MCP.20.
Il trattamento psicoterapico in Day Hospital dell’Anoressia-Bulimia
Centro Gruber, Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare, Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi d’Ansia e Psicosomatici
Schumann R
Premesse. Esiste una popolazione di pazienti che si presenta all’osservazione clinica con quadri caratterizzati da una complessità maggiore rispetto a quelli solitamente reclutati nei trial clinici.Un’analisi funzionale delle complesse configurazioni sintomatologiche oltre che delle differenti motivazioni e delle multiple cause psico-fisiche del singolo paziente sono la premessa per una scelta specifica di interventi psicoterapici e interdisciplinari. Le valutazioni per la scelta degli approcci psicoterapici necessitano un’apertura transteorica e multimodulare.
Descrizione del setting di cura. Il Day Hospital qui inteso come Terapia Intensiva Giornaliera presso il Centro Gruber, Servizio di diagnosi e terapia per i DCA con percorsi diagnostici-terapeutici certificati dal 2003.
Obiettivi. Il paziente necessita di livelli di cura tra loro in rete, con un progetto terapeutico condiviso, che segua modelli di psicoterapie integrabili con la Riabilitazione Psico-Nutrizionale, comprensibile per il paziente e basato sulle evidenze scientifiche (1).
Le psicoterapie qui descritte sono da intendersi come strumenti modulari integrabili in un percorso di terapia intensiva per DCA con e senza comorbilità con Disturbi d’Ansia (DOC, PTSD, Fobie specifiche, Attacchi di Panico, Fobia Sociale).
Aspetti metodologici. L’intervento della Terapia Cognitiva (TC) consiste nell’individuare con il paziente pensieri ricorrenti, schemi fissi di ragionamento ed interpretazione che sono concomitanti con forti emozioni negative e che vengono percepiti come sintomi o ne sono la causa. Ne consegue che ciò che viene oggi inteso per attività cognitiva è qualcosa di molto più ampio dell'attività di pensiero razionale e cosciente come è nell'accezione del senso comune. L'attività cognitiva è l'attività automatica e pervasiva di una struttura profonda generatrice di significato (2). La Schema-Focused Cognitive-Behavior Therapy (SFCBT) combina elementi tratti dai modelli cognitivi, cognitivo-comportamentali, dalla teoria dell’attaccamento, dalla terapia della Gestalt, dalla teoria delle relazioni oggettuali e dal costruttivismo. Il concetto alla base di questo modello è quello di “schema maladattivo precoce”, ossia un tema o pattern, formato da ricordi, emozioni, cognizioni e sensazioni fisiche circa se stessi e gli altri, sviluppato nell’infanzia o nell’adolescenza, elaborato lungo tutto il corso della vita e disfunzionale ad un livello significativo. Il riconoscimento e la modificazione avviene attraverso tecniche immaginative di rievocazione delle scene primarie riconosciute dai pazienti come fondanti i propri schemi (3). La Terapia Cognitivo-Comportamentale CBT è un approccio attivo, limitato nel tempo, strutturato, flessibile, orientato alla promozione di insight, umanistico. L’obiettivo principale è di modificare le convinzioni e le assunzioni disfunzionali, avvalendosi di una vasta gamma di tecniche per permettere al paziente di compiere una ristrutturazione e ricostruzione di vissuti personali (cognitivi, emotivi, comportamentali) atto a risolvere i problemi individuati dal paziente attraverso un accordo tra terapeuta e paziente (4;5). La Trauma-Focused Cognitive-Behavior Therapy TF-CBT è un approccio psicoterapico congiunto per pazienti con PTSD che stanno vivendo gravi difficoltà emotive e comportamentali legate ad eventi traumatici della vita. Si tratta di un modello di trattamento basato su componenti che comprendono interventi come trauma-sensitive e tecniche cognitivo-comportamentale di rielaborazione (6). Il Training dell’Assertività clinico mira a sviluppare nel paziente nuove competenze rispetto a vissuti di inadeguatezza e insicurezza sociale attraverso tecniche di role playing, ristrutturazione cognitiva, autosservazione e tolleranza dello stress. Lo scopo della terapia è affiancare all’obiettivo del benessere, quello dell’auto-management e di prevenzione per rendere l’individuo capace di esercitare un controllo sugli stimoli e sulle risposte dentro e fuori di se (7).
