TR2.14.
Fattori che ostacolano il Team-Approach Multi-disciplinare e Multi-professionale
Turrini G
I principali fattori che possono ostacolare il team-approach multidisciplinare e multiprofessionale derivano dalla difficoltà di integrazione. L’integrazione, termine ormai abusato, non consiste in una mera sommatoria di interventi diversi, bensì nella condivisione di un comune obiettivo per raggiungere il quale interventi diversi debbono essere resi compatibili e sinergici.
Ciò richiede, quasi sempre, che ogni intervento possa rinunciare ad una presunta superiorità riconoscendo che, in assenza degli altri interventi, sarebbe inefficace o almeno insoddisfacente.
Il modello cui si può fare riferimento è quello della costruzione di un edificio, nel quale ogni pietra, anche la più piccola e la più apparentemente insignificante, è necessaria per la edificazione; e quella più grande, e apparentemente più importante, non è da sola sufficiente.
Tale modello è raggiungibile forse solo utopicamente, perché la natura degli uomini vi si oppone. Richiede infatti la rinuncia alla gerarchia, la soppressione di differenze di ruolo, la percezione delle differenze professionali come elemento arricchente e non discriminante. Si tratta di presupposti che vengono facilmente condivisi a livello teorico, e magari anche cognitivo, ma non così facilmente accettati a livello emotivo. L’osservazione dei team mostra come sia assai difficile evitare atteggiamenti discriminatori, lotte di potere, ricerca della affermazione della propria identità tramite argomenti (pseudo)tecnici. Tali atteggiamenti non vengono in genere esplicitamente riconosciuti, anzi, più spesso, vengono negati, afferendo in larga parte, anche nelle migliori ipotesi, a moti emotivi di cui il soggetto ha consapevolezza nulla o comunque insufficiente.
Se questa è la diagnosi, quale può essere la cura? Come avviene spesso in ambito clinico, la cura appare più difficile della diagnosi. Il provvedimento dotato di maggiore fondatezza sembra essere la applicazione di metodologie formative del team, centrate sugli aspetti emotivi in buona parte negletti quando non addirittura inconsci, attraverso la metodica della supervisione di gruppo, così come realizzato dal gruppo eterocentrato con metodica Balint.
Fattori che ostacolano il Team-Approach Multi-disciplinare e Multi-professionale
Turrini G
I principali fattori che possono ostacolare il team-approach multidisciplinare e multiprofessionale derivano dalla difficoltà di integrazione. L’integrazione, termine ormai abusato, non consiste in una mera sommatoria di interventi diversi, bensì nella condivisione di un comune obiettivo per raggiungere il quale interventi diversi debbono essere resi compatibili e sinergici.
Ciò richiede, quasi sempre, che ogni intervento possa rinunciare ad una presunta superiorità riconoscendo che, in assenza degli altri interventi, sarebbe inefficace o almeno insoddisfacente.
Il modello cui si può fare riferimento è quello della costruzione di un edificio, nel quale ogni pietra, anche la più piccola e la più apparentemente insignificante, è necessaria per la edificazione; e quella più grande, e apparentemente più importante, non è da sola sufficiente.
Tale modello è raggiungibile forse solo utopicamente, perché la natura degli uomini vi si oppone. Richiede infatti la rinuncia alla gerarchia, la soppressione di differenze di ruolo, la percezione delle differenze professionali come elemento arricchente e non discriminante. Si tratta di presupposti che vengono facilmente condivisi a livello teorico, e magari anche cognitivo, ma non così facilmente accettati a livello emotivo. L’osservazione dei team mostra come sia assai difficile evitare atteggiamenti discriminatori, lotte di potere, ricerca della affermazione della propria identità tramite argomenti (pseudo)tecnici. Tali atteggiamenti non vengono in genere esplicitamente riconosciuti, anzi, più spesso, vengono negati, afferendo in larga parte, anche nelle migliori ipotesi, a moti emotivi di cui il soggetto ha consapevolezza nulla o comunque insufficiente.
Se questa è la diagnosi, quale può essere la cura? Come avviene spesso in ambito clinico, la cura appare più difficile della diagnosi. Il provvedimento dotato di maggiore fondatezza sembra essere la applicazione di metodologie formative del team, centrate sugli aspetti emotivi in buona parte negletti quando non addirittura inconsci, attraverso la metodica della supervisione di gruppo, così come realizzato dal gruppo eterocentrato con metodica Balint.