MCP.11.
Il Training di Assertività: Diagnosi e strategie di intervento nei Disturbi del Comportamento Alimentare. SISDca-Sezione Regionale Sicilia
Lanzarone C
Premesse. Questo lavoro intende mettere in evidenza come la bassa autoaffermazione, definita tecnicamente mancanza di assertività, sia una caratteristica emotiva importante tra i pazienti con disturbi alimentari. Infatti numerosi studi e ricerche confermano come nella popolazione femminile la mancanza di assertività è collegata, o ha una capacità predittiva, per lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare. Pazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare mostrano un più basso livello di assertività rispetto alla popolazione normale (1). Difatti le problematiche psicologiche ed emotive di questa categoria di pazienti sono spesso il risultato di procedimenti ovvi come apprendimenti sbagliati, deduzioni errate in base ad informazioni incongrue o inadeguate, e perfino scorretta distinzione fra realtà ed immaginazione. Nei loro racconti emergono spesso le loro difficoltà interpersonali e riferiscono di provare ansia collegata all’impossibilità di esprimere i propri sentimenti, le proprie idee in modo soddisfacente e socialmente efficace. In funzione di tali esperienze e in funzione della loro sistematicità e ripetitività, queste pazienti “apprendono” ad essere ipercritiche verso se stesse, non riescono a distinguere adeguatamente la volontà, il desiderio, l’utilità e il dovere. Tendono ad eccessive doverizzazioni e spesso identificano la propria gratificazione con la gratificazione degli altri. Questo comporta un incongruo innalzamento delle aspettative interpersonali,la cui frustrazione è mal tollerata. Concomitanti sono anche alcune sistematiche distorsioni cognitive come la deduzione arbitraria e l’astrazione selettiva, per cui vi è una punteggiatura quasi esclusiva sulle esperienze di fallimento, errore, perdita e debolezza. Il riversamento del proprio senso di valore sulla forma fisica e sul raggiungimento di dato peso è uno dei meccanismi base dei Disturbi Alimentari e la componente anassertiva è un fattore di importanza cruciale nell’esplosione e nel mantenimento del disagio.
Conoscenze della Letteratura. Esistono diverse definizioni del termine assertività, tante quanti sono gli ambiti di applicazione delle terapie assertive: comunicazione interpersonale, gestione dell’ansia, riabilitazione psichiatrica, terapia sessuale, campo aziendale ed educazionale. Le attuali tecniche per l’addestramento assertivo si basano perlopiù sugli scritti di Wolpe del 1958 e del 1969, e di Lazarus del 1966 e, in grado minore, sugli scritti di A.Salter del 1949. Lazarus ha, difatti, contribuito alla costruzione di tecniche assertive, nel 1971, perfezionando il gioco dei ruoli e sottolineando come sia fondamentale rappresentare attraverso la scena il comportamento alternativo fino alla scomparsa dell’ansia e sulla posto la sua attenzione sull’importanza del modeling nell’apprendimento dei comportamenti assertivi. Le tecniche hanno chiaramente una variabilità legata ai contesti applicativi della terapia e del training assertivo.
Valutazione psicometrica. La valutazione di tale caratteristica emotiva, ed in particolare l’ansia e la competenza sociale, e più nello specifico come esse sono percepite ed espresse dal soggetto nell’interazione con gli altri, vengono rilevate attraverso l’uso della Scala di Rathus, nella versione italiana (2). Si tratta di una scala per la valutazione del comportamento assertivo nelle varie situazioni della vita quotidiana prendendo in considerazione trenta circostanze di realtà vissuta da ogni individuo e descrive i relativi sentimenti provati o repressi, i pensieri espressi o taciuti. Si tratta di considerare se la frase esprima una caratteristica posseduta e rappresenti una descrizione efficace della personalità, indicando a lato delle trenta voci un punteggio in sei livelli da +3 a -3, a seconda che si valuti da “molto caratteristico della mia persona, mi descrive in modo preciso” a “molto non caratteristico della mia persona e quindi non corrispondente come descrizione di me”. La Scala di Rathus quindi rileva l’ansia e la competenza sociale e come esse sono percepite ed espresse dal soggetto nell’interazione con gli altri.
