ML5
Lo Psicologo Sistemico. Terapia familiare in eta’ evolutiva quando l’obesita’ e’ dominante?
Giancotti V
Introduzione. In seguito alla progressiva diffusione dell’obesità e del sovrappeso nell’infanzia e nell’adolescenza, si sono moltiplicate le ipotesi interpretative e le strategie di intervento. L’interesse della ricerca scientifica si è sempre più orientato alla valutazione del ruolo dei fattori ambientali nello sviluppo e nel mantenimento di tali condizioni.
Descrizione. L’approccio sistemico è orientato allo studio delle caratteristiche della famiglia del soggetto obeso che possono contribuire, in varia misura all’insorgenza dell’obesità e ostacolarne il suo trattamento. Questo modello analizza il comportamento e la struttura psicologica dell’individuo mettendo in rilievo la continuità delle influenze che i membri della famiglia hanno l’uno sull’altro. In questa cornice epistemologica assume un ruolo centrale comprendere il sintomo più che eliminarlo e cogliere il significato che assume all’interno delle relazioni. Il fuoco dell’attenzione è trasferito dall’individuo al contesto sia nell’analisi dei meccanismi di formazione del sintomo sia nella ricerca e nella sperimentazione di interventi terapeutici efficaci. Il luogo della patologia diventa l’individuo nel contesto e il disturbo viene considerato all’interno dei processi di feed-back tra individuo e famiglia.
Conoscenze. Negli anni 40 con il lavoro di H. Bruch (1) iniziarono le ricerche orientate alla relazione madre-bambino che hanno sottolineato la centralità dell’esperienza alimentare precoce per lo sviluppo psichico dell’individuo. Negli anni 70 l’interesse per i disturbi del comportamento alimentare rilancia le ricerche sugli aspetti familiari–ambientali (2) e nel 1978 si sottolinea come certi tipi di organizzazioni familiari siano strettamente correlati con lo sviluppo e il mantenimento di sindromi psicosomatiche e che i sintomi giochino un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio interno della famiglia (3).
Osservazioni personali. Scrive Bateson “ E’ necessario considerare ciascun individuo come parte di un sistema che funziona male nella sua globalità” (4).
Interpretazioni personali. All’interno di questa cornice concettuale il sintomo sottratto al suo essere mero accidente biologico, diventa metafora del disagio individuale, sociale e relazionale.
Obiettivi. Adottare l’ottica della complessità significa indagare la pluralità dei livelli cointeressati in un fenomeno cogliendone i nessi e ricercando le possibili chiavi di lettura che possono giustificare l’insorgenza di un disturbo e/o la sua persistenza (5).
Metodologia. Attraverso lo studio della struttura, delle modalità di comportamento e dello stile di comunicazione delle famiglie, con uno o più membri affetti da disturbi del comportamento alimentare è stata gettata nuova luce sul significato relazionale dell’assunzione smodata di cibo o del rifiuto tenace di alimentarsi (6).
Risultati. Gli studi condotti all’interno di questa cornice concettuale evidenziano quattro tipi di transazioni familiari disfunzionali ricorrenti: L’invischiamento, la rigidità, l’iperprotettività , la mancanza di risoluzione del conflitto (7).
Discussione. L’intervento terapeutico è essenzialmente diretto a promuovere la ristrutturazione del sistema attraverso lo sviluppo di modelli alternativi di relazione. Il fine della terapia è che cambi non solo l’individuo ma, il sistema consentendo ai propri membri l’espressione e la realizzazione delle reciproche esigenze di sostegno e autonomia.
Conclusioni. Parallelamente alla molteplicità delle componenti coinvolte nella genesi e nel mantenimento dell’obesità si avverte l’importanza di una riflessione epistemologica che ricerchi i nessi tra le teorie e la pratica psicoterapeutica. L’approccio sistemico apre la strada a prospettive di integrazione e complessità. Assumere l’ottica della complessità implica sul piano del metodo il riconoscimento di una pluralità di modelli interpretativi nella consapevolezza che nessuno può proporsi come esaustivo. L’incontro tra discipline mediche e psicologiche è essenziale nel mutuo rispetto degli specifici percorsi, nello sforzo congiunto di un’integrazione la cui efficacia risiede nel superamento sia del riduzionismo medico che di quello psicologico.
Bibliografia.
1. Brunch H, Touraine E (1940) “Obesity in childhood V: The family frame of obese children” Psychosom Med 2, 141-206.
2. Doherty WJ, Harkaway JE (1990) “Obesity and family systems: a family FIRO approach to assessment and treatment planning” Journal of Marital and Family Therapy 16, 287-298.
3. Minuchin S (1974) “Families and family therapy” Harvard University Press, Cambrige.
4. Bateson G (1971) “A System Approach” Int J Psychiatry, n 9.
5. Onnis L (1993) “Psychosomatic Medicine: toward a new epidemiology” Family System Medicine 11, 138-148.
6. Minuchin S, Rosman BL, Baker L (1978) “Psichosomatic families: Anorexia in context” Harvard University Press, Cambrige, .
7. Minuchin S, Baker L, Rosman BL, Liebman R, Milman L, Todd TC (1975) A” conceptual model of psychosomatic illness in children: Family organization and family therapy” Arch Gen Psychiatry 32, 1301-8.
