MCP.09
Riabilitazione nutrizionale del peso critico.
Sapienza Università di Roma, Dip Medicina Sperimentale – Sez Fisiopatologia Medica, Scienza dell’Alimentazione ed Endocrinologia.
ICR villa delle Querce di Nemi (RM), UOC di Riabilitazione Metabolico Nutrizionale Psicologica.
Donini LM, De Felice MR, Ceccarelli P, Grossi G, Cava E
Premesse. L’Obesità ed i disturbi dell’alimentazione (DA) sono patologie croniche, con una patogenesi complessa caratterizzate da un significativo aumento della morbilità con ripercussioni gravi sulla qualità di vita legate, in particolare, alle disabilità.
Dalle Linee Guida. Le linee-guida recenti concordano tutte su due principi generali per il trattamento delle forme gravi di Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità:
1. team approach (approccio multidimensionale, interdisciplinare, multiprofessionale integrato che coinvolge medici (internisti, nutrizionisti clinici, psichiatri, fisiatri), psicologi, dietisti, fisioterapisti e infermieri) e
2. setting multipli (dalla gestione ambulatoriale a lungo termine alla riabilitazione intensiva - semiresidenziale e residenziale - indirizzata agli stati gravi di malnutrizione per eccesso o per difetto, alle fasi di instabilità e scompenso delle comorbosità somatiche e psichiatriche e all’avvio di una correzione stabile dello stile di vita mirata, in particolare, su alimentazione e attività fisica).
3. in assenza di un’emergenza acuta, per quadri clinici che durano da tempo e resistono ai trattamenti ambulatoriali, la scelta ideale è un setting specializzato nella cura di Obesità e DA e, in particolare, in programmi di riabilitazione intensiva metabolica-nutrizionale-psicologica secondo la logica, i tempi e i modi della medicina riabilitativa.
La Riabilitazione Residenziale Intensiva. L’accesso al percorso di riabilitazione intensiva residenziale o semiresidenziale può avvenire anche in assenza di un episodio acuto in base agli indici di disabilità e di appropriatezza clinica di un ricovero riabilitativo (in tale ottica andrebbero rivisti i PAC diagnostici predisposti per queste patologie in diverse Regioni). L’intervento riabilitativo deve essere, infatti, finalizzato a recuperare “una competenza funzionale”, a “porre una barriera alla regressione funzionale cercando di modificare la storia naturale delle malattie croniche” e a migliorare la qualità di vita dei pazienti. La riabilitazione è quindi “un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative”.
I dati della letteratura dimostrano che i migliori risultati si ottengono nei soggetti informati, in grado di gestire meglio le oscillazioni del tono dell’umore, le fluttuazioni dei livelli di ansia o di stress, che sono passati attraverso un percorso terapeutico-riabilitativo caratterizzato dall’integrazione, in un approccio interdisciplinare, di un intervento nutrizionale, di un programma di rieducazione funzionale e ricondizionamento fisico e di un percorso psico-educazionale (educazione terapeutica, motivazione al cambiamento) adeguatamente supportati da un intervento di nursing riabilitativo. In casi selezionati è utile il supporto di una terapia farmacologica e, nel caso dell’Obesità, chirurgica (chirurgia bariatrica) sempre nel quadro di un progetto riabilitativo multidimensionale integrato.
L’intensità dell’intervento deve essere funzione del livello di gravità e comorbosità (somatica e psichica) dell’Obesità e/o dei DA, del grado di disabilità e della qualità di vita complessiva. È essenziale che l’intervento riabilitativo, residenziale o semiresidenziale, si articoli e si coordini con un piano di cura complessivo, ambulatoriale, di lungo periodo e che non sia una porta girevole con continui rientri o una finestra sul vuoto.
L’integrazione e la rete. La rete assistenziale sarà articolata su strutture di primo livello (medicina di base e SIAN), secondo livello (ambulatorio specialistico in rete interdisciplinare - aree internistico-metabolico-nutrizionale e psicologico-psichiatrica), terzo livello (day hospital - DH, diagnostico/terapeutico-riabilitativo), day service, centro diurno (terapeutico-riabilitativo o solo diagnostico), quarto livello (riabilitazione intensiva residenziale - cod56 - o riabilitazione psichiatrica incluse le comunità terapeutico-riabilitative), quinto livello(ricoveri H24).
E’ importante considerare che queste strutture debbono essere in stretto contatto tra di loro creando una sorta di “filiera” assistenziale, con interventi appropriati e scalari, che consenta una presa in carico continuativa e duratura del paziente.
Bibliografia.
1. Linee Guida del Ministero della Sanità per le attività di Riabilitazione (1998), n° 124
2. WHO (2002) “Towards a common language for function, disability and health” Geneva
3. WHO (2007) “International classification of functioning, disability and health (ICF)”
4. Donini LM et al (2010) “Obesità e disturbi dell’Alimentazione. Indicazioni per i diversi livelli di trattamento. Documento di Consensus” Eat Weight Disord 15(1-2 Suppl), 1-3
Riabilitazione nutrizionale del peso critico.