Una altro questionario di valutazione dell’ansia e della competenza sociale è “L’Assertion Inventory” di Grambrill (3). E’ formato da 40 affermazioni che descrivono comportamenti diversi delle persone in contesti differenti, come chiedere favori, declinare richieste, esprimere opinioni, nei rapporti con l’altro sesso.Il soggetto deve indicare il grado di disagio provato nel gestire una particolare situazione interpersonale e di evidenziare anche la probabilità di emissione di un comportamento, su una Scala Likert da 1 a 5, nel primo caso la scala va da “niente” a “moltissimo”, nel secondo caso da “mai” a “sempre”. I risultati propongono quattro tipologie di caratteristiche emotive, assertiva, ansiosa, indifferente, passiva-anassertiva (3).
Può anche essere utile la valutazione del senso di self-efficacy provato da questi pazienti, attraverso l’uso della Scala dell’Autostima di Rosenberg, validazione Italiana di Prezza M (4).
La mancanza di assertività sembra dunque essere un tratto significativo nei pazienti con disturbi del comportamento alimentare e sembra può peggiori il suo risultato e il mantenimento del corteo sintomatologico perpetuano i sintomi. Per altro la bassa auto-affermazione può essere considerata un fattore predittivo per lo sviluppo di un disturbo alimentare e devono essere gestita da un punto della prevenzione primaria e del percorso terapeutico. (5)
Aspetti metodologici. L’Organizzazione del training con le pazienti affette da disturbi del comportamento alimentare prevede come tempi un ciclo di 10 incontri di gruppo della durata di un’ora e mezza ciascuno. Guidati da un esperto psicologo,si procede con una breve esposizione teorica attraverso lezioni frontali, e con attività esperenziali attraverso role-playng, simulate. Le pazienti vengono tutte sottoposte ad una valutazione che prevede la somministrazione dei questionari sopradescritti prima e dopo il training . I primi incontri introduttivi di reciproca presentazione ed illustrazione del percorso, prevedono un accordo sulla cadenza degli incontri, un brainstorming volto a cogliere il meta contesto delle pazienti, al fine di condividere una migliore consapevolezza della propria modalità di comunicare e gestire quelle relazioni che vengono percepite come “difficili”,e infine valorizzare se stessi e l’altro. Negli incontri vengono presentati i 3 stili di comportamento comunicativo (passivo, aggressivo ed assertivo) evidenziando caratteristiche, differenze, conseguenze a breve e lungo termine. Negli incontri successivi viene svolto un approfondimento di tutte le tematiche legate alla comunicazione e agli stili della stessa (passivo, aggressivo, assertivo). Viene via via approfondito naturalmente, lo stile assertivo nei suoi aspetti verbali e non verbali, discussi i vantaggi e le difficoltà nel mettere in pratica il comportamento assertivo. Il lavoro si concentra anche sull’autostima e il concetto di sé, arrivando all’introduzione dei concetti di “dialogo interno” (secondo il modello ABC) come elemento fondamentale per trasformare le proprie reazioni emotive e comportamentali in azioni consapevoli, e di “valore personale” riconoscendo i propri bisogni, desideri che, non necessariamente concordano con quelli altrui.
Conclusioni. Diversi studi e ricerche, ma anche la nostra esperienza, dimostrano come il training di assertività porti a miglioramenti significativi nella riduzione di comportamenti alimentari disadattavi e ad un potenziamento del funzionamento sociale. Quest’ultimo a sua volta diventa strumento di rafforzamento del sé e delle sue declinazioni esistenziali. Un adeguato addestramento assertivo favorisce,inoltre, la presa di coscienza delle risorse dell’individuo e lo sviluppo della personalità,facilita l’espressione di emozioni,desideri e bisogni secondo un modello di comportamento e di relazione con l’altro che non sia né aggressivo,né passivo.
Bibliografia:
1. Behar AR, GR Manzo, Casanova ZD (2006) “Titolo”
2. Galeazzi A (1989) “Uno strumento per l’assessment comportamentale: il questionario di assertività di Rathus (RAS)” Bollettino di psicologia applicata 190, xxx-xxx, Firenze,O.S.
