TR4.1.
Diagnosi nei bambini e giovani adolescenti: evoluzione dell’esordio e dei criteri diagnostici
Dipartimento di Neuroscienze, Università di Padova
Favero A
Il centro per i disturbi alimentari di Padova ha iniziato la sua attività dal 1980 e dal 1986 raccoglie sistematicamente i dati dei pazienti che hanno richiesto un trattamento presso il centro. Il lavoro nel nostro centro è basato sull’integrazione tra lavoro clinico e lavoro di ricerca. Attualmente, il nostro Registro dei casi include oltre 3.500 diversi pazienti con diagnosi di disturbo del comportamento alimentare (DCA). Si tratta di un Registro unico nel suo genere che fornisce elementi utili per capire come le caratteristiche diagnostiche e cliniche dei soggetti che soffrono di DCA sono evolute nel tempo. Per questo motivo, il nostro gruppo di lavoro ha ricevuto una richiesta di collaborazione da parte della Task Force che si sta occupando della revisione dei criteri diagnostici (Washington, 2010).
In questo contesto è stato effettuato uno studio recente (Favaro et al., 2009) che ha valutato l’evoluzione dell’età di esordio nelle diverse generazioni. Nei soggetti con anoressia nervosa (AN)nati nel periodo 1970-1972 l’età media di esordio è mediamente maggiore rispetto a quella riportata dai soggetti nati tra il 1979 e il 1981, indipendentemente dall’età alla presentazione (Favaro et al., 2009). Il rischio di avere un esordio prima dei 16 anni di età è più che raddoppiato nello stesso periodo e un andamento del tutto sovrapponibile è evidenziabile per i soggetti con diagnosi di bulimia nervosa (BN). La conclusione del nostro studio quindi è che l’età di esordio nei DCA sta diminuendo nelle nuove generazioni. A cosa possiamo attribuire questa diminuzione? Una giovane età di esordio è stata associata ad una maggiore prevalenza di complicanze perinatali (Favaro et al., 2006; Favaro et al., 2010), ma è verosimile che la diminuzione dell’età di esordio sia soprattutto dovuta a fattori biologici/ormonali (diminuzione dell’età al menarca) e a fattori sociali e culturali (sempre più precoce esposizione ai mass media) (Favaro et al., 2009).
Quali conseguenze ha questa osservazione dal punto di vista clinico e diagnostico? E’ corretto utilizzare gli stessi criteri diagnostici negli adulti e nei giovani adolescenti? In ambito scientifico è in corso una discussione su come debbano essere adattati i criteri diagnostici per poter essere utilizzati anche nei bambini e giovani adolescenti (Knoll et al., 2011). Il DSM-5 con le variazioni che propone cerca di rispondere a queste necessità in vari modi: a) l’utilizzo di una soglia ‘clinica’ per la definizione della perdita di peso o, nel caso di bambini, della mancata crescita; b) l’abolizione del criterio amenorrea, utilizzabile solo nelle adolescenti post-pubertà e non nei maschi o nelle prepuberi; c) la formulazione dei criteri che consistono non solo in aspetti ‘cognitivi’ (es. paura di ingrassare), ma anche in corrispettivi aspetti ‘comportamentali’ (comportarsi in modo da evitare il recupero di peso)
Bibliografia
FAVARO A., TENCONI E., SANTONASTASO P. (2006) Perinatal factors and the risk of developing anorexia and bulimia nervosa. Archives of General Psychiatry, 63, 82-88
FAVARO A., CAREGARO L., TENCONI E., BOSELLO R., SANTONASTASO P. (2009) Time trends in age of onset of anorexia nervosa and bulimia nervosa. Journal of Clinical Psychiatry, 70, 1715-21.
FAVARO A., TENCONI E., SANTONASTASO P. (2010) The interaction between perinatal factor and childhood abuse in the risk of developing anorexia nervosa. Psychological Medicine, 40:657-665
KNOLL S., BULIK C.M., HEBEBRAND J. (2011) Do the currently proposed DSM-5 criteria for anorexia nervosa adequately consider developmental aspects in children and adolescents European Child and Adolescent Psychiatry, 20:95-101.
