AN.04.CL.25
Lucchesi S., Guidi L.
“Sfamami”. Un percorso umanistico di cura per un caso di anoressia in regime ambulatoriale
Gruppo Incontro. Centro Gli Aquiloni. Servizio Ambulatoriale di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare
Premesse. La terapia dei Disturbi Alimentari si pone ancora oggi come una vera e propria sfida per i terapeuti, dal momento che sono patologie complesse, di lunga durata e dagli esiti anche gravi. I diversi tentativi terapeutici effettuati nel corso degli anni si sono dimostrati variabili, sia per l'esito diretto sui sintomi, sia per l'efficacia sui nuclei psicopatologici fondamentali che sostengono queste malattie.
L’inquadramento teorico è l’approccio Umanistico-Bioenergetico, in base al quale mente e corpo sono unità integrate; la persona viene compresa quindi anche nella sua corporeità, attraverso ciò che esprime il corpo e i relativi processi energetici.(1) Il corpo non viene visto infatti come un contenitore vuoto ma come un “luogo” capace di esprimere l’identità dell'individuo(2).
Descrizione della struttura.Il servizio attivato su iniziativa del Gruppo Incontro, denominato “Gli Aquiloni”, è un centro ambulatoriale per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) che segue un approccio integrato composto da un’èquipe multidisciplinare.
Indicazioni per l’utenza. Il percorso terapeutico promosso dal centro è articolato in due fasi:
a) Valutazione clinico diagnostica.
b) Proposta di un percorso individualizzato attraverso un trattamento integrato.
Obiettivi.Il presente lavoro, a titolo descrittivo, è lo studio di un percorso umanistico di cura, in regime ambulatoriale, applicato a un caso di Anoressia Nervosa.
Conoscenze. Verrà trattato il caso di P., donna di 28 anni, con patologia riconducibile ad un Disturbo Alimentare (Anoressia Nervosa con Restrizioni) in comorbilità con un Disturbo Evitante e un Disturbo Ossessivo-Compulsivo di personalità con particolare difficoltà nella gestione dei rapporti interpersonali e grave alterazione del funzionamento sociale e lavorativo.
Il peso al momento della presa in carico è di 35 Kg per un’altezza di circa 1.60 m (il BMI è di 14,3) e viene praticata terapia parenterale con sondino naso gastrico.
Osservazioni personali.Il quadro clinico di P.è caratterizzato da un umore depresso, con riduzione dello slancio vitale, anedonia, marcata astenia e faticabilità.
Sono costanti pensieri riguardanti la preoccupazione per il peso e le forme corporee, una ricerca continua della magrezza associata a una costante paura di ingrassare. E’ spesso presente elevazione della quota ansiosa con sintomi critici a cui si accompagnano disturbi del sonno.
Interpretazioni personali. Le ricerche teoriche e cliniche più avanzate, sembrano indicare che per i Disturbi Alimentari più che un metodo specifico, ciò che funziona è riuscire a individuare l’approccio di cura più adatto alla soggettività della persona. Sembra infatti che questa malattia per i pazienti sia una forma di “autocura”, un qualcosa di esistenziale più o meno profondo, in base al quale arbitrariamente si “smette di sentire”.
Compito del terapeuta è avvicinarsi a questo disagio attraverso un iter personalizzato e in evoluzione, esplorando il “non sentire” o il “sentire troppo” di pazienti, che possiedono corpi fortemente compromessi da alterazioni riguardanti sia la percezione sia la consapevolezza corporea.
Aspetti metodologici. Strumenti diagnostici: EAT-26, HAM-D e SCL-90.
Strumenti d’intervento: tecnica della Finestra Emozionale (2) e tecnica di Psicoanimazione “Identikit” (3). Per indagare l’emotività Test della “Fragilità Emotiva”(4).
Risultati.Durante il primo anno di trattamento integrato la terapia parenterale con sondino naso-gastrico è stata sospesa e sostituita con un piano alimentare controllato. Il peso della paziente si è stabilizzato a 35 kg con un mantenimento di massa grassa e un leggero aumento di massa muscolare. È stato raggiunto, inoltre, un maggiore “insight” e un miglioramento del funzionamento sociale e lavorativo.
Discussione.L’approccio umanistico di cura,suddiviso nelle seguenti parti: consapevolezza, espressione e padronanza di sé (5) con in aggiunta un’attenzione costante al corpo e ai suoi messaggi, fin dalle prime sedute, può fornire nuovi spunti di riflessione per la complessa cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare.
Conclusioni.Costante adesione alla cura e ampliamento del vocabolario emozionale della paziente, che si mostra più capace di esprimere quello che sente, dando finalmente parole al profondo desiderio di essere “sfamata “ dietro il suo digiuno.
Bibliografia.
(1) De Marchi L., Lo Iacono A., Parsi M.R., Psicoterapia Umanistica., FrancoAngeli Ed., 2006
(2) Lo Iacono A., Sonnino R., Respirare le emozioni: psicofisiologia del benessere, Armando Ed., Roma, 2008
(3) Morino Abbele F.,Parsi M.R., La mente creativa. Dare anima all’anima in psicoterapia. FrancoAngeli Ed., 2006
(4) Caprara G.V., Perugini M.,Pastorelli C. e Barbaranelli,C., Esplorazioni delle dimensioni di colpa e dell'aggressività: contributo empirico, Giornale Italiano di Psicologia, XVII, 4, 665-681, 1990
(5) Lowen A., Arrendersi al corpo, Astrolabio editore, Roma 1994.