3. Grambrill ED, Richey CA (1975) “An assertion inventory for use in assessment and research” Behavior Therapy 6, 500-561
4. Prezza M, Trombaccia FR, Armento L (1997) Giornale di Psicologia 223, 35–44
5. Shiina A et al (2005) Psychiatry Clin Neurosci 59, 690-6.
Il Training di Assertività: Diagnosi e strategie di intervento nei Disturbi del Comportamento Alimentare. SISDca-Sezione Regionale Sicilia
Lanzarone C
Premesse. Questo lavoro intende mettere in evidenza come la bassa autoaffermazione, definita tecnicamente mancanza di assertività, sia una caratteristica emotiva importante tra i pazienti con disturbi alimentari. Infatti numerosi studi e ricerche confermano come nella popolazione femminile la mancanza di assertività è collegata, o ha una capacità predittiva, per lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare. Pazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare mostrano un più basso livello di assertività rispetto alla popolazione normale (1). Difatti le problematiche psicologiche ed emotive di questa categoria di pazienti sono spesso il risultato di procedimenti ovvi come apprendimenti sbagliati, deduzioni errate in base ad informazioni incongrue o inadeguate, e perfino scorretta distinzione fra realtà ed immaginazione. Nei loro racconti emergono spesso le loro difficoltà interpersonali e riferiscono di provare ansia collegata all’impossibilità di esprimere i propri sentimenti, le proprie idee in modo soddisfacente e socialmente efficace. In funzione di tali esperienze e in funzione della loro sistematicità e ripetitività, queste pazienti “apprendono” ad essere ipercritiche verso se stesse, non riescono a distinguere adeguatamente la volontà, il desiderio, l’utilità e il dovere. Tendono ad eccessive doverizzazioni e spesso identificano la propria gratificazione con la gratificazione degli altri. Questo comporta un incongruo innalzamento delle aspettative interpersonali,la cui frustrazione è mal tollerata. Concomitanti sono anche alcune sistematiche distorsioni cognitive come la deduzione arbitraria e l’astrazione selettiva, per cui vi è una punteggiatura quasi esclusiva sulle esperienze di fallimento, errore, perdita e debolezza. Il riversamento del proprio senso di valore sulla forma fisica e sul raggiungimento di dato peso è uno dei meccanismi base dei Disturbi Alimentari e la componente anassertiva è un fattore di importanza cruciale nell’esplosione e nel mantenimento del disagio.
Conoscenze della Letteratura. Esistono diverse definizioni del termine assertività, tante quanti sono gli ambiti di applicazione delle terapie assertive: comunicazione interpersonale, gestione dell’ansia, riabilitazione psichiatrica, terapia sessuale, campo aziendale ed educazionale. Le attuali tecniche per l’addestramento assertivo si basano perlopiù sugli scritti di Wolpe del 1958 e del 1969, e di Lazarus del 1966 e, in grado minore, sugli scritti di A.Salter del 1949. Lazarus ha, difatti, contribuito alla costruzione di tecniche assertive, nel 1971, perfezionando il gioco dei ruoli e sottolineando come sia fondamentale rappresentare attraverso la scena il comportamento alternativo fino alla scomparsa dell’ansia e sulla posto la sua attenzione sull’importanza del modeling nell’apprendimento dei comportamenti assertivi. Le tecniche hanno chiaramente una variabilità legata ai contesti applicativi della terapia e del training assertivo.
Valutazione psicometrica. La valutazione di tale caratteristica emotiva, ed in particolare l’ansia e la competenza sociale, e più nello specifico come esse sono percepite ed espresse dal soggetto nell’interazione con gli altri, vengono rilevate attraverso l’uso della Scala di Rathus, nella versione italiana (2). Si tratta di una scala per la valutazione del comportamento assertivo nelle varie situazioni della vita quotidiana prendendo in considerazione trenta circostanze di realtà vissuta da ogni individuo e descrive i relativi sentimenti provati o repressi, i pensieri espressi o taciuti. Si tratta di considerare se la frase esprima una caratteristica posseduta e rappresenti una descrizione efficace della personalità, indicando a lato delle trenta voci un punteggio in sei livelli da +3 a -3, a seconda che si valuti da “molto caratteristico della mia persona, mi descrive in modo preciso” a “molto non caratteristico della mia persona e quindi non corrispondente come descrizione di me”. La Scala di Rathus quindi rileva l’ansia e la competenza sociale e come esse sono percepite ed espresse dal soggetto nell’interazione con gli altri.