Risultati. I risultati ottenuti mediante le tecniche terapeutiche integrate vengono valutati alla luce di criteri e di prove scientificamente condivisi (criteri di remissione fisici, comportamentali e psicologici). Le ipotesi sulle matrici psicopatologiche del DCA, dei disturbi in comorbilità e le strategie di cambiamento vengono periodicamente verificate in momenti di assessment, nei tempi t1, t2, t3, ... tfollow-u. Queste verifiche permettono di adeguare in itinere il progetto terapeutico, personalizzandolo attraverso proposte terapeutiche specifiche per i problemi emersi.
Conclusioni. L’integrazione di differenti moduli psicoterapici basati su evidenze scientifiche mira alla rimozione dei sintomi quali impediscono a loro volta un lavoro psicoterapico sui vissuti traumatici e sugli schemi cognitivi-emotivi sottostanti.
Bibliografia.
1. Westen D, Morrison K, Thompson-Brenner H (2004) “The Empirical Status of Empirically Supported Psychotherapies: Assumptions, Findings, and Reporting in Controlled Clinical Trials” Psychological Bulletin 130, 631-663
2. Sassaroli S, Ruggiero GM (2010) “I Disturbi Alimentari” Editori Laterza, Roma
3. Riso LP, Du Toit PL, Stein DJ, Young JE, (2007) “Cognitive Schemas And Core Beliefs In Psychological Problems. A Scientist-Practitioner Guide” American Psychological Association, Washington DC), Eclipsi Edizioni, Firenze.
4. Sanavio E (1991) “Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale” La Nuova Italia Scientifica, Roma.
5. Fairburn CG, (2010) “La terapia cognitiva comportamentale dei disturbi dell’alimentazione” ed ital, Carrozza A, Dalle Grave R, Eclipsi, Firenze.
6. Foa EB, Keane TM, Friedman MJ, Cohen JA (2009) “Effective Treatmentsfor PTSD: Practice Guidelines from the International Society for Traumatic Stress Studies” Th Guilford Press, New York.
7. Ullrich R, De Muynck R (1998) “Anleitung für den Therapeuten: Einübung von Selbstvertrauen und sozialer Kompetenz“ Pfeiffer, Muenchen
Il trattamento psicoterapico in Day Hospital dell’Anoressia-Bulimia
Centro Gruber, Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare, Servizio di Diagnosi e Cura dei Disturbi d’Ansia e Psicosomatici
Schumann R
Premesse. Esiste una popolazione di pazienti che si presenta all’osservazione clinica con quadri caratterizzati da una complessità maggiore rispetto a quelli solitamente reclutati nei trial clinici.Un’analisi funzionale delle complesse configurazioni sintomatologiche oltre che delle differenti motivazioni e delle multiple cause psico-fisiche del singolo paziente sono la premessa per una scelta specifica di interventi psicoterapici e interdisciplinari. Le valutazioni per la scelta degli approcci psicoterapici necessitano un’apertura transteorica e multimodulare.
Descrizione del setting di cura. Il Day Hospital qui inteso come Terapia Intensiva Giornaliera presso il Centro Gruber, Servizio di diagnosi e terapia per i DCA con percorsi diagnostici-terapeutici certificati dal 2003.
Obiettivi. Il paziente necessita di livelli di cura tra loro in rete, con un progetto terapeutico condiviso, che segua modelli di psicoterapie integrabili con la Riabilitazione Psico-Nutrizionale, comprensibile per il paziente e basato sulle evidenze scientifiche (1).
Le psicoterapie qui descritte sono da intendersi come strumenti modulari integrabili in un percorso di terapia intensiva per DCA con e senza comorbilità con Disturbi d’Ansia (DOC, PTSD, Fobie specifiche, Attacchi di Panico, Fobia Sociale).
