SS1.03
Un modello di intervento ospedaliero-riabilitativo in eta’ evolutiva: L’unita’ Operativa di Neuropsichiatria Infantile e Disturbi del Comportamento Alimentare del Policlinico S. Orsola di Bologna
Gualandi P, Iero I, Savarino F, Francia V, Moscano F, Bigucci S, Rossi F, Marino MS, Cecconi I, Sacrato L, Bruno F, Valentini R, Santini M, D’Amico P, Di Pietro E, Franzoni E
Introduzione. Nel Policlinico S.Orsola Malpighi (Bologna), all’interno della Clinica Pediatrica, dal 1995, ci si occupa di Disturbi del Comportamento Alimentare in età evolutiva. Da allora fino ad oggi lo studio e l’esperienza hanno portato la messa a punto di un approccio metodologicamente più accurato.
Descrizione della struttura. L’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile ospita il Centro Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) in età evolutiva ed accoglie pazienti fino ai 18 anni; questo fa sì che occorra una modalità di intervento peculiare costruita sulle esigenze specifiche di questi ragazzi e delle loro famiglie. In effetti da un lato occorre integrare gli interventi di urgenza clinica ed emergenza psichiatrica ad un modello riabilitativo efficace e scientificamente valido, dall’altro è necessario organizzare il trattamento nelle sue diverse espressioni con il coinvolgimento centrale delle famiglie.
Indicazioni per l’utenza. Al nostro Centro si accede tramite PS, ricoveri programmati o trasferimenti da altre strutture o da reparti internistici.
Obiettivi. Gli obiettivi del Centro Regionale sono sostanzialmente quelli di fornire una presa in carico di tipo integrato, nel rispetto delle evidenze scientifiche, elaborando programmi atti a modificarne il comportamento patologico e prevenire le ricadute; attività collaterale a quella clinica, ma di primaria importanza è quella di aggiornamento e di ricerca riguardo questo tipo di disturbi. La varietà e la quantità delle procedure terapeutiche da applicare, impongono che il trattamento venga effettuato da un équipe multidisciplinare, con specifica formazione nel campo dei DCA in età evolutiva.
Aspetti metodologici. La possibilità di poter integrare interventi terapeutici di tipo psicodinamico, a interventi di tipo familiare, cognitivo, comportamentale, psiconutrizionale in relazione al grado di compromissione organica, alla comorbidità psichiatrica, alle relazioni familiari, sono alla base del nostro protocollo di intervento, che comunque ha come scopo non solo l’auspicabile remissione sintomatologica, ma soprattutto permettere alla paziente ed alla sua famiglia, di poter conquistare una posizione attiva e consapevole rispetto al proprio disagio, in modo da affrontarlo e superarlo. Al protocollo di intervento possono via via essere apportate piccole modifiche sulla base delle specifiche esigenze terapeutiche assistenziali del paziente e della propria famiglia. L’intervento terapeutico si dipana su tre livelli: ambulatoriale, di day hospital e reparto di degenza in rete con i servizi territoriali. Le figure professionali che compongono la nostra equipe con diversi compiti istituzionali sono: Neuropsichiatri Infantili, di cui uno in qualità di direttore (Prof. Emilio Franzoni); Psicologi Psicoterapeuti; Pediatri con competenze nutrizionali; Dietiste; Infermieri professionali; Specializzandi e Tirocinanti (provenienti dalle facoltà di Psicologia, Medicina e Chirurgia, Scienze dell’Educazione); Volontari.
Risultati. In una recente ricerca ci siamo riproposti di ottenere informazioni sul numero totale di pazienti trattati e curati in reparto in regime di degenza dal 2000 al 2010.
I pazienti trattati nel nostro Centro in regime di ricovero sono stati 263 per un totale di 292 ricoveri (alcuni pazienti hanno richiesto più di un ricovero). L’età madia dei pazienti è 15 anni, mentre mediamente l’esordio della patologia c’era stato a 13 anni ed 1 mese. Il 92% del nostro campione è rappresentato dal sesso femminile, l’8 % dal sesso maschile. Il 39,8% dei nostri pazienti proviene da fuori regione, mentre il 60, 2 % dall’ Emilia Romagna ed il 38,7 % di questi dalla Provincia di Bologna.