Una altro questionario di valutazione dell’ansia e della competenza sociale è “L’Assertion Inventory” di Grambrill (3). E’ formato da 40 affermazioni che descrivono comportamenti diversi delle persone in contesti differenti, come chiedere favori, declinare richieste, esprimere opinioni, nei rapporti con l’altro sesso.Il soggetto deve indicare il grado di disagio provato nel gestire una particolare situazione interpersonale e di evidenziare anche la probabilità di emissione di un comportamento, su una Scala Likert da 1 a 5, nel primo caso la scala va da “niente” a “moltissimo”, nel secondo caso da “mai” a “sempre”. I risultati propongono quattro tipologie di caratteristiche emotive, assertiva, ansiosa, indifferente, passiva-anassertiva (3).
Può anche essere utile la valutazione del senso di self-efficacy provato da questi pazienti, attraverso l’uso della Scala dell’Autostima di Rosenberg, validazione Italiana di Prezza M (4).
La mancanza di assertività sembra dunque essere un tratto significativo nei pazienti con disturbi del comportamento alimentare e sembra può peggiori il suo risultato e il mantenimento del corteo sintomatologico perpetuano i sintomi. Per altro la bassa auto-affermazione può essere considerata un fattore predittivo per lo sviluppo di un disturbo alimentare e devono essere gestita da un punto della prevenzione primaria e del percorso terapeutico. (5)
Aspetti metodologici. L’Organizzazione del training con le pazienti affette da disturbi del comportamento alimentare prevede come tempi un ciclo di 10 incontri di gruppo della durata di un’ora e mezza ciascuno. Guidati da un esperto psicologo,si procede con una breve esposizione teorica attraverso lezioni frontali, e con attività esperenziali attraverso role-playng, simulate. Le pazienti vengono tutte sottoposte ad una valutazione che prevede la somministrazione dei questionari sopradescritti prima e dopo il training . I primi incontri introduttivi di reciproca presentazione ed illustrazione del percorso, prevedono un accordo sulla cadenza degli incontri, un brainstorming volto a cogliere il meta contesto delle pazienti, al fine di condividere una migliore consapevolezza della propria modalità di comunicare e gestire quelle relazioni che vengono percepite come “difficili”,e infine valorizzare se stessi e l’altro. Negli incontri vengono presentati i 3 stili di comportamento comunicativo (passivo, aggressivo ed assertivo) evidenziando caratteristiche, differenze, conseguenze a breve e lungo termine. Negli incontri successivi viene svolto un approfondimento di tutte le tematiche legate alla comunicazione e agli stili della stessa (passivo, aggressivo, assertivo). Viene via via approfondito naturalmente, lo stile assertivo nei suoi aspetti verbali e non verbali, discussi i vantaggi e le difficoltà nel mettere in pratica il comportamento assertivo. Il lavoro si concentra anche sull’autostima e il concetto di sé, arrivando all’introduzione dei concetti di “dialogo interno” (secondo il modello ABC) come elemento fondamentale per trasformare le proprie reazioni emotive e comportamentali in azioni consapevoli, e di “valore personale” riconoscendo i propri bisogni, desideri che, non necessariamente concordano con quelli altrui.
Conclusioni. Diversi studi e ricerche, ma anche la nostra esperienza, dimostrano come il training di assertività porti a miglioramenti significativi nella riduzione di comportamenti alimentari disadattavi e ad un potenziamento del funzionamento sociale. Quest’ultimo a sua volta diventa strumento di rafforzamento del sé e delle sue declinazioni esistenziali. Un adeguato addestramento assertivo favorisce,inoltre, la presa di coscienza delle risorse dell’individuo e lo sviluppo della personalità,facilita l’espressione di emozioni,desideri e bisogni secondo un modello di comportamento e di relazione con l’altro che non sia né aggressivo,né passivo.
Bibliografia:
1. Behar AR, GR Manzo, Casanova ZD (2006) “Titolo”
2. Galeazzi A (1989) “Uno strumento per l’assessment comportamentale: il questionario di assertività di Rathus (RAS)” Bollettino di psicologia applicata 190, xxx-xxx, Firenze,O.S.
3. Grambrill ED, Richey CA (1975) “An assertion inventory for use in assessment and research” Behavior Therapy 6, 500-561
4. Prezza M, Trombaccia FR, Armento L (1997) Giornale di Psicologia 223, 35–44
5. Shiina A et al (2005) Psychiatry Clin Neurosci 59, 690-6.