ML9.3
Dipartimento di Medicina, Università di Verona.
L’Internista Geriatra. Perché dopo i settanta anni la Grande Obesità non esiste?
Bosello O
Premesse. L’ultimo mezzo secolo ha assistito a due fenomeni inaspettati: aumento vertiginoso della aspettativa di vita e aumento drammatico dell’obesità. I due eventi sono, però, discordanti: da un lato, infatti, aumenta uno stato morboso che “di per sè” riduce l’aspettativa di vita e d’altro lato quest’ultima aumenta progressivamente.
Conoscenze. Una attenta lettura del problema ci conferma che l’obesità continua ad aumentare a livello “globale”. L’aspettativa di vita sembra, invece, segnare il passo, forse addirittura un declino: negli USA, per la prima volta si è, pur leggermente, ridotta dal 2007 al 2008.
Che cosa sta succedendo? Se i due fenomeni, aumento della longevità e aumento del peso medio della polazione, sono andati per anni di pari passo è perchè sono ambedue il frutto del progresso scientifico e socioeconomico, che ha ridotto la mortalità infantile e in genere ha migliorato le condizioni di vita: minori rischi ambientali di mortalità e più ampie disponibilità alimentari.
Ad un certo punto (oggi), però, le due strade sono entrate in collisione: l’obesità con il suo fardello morboso ha soverchiato i vantaggi del benessere. L’illusione dell’immortalità si è infranta contro la realtà dell’eccesso ponderale, con annessi e connessi.
L’analisi in dettaglio dell’andamento epidemiologico dell’obesità rivela che negli ultimi anni il picco di prevalenza si è spostato verso le età più avanzate, con maggiori percentuali, anche in Italia, intorno ai 65-70 anni. Dopo questa fascia di età si assiste, però, ad una brusca diminuzione di soggetti con eccesso di peso: in particolare, dopo i 70 anni, i soggetti con BMI più elevato (>35) sono significativamente minori, mentre paiono in aumento nella popolazione generale.
Anche se può sembrare riduttivo, la spiegazione del fenomeno è abbastanza semplice: il rischio di mortalità e quindi di minor aspettativa di vita è strettamente associato ai valori di BMI.
Quindi, le casistiche di obesità, pur dimostrando un aumento verso età geriatriche, sono progressivamente depurate di soggetti con i maggiori valori di BMI.
Conlcusioni. E’ suggestivo che il fenomeno si configuri proprio nelle fasce di età che iniziano a configurare lo stallo e/o la riduzione dell’aspettativa di vita. Se questo sarà confermato o non saranno intraprese iniziative efficaci sarà un evento socialmente drammatico, perchè sarà la prima volta nella storia dell’umanità che una generazione si caratterizza per una aspettativa di vita minore della precedente.
Bibliografia.
Bosello O, Obesità. Un trattato multidimensionale. Kurtis ed, Milano, 2009.
Flegal KM et al, Prevalence and Trends in Obesity Among US Adults, 1999-2008. JAMA, 2010;303(3): 235-241
Dipartimento di Medicina, Università di Verona.
L’Internista Geriatra. Perché dopo i settanta anni la Grande Obesità non esiste?
Bosello O
Premesse. L’ultimo mezzo secolo ha assistito a due fenomeni inaspettati: aumento vertiginoso della aspettativa di vita e aumento drammatico dell’obesità. I due eventi sono, però, discordanti: da un lato, infatti, aumenta uno stato morboso che “di per sè” riduce l’aspettativa di vita e d’altro lato quest’ultima aumenta progressivamente.
Conoscenze. Una attenta lettura del problema ci conferma che l’obesità continua ad aumentare a livello “globale”. L’aspettativa di vita sembra, invece, segnare il passo, forse addirittura un declino: negli USA, per la prima volta si è, pur leggermente, ridotta dal 2007 al 2008.
Che cosa sta succedendo? Se i due fenomeni, aumento della longevità e aumento del peso medio della polazione, sono andati per anni di pari passo è perchè sono ambedue il frutto del progresso scientifico e socioeconomico, che ha ridotto la mortalità infantile e in genere ha migliorato le condizioni di vita: minori rischi ambientali di mortalità e più ampie disponibilità alimentari.
Ad un certo punto (oggi), però, le due strade sono entrate in collisione: l’obesità con il suo fardello morboso ha soverchiato i vantaggi del benessere. L’illusione dell’immortalità si è infranta contro la realtà dell’eccesso ponderale, con annessi e connessi.
L’analisi in dettaglio dell’andamento epidemiologico dell’obesità rivela che negli ultimi anni il picco di prevalenza si è spostato verso le età più avanzate, con maggiori percentuali, anche in Italia, intorno ai 65-70 anni. Dopo questa fascia di età si assiste, però, ad una brusca diminuzione di soggetti con eccesso di peso: in particolare, dopo i 70 anni, i soggetti con BMI più elevato (>35) sono significativamente minori, mentre paiono in aumento nella popolazione generale.
Anche se può sembrare riduttivo, la spiegazione del fenomeno è abbastanza semplice: il rischio di mortalità e quindi di minor aspettativa di vita è strettamente associato ai valori di BMI.
Quindi, le casistiche di obesità, pur dimostrando un aumento verso età geriatriche, sono progressivamente depurate di soggetti con i maggiori valori di BMI.
Conlcusioni. E’ suggestivo che il fenomeno si configuri proprio nelle fasce di età che iniziano a configurare lo stallo e/o la riduzione dell’aspettativa di vita. Se questo sarà confermato o non saranno intraprese iniziative efficaci sarà un evento socialmente drammatico, perchè sarà la prima volta nella storia dell’umanità che una generazione si caratterizza per una aspettativa di vita minore della precedente.
Bibliografia.
Bosello O, Obesità. Un trattato multidimensionale. Kurtis ed, Milano, 2009.
Flegal KM et al, Prevalence and Trends in Obesity Among US Adults, 1999-2008. JAMA, 2010;303(3): 235-241