Aspetti metodologici. L’intervento della Terapia Cognitiva (TC) consiste nell’individuare con il paziente pensieri ricorrenti, schemi fissi di ragionamento ed interpretazione che sono concomitanti con forti emozioni negative e che vengono percepiti come sintomi o ne sono la causa. Ne consegue che ciò che viene oggi inteso per attività cognitiva è qualcosa di molto più ampio dell'attività di pensiero razionale e cosciente come è nell'accezione del senso comune. L'attività cognitiva è l'attività automatica e pervasiva di una struttura profonda generatrice di significato (2). La Schema-Focused Cognitive-Behavior Therapy (SFCBT) combina elementi tratti dai modelli cognitivi, cognitivo-comportamentali, dalla teoria dell’attaccamento, dalla terapia della Gestalt, dalla teoria delle relazioni oggettuali e dal costruttivismo. Il concetto alla base di questo modello è quello di “schema maladattivo precoce”, ossia un tema o pattern, formato da ricordi, emozioni, cognizioni e sensazioni fisiche circa se stessi e gli altri, sviluppato nell’infanzia o nell’adolescenza, elaborato lungo tutto il corso della vita e disfunzionale ad un livello significativo. Il riconoscimento e la modificazione avviene attraverso tecniche immaginative di rievocazione delle scene primarie riconosciute dai pazienti come fondanti i propri schemi (3). La Terapia Cognitivo-Comportamentale CBT è un approccio attivo, limitato nel tempo, strutturato, flessibile, orientato alla promozione di insight, umanistico. L’obiettivo principale è di modificare le convinzioni e le assunzioni disfunzionali, avvalendosi di una vasta gamma di tecniche per permettere al paziente di compiere una ristrutturazione e ricostruzione di vissuti personali (cognitivi, emotivi, comportamentali) atto a risolvere i problemi individuati dal paziente attraverso un accordo tra terapeuta e paziente (4;5). La Trauma-Focused Cognitive-Behavior Therapy TF-CBT è un approccio psicoterapico congiunto per pazienti con PTSD che stanno vivendo gravi difficoltà emotive e comportamentali legate ad eventi traumatici della vita. Si tratta di un modello di trattamento basato su componenti che comprendono interventi come trauma-sensitive e tecniche cognitivo-comportamentale di rielaborazione (6). Il Training dell’Assertività clinico mira a sviluppare nel paziente nuove competenze rispetto a vissuti di inadeguatezza e insicurezza sociale attraverso tecniche di role playing, ristrutturazione cognitiva, autosservazione e tolleranza dello stress. Lo scopo della terapia è affiancare all’obiettivo del benessere, quello dell’auto-management e di prevenzione per rendere l’individuo capace di esercitare un controllo sugli stimoli e sulle risposte dentro e fuori di se (7).
Risultati. I risultati ottenuti mediante le tecniche terapeutiche integrate vengono valutati alla luce di criteri e di prove scientificamente condivisi (criteri di remissione fisici, comportamentali e psicologici). Le ipotesi sulle matrici psicopatologiche del DCA, dei disturbi in comorbilità e le strategie di cambiamento vengono periodicamente verificate in momenti di assessment, nei tempi t1, t2, t3, ... tfollow-u. Queste verifiche permettono di adeguare in itinere il progetto terapeutico, personalizzandolo attraverso proposte terapeutiche specifiche per i problemi emersi.
Conclusioni. L’integrazione di differenti moduli psicoterapici basati su evidenze scientifiche mira alla rimozione dei sintomi quali impediscono a loro volta un lavoro psicoterapico sui vissuti traumatici e sugli schemi cognitivi-emotivi sottostanti.
Bibliografia.
1. Westen D, Morrison K, Thompson-Brenner H (2004) “The Empirical Status of Empirically Supported Psychotherapies: Assumptions, Findings, and Reporting in Controlled Clinical Trials” Psychological Bulletin 130, 631-663
2. Sassaroli S, Ruggiero GM (2010) “I Disturbi Alimentari” Editori Laterza, Roma
3. Riso LP, Du Toit PL, Stein DJ, Young JE, (2007) “Cognitive Schemas And Core Beliefs In Psychological Problems. A Scientist-Practitioner Guide” American Psychological Association, Washington DC), Eclipsi Edizioni, Firenze.
4. Sanavio E (1991) “Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale” La Nuova Italia Scientifica, Roma.
5. Fairburn CG, (2010) “La terapia cognitiva comportamentale dei disturbi dell’alimentazione” ed ital, Carrozza A, Dalle Grave R, Eclipsi, Firenze.
6. Foa EB, Keane TM, Friedman MJ, Cohen JA (2009) “Effective Treatmentsfor PTSD: Practice Guidelines from the International Society for Traumatic Stress Studies” Th Guilford Press, New York.
7. Ullrich R, De Muynck R (1998) “Anleitung für den Therapeuten: Einübung von Selbstvertrauen und sozialer Kompetenz“ Pfeiffer, Muenchen