EP 4 Rovera G, Bellomo G
Compiti dello Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Introduzione: L’educazione terapeutica (ET) è uno strumento terapeutico, centrato sul paziente, che si affianca alle altre terapie tradizionali e che consente alle persone affette da patologie croniche di gestire in modo più efficace e consapevole la propria malattia, ap- portando benefici sia finanziari che di salute. Il contributo dell’ET nella presa in carico del- le malattie croniche è stato ampiamente dimostrato essere efficace in particolare nel diabete e nell’obesità (1), poichè favorisce il miglioramento dell’adesione al trattamento, diminuen- done le complicanze e permettendo il raggiungimento di una migliore qualità di vita, special- mente nei soggetti giovani. Risultati interessanti sono stati poi ottenuti (insieme al colloquio motivazionale e all’approccio cognitivo-comportamentale) nel migliorare l’aderenza tera- peutica per il mantenimento della perdita di peso nel lungo periodo (2).
Premesse: Esistono svariate difficoltà ad implementare questo modello, sia di tipo or- ganizzativo (lavoro in equipe) sia di mentalità, soprattutto tra i medici, abituati ad un rapporto tradizionale con i pazienti e spesso non consoni a lavorare in gruppo. In particolare il medico, formato dal suo curriculum scolastico a gestire soprattutto le patologie acute, tende a consi- derare il paziente come un soggetto “passivo”, portatore di particolari sintomi o dati biologi- ci, il cui unico ruolo è quello di seguire scrupolosamente e in maniera acritica le prescrizio- ni del protagonista attivo, cioè del medico. Questa visione del rapporto medico-paziente si è dimostrata fallimentare e comporta una scarsa, se non nulla, aderenza a quanto proposto dal terapeuta, senza una attiva presa di coscienza della propria patologia da parte del paziente. Il primo cambiamento culturale deve essere effettuato dal curante.
È necessario poi, nel caso di lavoro in team, formare un gruppo di lavoro in grado di collaborare in armonia, in maniera strutturata, nel rispetto reciproco delle professionalità e del proprio ruolo all’interno del gruppo, parlando tutti quanti lo stesso linguaggio e condivi- dendo gli scopi e le caratteristiche specifiche dell’ET. È necessario altresì che in particolare i medici coinvolti siano coscienti del fatto che l’ET non deve essere considerata una terapia secondaria o marginale nel trattamento del paziente obeso o affetto da disturbi del comporta- mento alimentare rispetto ad altri approcci più tradizionali.
Interpretazioni personali e Conclusioni: In un contesto di lavoro di gruppo la speci- ficità e i ruoli reciproci devono essere modulati in funzione delle risorse umane, strutturali e finanziarie disponibili. Dai dati della letteratura esistono modelli di interventi efficaci sia ba- sati sull’intervento di un solo medico (3) che attraverso distinte figure professionali che ruo- tano in funzione della loro specificità e della loro competenza
In altri termini ogni progetto, per essere efficacemente realizzato, deve tenere conto della composizione del team (specialista in scienza alimentazione, dietista, psicologo/a, infermiere/a ...) e dell’impegno professionale e temporale di ogni componente. In particolare il ruolo dello Specialista dell’Alimentazione è di valutazione clinica preventiva, di quali pazienti siano effetti- vamente arruolabili per l’ET, nel condividere con il paziente e con gli altri operatori gli obbietti- vi del progetto, nel definire quali sono i fattori che determinano l’obesità o le altre patologie inte- ressanti il progetto, nel trattare la gestione degli aspetti più prettamente medico-clinici delle pato- logie, definizione degli obbiettivi terapeutici, complicanze, ed eventuale terapia farmacologica.
