OB.04.CL.09
Imperatori C, Innamorati M, Fabbricatore M
Mantenimento della perdita di peso e ampiezza dei ritmi circadiani
Università Europea di Roma, Roma, Italia
Premesse. I ritmi circadiani umani mostrano differenze individuali in termini di ritmicità, ampiezza e stabilità. Le differenze tra cronotipi sono di solito considerate come un continuum tra due estremi: i tipi diurni e i tipi notturni. Recenti ricerche hanno rilevato un’associazione tra cronotipo e comportamenti e disturbi alimentari (Kasof, 2001). Ad esempio, Fleig e Randler (2009) hanno trovato che gli individui che andavano a letto e si svegliavano più tardi tendevano a bere maggiormente bevande contenenti caffeina e mangiare più spesso cibo dei fast food.
Obiettivi. Lo scopo di questa ricerca è stato quello di valutare, in via esplorativa, se l’ampiezza e la rigidità dei ritmi circadiani possono essere associate alla difficoltà a mantenere la perdita di peso ottenuta attraverso programmi medici di dietoterapia, come misurato dal numero di volte che i pazienti hanno seguito nella loro vita trattamenti dietetici. E’ stato ipotizzato che gli individui con ritmi circadiani di maggiore ampiezza (tipi “languidi”) e di minore flessibilità (tipi “rigidi”) potrebbero evidenziare una peggiore capacità adattativa.
Metodologia.I partecipanti alla nostra ricerca sono 42 pazienti (8 uomini e 34 donne) seguiti preso uno studio medico specialistico per la cura del sovrappeso e dell’obesità di Roma tra l’aprile e maggio 2011 e trattati con una dieta ipocalorica. I criteri d’inclusione erano un body mass index (BMI) di 30 o più ed età uguale o superiore a 18 anni. I criteri di esclusione comprendevano qualunque condizione che impedisse di completare l’assessment. L’età media dei soggetti era di 45,86 ± 12,03 anni. I partecipanti allo studio hanno completato una scheda sociodemografica, il circadian type inventory (Folkard, 1987), uno strumento di 11 item che misura ampiezza e rigidità dei ritmi circadiani, e il Questionario Internazionale sull’Attività Fisica versione ridotta (https://sites.google.com/site/theipaq/), che valuta l’attività fisica settimanale (camminare, attività di intensità moderata e di attività intensità vigorosa) intrapresa in tutte le possibili attività della persona, da quelle del tempo libero a quelle legate al lavoro.
Risultati. Tramite due Two Steps Cluster Analysis abbiamo diviso i soggetti in quattro gruppi: 1)tipi languidi (n=16) vs tipi vigorosi (n=26); e 2) tipi rigidi (n=20) vs tipi flessibili (n=22). I risultati indicano che i tipi languidi hanno più frequentemente 5+ tentativi di perdita di peso rispetto ai tipi vigorosi (88% vs. 58%; p˂0,05) e più elevati livelli di sedentarietà (3399,4±1205,7 vs. 2374,9±1236,9; t40=2,63; p˂0,05) anche se non differiscono significativamente per BMI o per circonferenza addominale. Non sono state rilevate, invece, differenze significative tra tipi rigidi e tipi vigorosi.
Discussione. I nostri risultati esplorativi suggeriscono che lo studio dei cronotipi umani, in termini di ampiezza e rigidità dei ritmi, potrebbe aiutarci a valutare gli individui con maggiori difficoltà a mantenere la perdita di peso dopo un trattamento nutrizionale ipocalorico.
Conclusioni.I risultati sono in linea con la letteratura che indica che i cronotipi potrebbero influenzare diversi quadri psicopatologici, ad esempio la sintomatologia depressiva, l’impulsività e i disturbi del comportamento alimentare. Questi fattori a loro volta potrebbero interferire con il mantenimento della perdita di peso ottenuta attraverso programmi medici di dietoterapia. Studi futuri dovranno valutare se tali fattori intervenienti possono giustificare completamente l’associazione riscontrata nel nostro studio o i cronotipi sono in grado di spiegare, in modo indipendente, le difficoltà dimostrate da numerosi pazienti nel mantenere gli effetti dei programmi dietoterapici seguiti.
Bibliografia.
(1) Fleig D., Randler C.(2009). Association between chronotype and diet in adolescents based on food logs. Eating Behaviors, 10(2), 115-8.
(2) Folkard S.(1987). Circadian Type Inventory. Sheffield: University of Sheffield, Department of Psychology.
(3) Kasof J. (2001). Evenigness and bulimic behavior. Personality and Individual Difference, 31, 361-9.