Lo Psicologo Sistemico. Terapia familiare in eta’ evolutiva quando l’obesita’ e’ dominante?
Giancotti V
Introduzione. In seguito alla progressiva diffusione dell’obesità e del sovrappeso nell’infanzia e nell’adolescenza, si sono moltiplicate le ipotesi interpretative e le strategie di intervento. L’interesse della ricerca scientifica si è sempre più orientato alla valutazione del ruolo dei fattori ambientali nello sviluppo e nel mantenimento di tali condizioni.
Descrizione. L’approccio sistemico è orientato allo studio delle caratteristiche della famiglia del soggetto obeso che possono contribuire, in varia misura all’insorgenza dell’obesità e ostacolarne il suo trattamento. Questo modello analizza il comportamento e la struttura psicologica dell’individuo mettendo in rilievo la continuità delle influenze che i membri della famiglia hanno l’uno sull’altro. In questa cornice epistemologica assume un ruolo centrale comprendere il sintomo più che eliminarlo e cogliere il significato che assume all’interno delle relazioni. Il fuoco dell’attenzione è trasferito dall’individuo al contesto sia nell’analisi dei meccanismi di formazione del sintomo sia nella ricerca e nella sperimentazione di interventi terapeutici efficaci. Il luogo della patologia diventa l’individuo nel contesto e il disturbo viene considerato all’interno dei processi di feed-back tra individuo e famiglia.
Conoscenze. Negli anni 40 con il lavoro di H. Bruch (1) iniziarono le ricerche orientate alla relazione madre-bambino che hanno sottolineato la centralità dell’esperienza alimentare precoce per lo sviluppo psichico dell’individuo. Negli anni 70 l’interesse per i disturbi del comportamento alimentare rilancia le ricerche sugli aspetti familiari–ambientali (2) e nel 1978 si sottolinea come certi tipi di organizzazioni familiari siano strettamente correlati con lo sviluppo e il mantenimento di sindromi psicosomatiche e che i sintomi giochino un ruolo importante nel mantenimento dell’equilibrio interno della famiglia (3).
Osservazioni personali. Scrive Bateson “ E’ necessario considerare ciascun individuo come parte di un sistema che funziona male nella sua globalità” (4).
Interpretazioni personali. All’interno di questa cornice concettuale il sintomo sottratto al suo essere mero accidente biologico, diventa metafora del disagio individuale, sociale e relazionale.
Obiettivi. Adottare l’ottica della complessità significa indagare la pluralità dei livelli cointeressati in un fenomeno cogliendone i nessi e ricercando le possibili chiavi di lettura che possono giustificare l’insorgenza di un disturbo e/o la sua persistenza (5).
Metodologia. Attraverso lo studio della struttura, delle modalità di comportamento e dello stile di comunicazione delle famiglie, con uno o più membri affetti da disturbi del comportamento alimentare è stata gettata nuova luce sul significato relazionale dell’assunzione smodata di cibo o del rifiuto tenace di alimentarsi (6).
Risultati. Gli studi condotti all’interno di questa cornice concettuale evidenziano quattro tipi di transazioni familiari disfunzionali ricorrenti: L’invischiamento, la rigidità, l’iperprotettività , la mancanza di risoluzione del conflitto (7).
Discussione. L’intervento terapeutico è essenzialmente diretto a promuovere la ristrutturazione del sistema attraverso lo sviluppo di modelli alternativi di relazione. Il fine della terapia è che cambi non solo l’individuo ma, il sistema consentendo ai propri membri l’espressione e la realizzazione delle reciproche esigenze di sostegno e autonomia.
Conclusioni. Parallelamente alla molteplicità delle componenti coinvolte nella genesi e nel mantenimento dell’obesità si avverte l’importanza di una riflessione epistemologica che ricerchi i nessi tra le teorie e la pratica psicoterapeutica. L’approccio sistemico apre la strada a prospettive di integrazione e complessità. Assumere l’ottica della complessità implica sul piano del metodo il riconoscimento di una pluralità di modelli interpretativi nella consapevolezza che nessuno può proporsi come esaustivo. L’incontro tra discipline mediche e psicologiche è essenziale nel mutuo rispetto degli specifici percorsi, nello sforzo congiunto di un’integrazione la cui efficacia risiede nel superamento sia del riduzionismo medico che di quello psicologico.
Bibliografia.
1. Brunch H, Touraine E (1940) “Obesity in childhood V: The family frame of obese children” Psychosom Med 2, 141-206.
2. Doherty WJ, Harkaway JE (1990) “Obesity and family systems: a family FIRO approach to assessment and treatment planning” Journal of Marital and Family Therapy 16, 287-298.
3. Minuchin S (1974) “Families and family therapy” Harvard University Press, Cambrige.
4. Bateson G (1971) “A System Approach” Int J Psychiatry, n 9.
5. Onnis L (1993) “Psychosomatic Medicine: toward a new epidemiology” Family System Medicine 11, 138-148.
6. Minuchin S, Rosman BL, Baker L (1978) “Psichosomatic families: Anorexia in context” Harvard University Press, Cambrige, .
7. Minuchin S, Baker L, Rosman BL, Liebman R, Milman L, Todd TC (1975) A” conceptual model of psychosomatic illness in children: Family organization and family therapy” Arch Gen Psychiatry 32, 1301-8.