Sapienza Università di Roma, Dip Medicina Sperimentale – Sez Fisiopatologia Medica, Scienza dell’Alimentazione ed Endocrinologia.
ICR villa delle Querce di Nemi (RM), UOC di Riabilitazione Metabolico Nutrizionale Psicologica.
Donini LM, De Felice MR, Ceccarelli P, Grossi G, Cava E
Premesse. L’Obesità ed i disturbi dell’alimentazione (DA) sono patologie croniche, con una patogenesi complessa caratterizzate da un significativo aumento della morbilità con ripercussioni gravi sulla qualità di vita legate, in particolare, alle disabilità.
Dalle Linee Guida. Le linee-guida recenti concordano tutte su due principi generali per il trattamento delle forme gravi di Disturbi dell’Alimentazione e dell’Obesità:
1. team approach (approccio multidimensionale, interdisciplinare, multiprofessionale integrato che coinvolge medici (internisti, nutrizionisti clinici, psichiatri, fisiatri), psicologi, dietisti, fisioterapisti e infermieri) e
2. setting multipli (dalla gestione ambulatoriale a lungo termine alla riabilitazione intensiva - semiresidenziale e residenziale - indirizzata agli stati gravi di malnutrizione per eccesso o per difetto, alle fasi di instabilità e scompenso delle comorbosità somatiche e psichiatriche e all’avvio di una correzione stabile dello stile di vita mirata, in particolare, su alimentazione e attività fisica).
3. in assenza di un’emergenza acuta, per quadri clinici che durano da tempo e resistono ai trattamenti ambulatoriali, la scelta ideale è un setting specializzato nella cura di Obesità e DA e, in particolare, in programmi di riabilitazione intensiva metabolica-nutrizionale-psicologica secondo la logica, i tempi e i modi della medicina riabilitativa.
La Riabilitazione Residenziale Intensiva. L’accesso al percorso di riabilitazione intensiva residenziale o semiresidenziale può avvenire anche in assenza di un episodio acuto in base agli indici di disabilità e di appropriatezza clinica di un ricovero riabilitativo (in tale ottica andrebbero rivisti i PAC diagnostici predisposti per queste patologie in diverse Regioni). L’intervento riabilitativo deve essere, infatti, finalizzato a recuperare “una competenza funzionale”, a “porre una barriera alla regressione funzionale cercando di modificare la storia naturale delle malattie croniche” e a migliorare la qualità di vita dei pazienti. La riabilitazione è quindi “un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative”.
I dati della letteratura dimostrano che i migliori risultati si ottengono nei soggetti informati, in grado di gestire meglio le oscillazioni del tono dell’umore, le fluttuazioni dei livelli di ansia o di stress, che sono passati attraverso un percorso terapeutico-riabilitativo caratterizzato dall’integrazione, in un approccio interdisciplinare, di un intervento nutrizionale, di un programma di rieducazione funzionale e ricondizionamento fisico e di un percorso psico-educazionale (educazione terapeutica, motivazione al cambiamento) adeguatamente supportati da un intervento di nursing riabilitativo. In casi selezionati è utile il supporto di una terapia farmacologica e, nel caso dell’Obesità, chirurgica (chirurgia bariatrica) sempre nel quadro di un progetto riabilitativo multidimensionale integrato.
L’intensità dell’intervento deve essere funzione del livello di gravità e comorbosità (somatica e psichica) dell’Obesità e/o dei DA, del grado di disabilità e della qualità di vita complessiva. È essenziale che l’intervento riabilitativo, residenziale o semiresidenziale, si articoli e si coordini con un piano di cura complessivo, ambulatoriale, di lungo periodo e che non sia una porta girevole con continui rientri o una finestra sul vuoto.
L’integrazione e la rete. La rete assistenziale sarà articolata su strutture di primo livello (medicina di base e SIAN), secondo livello (ambulatorio specialistico in rete interdisciplinare - aree internistico-metabolico-nutrizionale e psicologico-psichiatrica), terzo livello (day hospital - DH, diagnostico/terapeutico-riabilitativo), day service, centro diurno (terapeutico-riabilitativo o solo diagnostico), quarto livello (riabilitazione intensiva residenziale - cod56 - o riabilitazione psichiatrica incluse le comunità terapeutico-riabilitative), quinto livello(ricoveri H24).
E’ importante considerare che queste strutture debbono essere in stretto contatto tra di loro creando una sorta di “filiera” assistenziale, con interventi appropriati e scalari, che consenta una presa in carico continuativa e duratura del paziente.
Bibliografia.
1. Linee Guida del Ministero della Sanità per le attività di Riabilitazione (1998), n° 124
2. WHO (2002) “Towards a common language for function, disability and health” Geneva
3. WHO (2007) “International classification of functioning, disability and health (ICF)”
4. Donini LM et al (2010) “Obesità e disturbi dell’Alimentazione. Indicazioni per i diversi livelli di trattamento. Documento di Consensus” Eat Weight Disord 15(1-2 Suppl), 1-3