Lucchesi S., Guidi L.
“Sfamami”. Un percorso umanistico di cura per un caso di anoressia in regime ambulatoriale
Gruppo Incontro. Centro Gli Aquiloni. Servizio Ambulatoriale di Diagnosi e Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare
Premesse. La terapia dei Disturbi Alimentari si pone ancora oggi come una vera e propria sfida per i terapeuti, dal momento che sono patologie complesse, di lunga durata e dagli esiti anche gravi. I diversi tentativi terapeutici effettuati nel corso degli anni si sono dimostrati variabili, sia per l'esito diretto sui sintomi, sia per l'efficacia sui nuclei psicopatologici fondamentali che sostengono queste malattie.
L’inquadramento teorico è l’approccio Umanistico-Bioenergetico, in base al quale mente e corpo sono unità integrate; la persona viene compresa quindi anche nella sua corporeità, attraverso ciò che esprime il corpo e i relativi processi energetici.(1) Il corpo non viene visto infatti come un contenitore vuoto ma come un “luogo” capace di esprimere l’identità dell'individuo(2).
Descrizione della struttura.Il servizio attivato su iniziativa del Gruppo Incontro, denominato “Gli Aquiloni”, è un centro ambulatoriale per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) che segue un approccio integrato composto da un’èquipe multidisciplinare.
Indicazioni per l’utenza. Il percorso terapeutico promosso dal centro è articolato in due fasi:
a) Valutazione clinico diagnostica.
b) Proposta di un percorso individualizzato attraverso un trattamento integrato.
Obiettivi.Il presente lavoro, a titolo descrittivo, è lo studio di un percorso umanistico di cura, in regime ambulatoriale, applicato a un caso di Anoressia Nervosa.
Conoscenze. Verrà trattato il caso di P., donna di 28 anni, con patologia riconducibile ad un Disturbo Alimentare (Anoressia Nervosa con Restrizioni) in comorbilità con un Disturbo Evitante e un Disturbo Ossessivo-Compulsivo di personalità con particolare difficoltà nella gestione dei rapporti interpersonali e grave alterazione del funzionamento sociale e lavorativo.
Il peso al momento della presa in carico è di 35 Kg per un’altezza di circa 1.60 m (il BMI è di 14,3) e viene praticata terapia parenterale con sondino naso gastrico.
Osservazioni personali.Il quadro clinico di P.è caratterizzato da un umore depresso, con riduzione dello slancio vitale, anedonia, marcata astenia e faticabilità.
Sono costanti pensieri riguardanti la preoccupazione per il peso e le forme corporee, una ricerca continua della magrezza associata a una costante paura di ingrassare. E’ spesso presente elevazione della quota ansiosa con sintomi critici a cui si accompagnano disturbi del sonno.
Interpretazioni personali. Le ricerche teoriche e cliniche più avanzate, sembrano indicare che per i Disturbi Alimentari più che un metodo specifico, ciò che funziona è riuscire a individuare l’approccio di cura più adatto alla soggettività della persona. Sembra infatti che questa malattia per i pazienti sia una forma di “autocura”, un qualcosa di esistenziale più o meno profondo, in base al quale arbitrariamente si “smette di sentire”.
Compito del terapeuta è avvicinarsi a questo disagio attraverso un iter personalizzato e in evoluzione, esplorando il “non sentire” o il “sentire troppo” di pazienti, che possiedono corpi fortemente compromessi da alterazioni riguardanti sia la percezione sia la consapevolezza corporea.
Aspetti metodologici. Strumenti diagnostici: EAT-26, HAM-D e SCL-90.
Strumenti d’intervento: tecnica della Finestra Emozionale (2) e tecnica di Psicoanimazione “Identikit” (3). Per indagare l’emotività Test della “Fragilità Emotiva”(4).
Risultati.Durante il primo anno di trattamento integrato la terapia parenterale con sondino naso-gastrico è stata sospesa e sostituita con un piano alimentare controllato. Il peso della paziente si è stabilizzato a 35 kg con un mantenimento di massa grassa e un leggero aumento di massa muscolare. È stato raggiunto, inoltre, un maggiore “insight” e un miglioramento del funzionamento sociale e lavorativo.
Discussione.L’approccio umanistico di cura,suddiviso nelle seguenti parti: consapevolezza, espressione e padronanza di sé (5) con in aggiunta un’attenzione costante al corpo e ai suoi messaggi, fin dalle prime sedute, può fornire nuovi spunti di riflessione per la complessa cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare.
Conclusioni.Costante adesione alla cura e ampliamento del vocabolario emozionale della paziente, che si mostra più capace di esprimere quello che sente, dando finalmente parole al profondo desiderio di essere “sfamata “ dietro il suo digiuno.
Bibliografia.
(1) De Marchi L., Lo Iacono A., Parsi M.R., Psicoterapia Umanistica., FrancoAngeli Ed., 2006
(2) Lo Iacono A., Sonnino R., Respirare le emozioni: psicofisiologia del benessere, Armando Ed., Roma, 2008
(3) Morino Abbele F.,Parsi M.R., La mente creativa. Dare anima all’anima in psicoterapia. FrancoAngeli Ed., 2006
(4) Caprara G.V., Perugini M.,Pastorelli C. e Barbaranelli,C., Esplorazioni delle dimensioni di colpa e dell'aggressività: contributo empirico, Giornale Italiano di Psicologia, XVII, 4, 665-681, 1990
(5) Lowen A., Arrendersi al corpo, Astrolabio editore, Roma 1994.