Imperatori C, Innamorati M, Fabbricatore M
Mantenimento della perdita di peso e ampiezza dei ritmi circadiani
Università Europea di Roma, Roma, Italia
Premesse. I ritmi circadiani umani mostrano differenze individuali in termini di ritmicità, ampiezza e stabilità. Le differenze tra cronotipi sono di solito considerate come un continuum tra due estremi: i tipi diurni e i tipi notturni. Recenti ricerche hanno rilevato un’associazione tra cronotipo e comportamenti e disturbi alimentari (Kasof, 2001). Ad esempio, Fleig e Randler (2009) hanno trovato che gli individui che andavano a letto e si svegliavano più tardi tendevano a bere maggiormente bevande contenenti caffeina e mangiare più spesso cibo dei fast food.
Obiettivi. Lo scopo di questa ricerca è stato quello di valutare, in via esplorativa, se l’ampiezza e la rigidità dei ritmi circadiani possono essere associate alla difficoltà a mantenere la perdita di peso ottenuta attraverso programmi medici di dietoterapia, come misurato dal numero di volte che i pazienti hanno seguito nella loro vita trattamenti dietetici. E’ stato ipotizzato che gli individui con ritmi circadiani di maggiore ampiezza (tipi “languidi”) e di minore flessibilità (tipi “rigidi”) potrebbero evidenziare una peggiore capacità adattativa.
Metodologia.I partecipanti alla nostra ricerca sono 42 pazienti (8 uomini e 34 donne) seguiti preso uno studio medico specialistico per la cura del sovrappeso e dell’obesità di Roma tra l’aprile e maggio 2011 e trattati con una dieta ipocalorica. I criteri d’inclusione erano un body mass index (BMI) di 30 o più ed età uguale o superiore a 18 anni. I criteri di esclusione comprendevano qualunque condizione che impedisse di completare l’assessment. L’età media dei soggetti era di 45,86 ± 12,03 anni. I partecipanti allo studio hanno completato una scheda sociodemografica, il circadian type inventory (Folkard, 1987), uno strumento di 11 item che misura ampiezza e rigidità dei ritmi circadiani, e il Questionario Internazionale sull’Attività Fisica versione ridotta (https://sites.google.com/site/theipaq/), che valuta l’attività fisica settimanale (camminare, attività di intensità moderata e di attività intensità vigorosa) intrapresa in tutte le possibili attività della persona, da quelle del tempo libero a quelle legate al lavoro.
Risultati. Tramite due Two Steps Cluster Analysis abbiamo diviso i soggetti in quattro gruppi: 1)tipi languidi (n=16) vs tipi vigorosi (n=26); e 2) tipi rigidi (n=20) vs tipi flessibili (n=22). I risultati indicano che i tipi languidi hanno più frequentemente 5+ tentativi di perdita di peso rispetto ai tipi vigorosi (88% vs. 58%; p˂0,05) e più elevati livelli di sedentarietà (3399,4±1205,7 vs. 2374,9±1236,9; t40=2,63; p˂0,05) anche se non differiscono significativamente per BMI o per circonferenza addominale. Non sono state rilevate, invece, differenze significative tra tipi rigidi e tipi vigorosi.
Discussione. I nostri risultati esplorativi suggeriscono che lo studio dei cronotipi umani, in termini di ampiezza e rigidità dei ritmi, potrebbe aiutarci a valutare gli individui con maggiori difficoltà a mantenere la perdita di peso dopo un trattamento nutrizionale ipocalorico.
Conclusioni.I risultati sono in linea con la letteratura che indica che i cronotipi potrebbero influenzare diversi quadri psicopatologici, ad esempio la sintomatologia depressiva, l’impulsività e i disturbi del comportamento alimentare. Questi fattori a loro volta potrebbero interferire con il mantenimento della perdita di peso ottenuta attraverso programmi medici di dietoterapia. Studi futuri dovranno valutare se tali fattori intervenienti possono giustificare completamente l’associazione riscontrata nel nostro studio o i cronotipi sono in grado di spiegare, in modo indipendente, le difficoltà dimostrate da numerosi pazienti nel mantenere gli effetti dei programmi dietoterapici seguiti.
Bibliografia.
(1) Fleig D., Randler C.(2009). Association between chronotype and diet in adolescents based on food logs. Eating Behaviors, 10(2), 115-8.
(2) Folkard S.(1987). Circadian Type Inventory. Sheffield: University of Sheffield, Department of Psychology.
(3) Kasof J. (2001). Evenigness and bulimic behavior. Personality and Individual Difference, 31, 361-9.