Mediamente il trattamento è stato di 2 mesi ed 1 settimana. Trattandosi di un regime di ricovero al quale si ricorre in acuto, il 78% dei nostri pazienti ha una diagnosi di Anoressia Nervosa (il 60% di tipo restrittivo, mentre il 18% di tipo purgativo), il 9% di Bulimia Nervosa, l’11% Disturbo Alimentare Non Altrimenti Specificato, il 2% obesità/Binge Eating Disorder.
Volendo indagare quanto fosse cambiata la distribuzione per sesso negli anni abbiamo ulteriormente suddiviso il nostro campione in due gruppi: gli utenti giunti alla nostra osservazione dal 2000 al 2005 e quelli giunti alla nostra osservazione dal 2006 al 2010.
Nel primo quinquennio la distribuzione per sesso prevedeva una predominanza assoluta del sesso femminile rappresentante il 95% dei nostri pazienti (5 % maschi).
Nel secondo quinquennio c’è stato un notevole incremento dei pazienti maschi, che sono più che raddoppiati (11%), pur rimanendo prevalenti i pazienti di sesso femminile 89 %.
Ad un follow up di 5-10 anni dei pazienti tuttora seguiti in ambulatorio con pregresso quadro di tipo restrittivo c’è stato mediamente un significativo incremento dell’Indice di Massa Corporea (BMI) che si aggira intorno ad un valore medio di 2,88 punti.
Inoltre il 39 % delle pazienti che aveva presentato amenorrea secondaria all’esordio della patologia ed al momento del ricovero ha avuto una ripresa del ciclo mestruale.
Infine il 50% delle pazienti presenta un miglioramento significativo dei rapporti sociali.
Bibliografia.
1. Pellicciari A, Gualandi S, Iero L, Monti M, Di Pietro E, Sacrato L, Gualandi P, Franzoni E. (2011) “Psychometric Evaluation of SAFA P Test for Eating Disorders in Adolescents: Comparative Validation with EDI-2” Eur Eat Disord Rev XXXX Feb 9.
2. Franzoni E, Fracasso A, Pellicciari A, Iero L, Gualandi P, Cimino A, Verrotti A, Sacrato L. (2010) “The refusal of food in childhood: From our clinical experience to an evaluation of recent diagnostic classifications” Eat Weight Disord 15(1-2):e81-5.
Un modello di intervento ospedaliero-riabilitativo in eta’ evolutiva: L’unita’ Operativa di Neuropsichiatria Infantile e Disturbi del Comportamento Alimentare del Policlinico S. Orsola di Bologna
Gualandi P, Iero I, Savarino F, Francia V, Moscano F, Bigucci S, Rossi F, Marino MS, Cecconi I, Sacrato L, Bruno F, Valentini R, Santini M, D’Amico P, Di Pietro E, Franzoni E
Introduzione. Nel Policlinico S.Orsola Malpighi (Bologna), all’interno della Clinica Pediatrica, dal 1995, ci si occupa di Disturbi del Comportamento Alimentare in età evolutiva. Da allora fino ad oggi lo studio e l’esperienza hanno portato la messa a punto di un approccio metodologicamente più accurato.
Descrizione della struttura. L’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile ospita il Centro Regionale per i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) in età evolutiva ed accoglie pazienti fino ai 18 anni; questo fa sì che occorra una modalità di intervento peculiare costruita sulle esigenze specifiche di questi ragazzi e delle loro famiglie. In effetti da un lato occorre integrare gli interventi di urgenza clinica ed emergenza psichiatrica ad un modello riabilitativo efficace e scientificamente valido, dall’altro è necessario organizzare il trattamento nelle sue diverse espressioni con il coinvolgimento centrale delle famiglie.
Indicazioni per l’utenza. Al nostro Centro si accede tramite PS, ricoveri programmati o trasferimenti da altre strutture o da reparti internistici.
Obiettivi. Gli obiettivi del Centro Regionale sono sostanzialmente quelli di fornire una presa in carico di tipo integrato, nel rispetto delle evidenze scientifiche, elaborando programmi atti a modificarne il comportamento patologico e prevenire le ricadute; attività collaterale a quella clinica, ma di primaria importanza è quella di aggiornamento e di ricerca riguardo questo tipo di disturbi. La varietà e la quantità delle procedure terapeutiche da applicare, impongono che il trattamento venga effettuato da un équipe multidisciplinare, con specifica formazione nel campo dei DCA in età evolutiva.
