dell’alimentazione e dell’Obesità. Altrettanto pericolose sono le gestioni troppo peso-centrate, con atteggiamenti ingenui verso la psicopatologia delle persone con anoressia, bulimia, Obesità.
E’ opinione confortata dall’esperienza oltre che da una letteratura scientifica crescente che uno stesso team (che abbia, naturalmente, le competenze necessarie) possa affrontare in un setting di lavoro che abbia caratteristiche strutturali e funzionali adeguate pazienti con malnutrizione sia per eccesso che per difetto (Anoressia, Bulimia, Obesità), con le ovvie modulazioni dei programmi.
Bibliografia.
1. Donini LM et al (2010) “Obesità e disturbi dell’Alimentazione. Indicazioni per i diversi livelli di trattamento. Documento di Consensus” Eat Weight Disord 15(1-2 Suppl):1-3
2. National Institutes of Health (1998) “Clinical guidelines on the identification, evaluation and treatment of overweight and obesity in adults. The evidence report! Obesity Research 6 Suppl, 2,51S-209S
3. Fairburn C, Brownell K, eds (2002) “Eating Disorders and Obesity. A Comprehensive Handbook” Second Edition ed. New York: Guilford
4. Birmingham CL, Jones P, Hoffer LJ (2003) “The management of adult obesity” Eat Weight Disord 8, 157-63.