Diagnosi nei bambini e giovani adolescenti: evoluzione dell’esordio e dei criteri diagnostici
Dipartimento di Neuroscienze, Università di Padova
Favero A
Il centro per i disturbi alimentari di Padova ha iniziato la sua attività dal 1980 e dal 1986 raccoglie sistematicamente i dati dei pazienti che hanno richiesto un trattamento presso il centro. Il lavoro nel nostro centro è basato sull’integrazione tra lavoro clinico e lavoro di ricerca. Attualmente, il nostro Registro dei casi include oltre 3.500 diversi pazienti con diagnosi di disturbo del comportamento alimentare (DCA). Si tratta di un Registro unico nel suo genere che fornisce elementi utili per capire come le caratteristiche diagnostiche e cliniche dei soggetti che soffrono di DCA sono evolute nel tempo. Per questo motivo, il nostro gruppo di lavoro ha ricevuto una richiesta di collaborazione da parte della Task Force che si sta occupando della revisione dei criteri diagnostici (Washington, 2010).
In questo contesto è stato effettuato uno studio recente (Favaro et al., 2009) che ha valutato l’evoluzione dell’età di esordio nelle diverse generazioni. Nei soggetti con anoressia nervosa (AN)nati nel periodo 1970-1972 l’età media di esordio è mediamente maggiore rispetto a quella riportata dai soggetti nati tra il 1979 e il 1981, indipendentemente dall’età alla presentazione (Favaro et al., 2009). Il rischio di avere un esordio prima dei 16 anni di età è più che raddoppiato nello stesso periodo e un andamento del tutto sovrapponibile è evidenziabile per i soggetti con diagnosi di bulimia nervosa (BN). La conclusione del nostro studio quindi è che l’età di esordio nei DCA sta diminuendo nelle nuove generazioni. A cosa possiamo attribuire questa diminuzione? Una giovane età di esordio è stata associata ad una maggiore prevalenza di complicanze perinatali (Favaro et al., 2006; Favaro et al., 2010), ma è verosimile che la diminuzione dell’età di esordio sia soprattutto dovuta a fattori biologici/ormonali (diminuzione dell’età al menarca) e a fattori sociali e culturali (sempre più precoce esposizione ai mass media) (Favaro et al., 2009).
Quali conseguenze ha questa osservazione dal punto di vista clinico e diagnostico? E’ corretto utilizzare gli stessi criteri diagnostici negli adulti e nei giovani adolescenti? In ambito scientifico è in corso una discussione su come debbano essere adattati i criteri diagnostici per poter essere utilizzati anche nei bambini e giovani adolescenti (Knoll et al., 2011). Il DSM-5 con le variazioni che propone cerca di rispondere a queste necessità in vari modi: a) l’utilizzo di una soglia ‘clinica’ per la definizione della perdita di peso o, nel caso di bambini, della mancata crescita; b) l’abolizione del criterio amenorrea, utilizzabile solo nelle adolescenti post-pubertà e non nei maschi o nelle prepuberi; c) la formulazione dei criteri che consistono non solo in aspetti ‘cognitivi’ (es. paura di ingrassare), ma anche in corrispettivi aspetti ‘comportamentali’ (comportarsi in modo da evitare il recupero di peso)
Bibliografia
FAVARO A., TENCONI E., SANTONASTASO P. (2006) Perinatal factors and the risk of developing anorexia and bulimia nervosa. Archives of General Psychiatry, 63, 82-88
FAVARO A., CAREGARO L., TENCONI E., BOSELLO R., SANTONASTASO P. (2009) Time trends in age of onset of anorexia nervosa and bulimia nervosa. Journal of Clinical Psychiatry, 70, 1715-21.
FAVARO A., TENCONI E., SANTONASTASO P. (2010) The interaction between perinatal factor and childhood abuse in the risk of developing anorexia nervosa. Psychological Medicine, 40:657-665
KNOLL S., BULIK C.M., HEBEBRAND J. (2011) Do the currently proposed DSM-5 criteria for anorexia nervosa adequately consider developmental aspects in children and adolescents European Child and Adolescent Psychiatry, 20:95-101.