Aspetti metodologici. La possibilità di poter integrare interventi terapeutici di tipo psicodinamico, a interventi di tipo familiare, cognitivo, comportamentale, psiconutrizionale in relazione al grado di compromissione organica, alla comorbidità psichiatrica, alle relazioni familiari, sono alla base del nostro protocollo di intervento, che comunque ha come scopo non solo l’auspicabile remissione sintomatologica, ma soprattutto permettere alla paziente ed alla sua famiglia, di poter conquistare una posizione attiva e consapevole rispetto al proprio disagio, in modo da affrontarlo e superarlo. Al protocollo di intervento possono via via essere apportate piccole modifiche sulla base delle specifiche esigenze terapeutiche assistenziali del paziente e della propria famiglia. L’intervento terapeutico si dipana su tre livelli: ambulatoriale, di day hospital e reparto di degenza in rete con i servizi territoriali. Le figure professionali che compongono la nostra equipe con diversi compiti istituzionali sono: Neuropsichiatri Infantili, di cui uno in qualità di direttore (Prof. Emilio Franzoni); Psicologi Psicoterapeuti; Pediatri con competenze nutrizionali; Dietiste; Infermieri professionali; Specializzandi e Tirocinanti (provenienti dalle facoltà di Psicologia, Medicina e Chirurgia, Scienze dell’Educazione); Volontari.
Risultati. In una recente ricerca ci siamo riproposti di ottenere informazioni sul numero totale di pazienti trattati e curati in reparto in regime di degenza dal 2000 al 2010.
I pazienti trattati nel nostro Centro in regime di ricovero sono stati 263 per un totale di 292 ricoveri (alcuni pazienti hanno richiesto più di un ricovero). L’età madia dei pazienti è 15 anni, mentre mediamente l’esordio della patologia c’era stato a 13 anni ed 1 mese. Il 92% del nostro campione è rappresentato dal sesso femminile, l’8 % dal sesso maschile. Il 39,8% dei nostri pazienti proviene da fuori regione, mentre il 60, 2 % dall’ Emilia Romagna ed il 38,7 % di questi dalla Provincia di Bologna.
Mediamente il trattamento è stato di 2 mesi ed 1 settimana. Trattandosi di un regime di ricovero al quale si ricorre in acuto, il 78% dei nostri pazienti ha una diagnosi di Anoressia Nervosa (il 60% di tipo restrittivo, mentre il 18% di tipo purgativo), il 9% di Bulimia Nervosa, l’11% Disturbo Alimentare Non Altrimenti Specificato, il 2% obesità/Binge Eating Disorder.
Volendo indagare quanto fosse cambiata la distribuzione per sesso negli anni abbiamo ulteriormente suddiviso il nostro campione in due gruppi: gli utenti giunti alla nostra osservazione dal 2000 al 2005 e quelli giunti alla nostra osservazione dal 2006 al 2010.
Nel primo quinquennio la distribuzione per sesso prevedeva una predominanza assoluta del sesso femminile rappresentante il 95% dei nostri pazienti (5 % maschi).
Nel secondo quinquennio c’è stato un notevole incremento dei pazienti maschi, che sono più che raddoppiati (11%), pur rimanendo prevalenti i pazienti di sesso femminile 89 %.
Ad un follow up di 5-10 anni dei pazienti tuttora seguiti in ambulatorio con pregresso quadro di tipo restrittivo c’è stato mediamente un significativo incremento dell’Indice di Massa Corporea (BMI) che si aggira intorno ad un valore medio di 2,88 punti.
Inoltre il 39 % delle pazienti che aveva presentato amenorrea secondaria all’esordio della patologia ed al momento del ricovero ha avuto una ripresa del ciclo mestruale.
Infine il 50% delle pazienti presenta un miglioramento significativo dei rapporti sociali.
Bibliografia.
1. Pellicciari A, Gualandi S, Iero L, Monti M, Di Pietro E, Sacrato L, Gualandi P, Franzoni E. (2011) “Psychometric Evaluation of SAFA P Test for Eating Disorders in Adolescents: Comparative Validation with EDI-2” Eur Eat Disord Rev XXXX Feb 9.
2. Franzoni E, Fracasso A, Pellicciari A, Iero L, Gualandi P, Cimino A, Verrotti A, Sacrato L. (2010) “The refusal of food in childhood: From our clinical experience to an evaluation of recent diagnostic classifications” Eat Weight Disord 15(1-2):e81-5.