Bibliografia
1. Lagger G. Pataky Z, Golay A. (2010) “Efficacy of therapeutic patient education in chronic diseases and obesity” Patient Educ Couns Jun; (79 (3): 283-6
2. Golay A (2006) Dietary and Body Weight Control: “Therapeutic Education, Motivation- al Interviewing and Cognitive-Behavioral Approaches for Long-Term Weight Loss Maintenance”. Bantle JP, Slama G (eds): Nutritional Management of Diabetes Mellitus and Dysmetabolic Syndrome. Nestlé Nutr Workshop Ser Clin Perform Program. Nest- ec Ltd., Vevey/S. Karger AG, Basel, vol 11, pp 127-137
3. Tanas R, Marcolongo R, Pedretti S, Gilli G (2007) “A family-based education program for obesity: a three-year study” BMC Pediatr 7, 3
Compiti dello Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Introduzione: L’educazione terapeutica (ET) è uno strumento terapeutico, centrato sul paziente, che si affianca alle altre terapie tradizionali e che consente alle persone affette da patologie croniche di gestire in modo più efficace e consapevole la propria malattia, ap- portando benefici sia finanziari che di salute. Il contributo dell’ET nella presa in carico del- le malattie croniche è stato ampiamente dimostrato essere efficace in particolare nel diabete e nell’obesità (1), poichè favorisce il miglioramento dell’adesione al trattamento, diminuen- done le complicanze e permettendo il raggiungimento di una migliore qualità di vita, special- mente nei soggetti giovani. Risultati interessanti sono stati poi ottenuti (insieme al colloquio motivazionale e all’approccio cognitivo-comportamentale) nel migliorare l’aderenza tera- peutica per il mantenimento della perdita di peso nel lungo periodo (2).
Premesse: Esistono svariate difficoltà ad implementare questo modello, sia di tipo or- ganizzativo (lavoro in equipe) sia di mentalità, soprattutto tra i medici, abituati ad un rapporto tradizionale con i pazienti e spesso non consoni a lavorare in gruppo. In particolare il medico, formato dal suo curriculum scolastico a gestire soprattutto le patologie acute, tende a consi- derare il paziente come un soggetto “passivo”, portatore di particolari sintomi o dati biologi- ci, il cui unico ruolo è quello di seguire scrupolosamente e in maniera acritica le prescrizio- ni del protagonista attivo, cioè del medico. Questa visione del rapporto medico-paziente si è dimostrata fallimentare e comporta una scarsa, se non nulla, aderenza a quanto proposto dal terapeuta, senza una attiva presa di coscienza della propria patologia da parte del paziente. Il primo cambiamento culturale deve essere effettuato dal curante.
È necessario poi, nel caso di lavoro in team, formare un gruppo di lavoro in grado di collaborare in armonia, in maniera strutturata, nel rispetto reciproco delle professionalità e del proprio ruolo all’interno del gruppo, parlando tutti quanti lo stesso linguaggio e condivi- dendo gli scopi e le caratteristiche specifiche dell’ET. È necessario altresì che in particolare i medici coinvolti siano coscienti del fatto che l’ET non deve essere considerata una terapia secondaria o marginale nel trattamento del paziente obeso o affetto da disturbi del comporta- mento alimentare rispetto ad altri approcci più tradizionali.
Interpretazioni personali e Conclusioni: In un contesto di lavoro di gruppo la speci- ficità e i ruoli reciproci devono essere modulati in funzione delle risorse umane, strutturali e finanziarie disponibili. Dai dati della letteratura esistono modelli di interventi efficaci sia ba- sati sull’intervento di un solo medico (3) che attraverso distinte figure professionali che ruo- tano in funzione della loro specificità e della loro competenza
In altri termini ogni progetto, per essere efficacemente realizzato, deve tenere conto della composizione del team (specialista in scienza alimentazione, dietista, psicologo/a, infermiere/a ...) e dell’impegno professionale e temporale di ogni componente. In particolare il ruolo dello Specialista dell’Alimentazione è di valutazione clinica preventiva, di quali pazienti siano effetti- vamente arruolabili per l’ET, nel condividere con il paziente e con gli altri operatori gli obbietti- vi del progetto, nel definire quali sono i fattori che determinano l’obesità o le altre patologie inte- ressanti il progetto, nel trattare la gestione degli aspetti più prettamente medico-clinici delle pato- logie, definizione degli obbiettivi terapeutici, complicanze, ed eventuale terapia farmacologica.
Bibliografia
1. Lagger G. Pataky Z, Golay A. (2010) “Efficacy of therapeutic patient education in chronic diseases and obesity” Patient Educ Couns Jun; (79 (3): 283-6
2. Golay A (2006) Dietary and Body Weight Control: “Therapeutic Education, Motivation- al Interviewing and Cognitive-Behavioral Approaches for Long-Term Weight Loss Maintenance”. Bantle JP, Slama G (eds): Nutritional Management of Diabetes Mellitus and Dysmetabolic Syndrome. Nestlé Nutr Workshop Ser Clin Perform Program. Nest- ec Ltd., Vevey/S. Karger AG, Basel, vol 11, pp 127-137
3. Tanas R, Marcolongo R, Pedretti S, Gilli G (2007) “A family-based education program for obesity: a three-year study” BMC Pediatr 7, 3