MCP.19.
La psicoterapia durante l’ospedalizzazione
Clinica Psichiatrica Università “Federico II” di Napoli
Senatore I
Premessa.La Clinica Psichiatrica del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Federico II di Napoli è diventata nella nostra Regione un polo di riferimento per la cura ed il ricovero delle pazienti affette da DCA. Generalmente le cause che ci inducono a ricoverare le pazienti DCA sono legate a diverse variabili; incontrollabili, imponenti e rapide variazioni ponderali, necessità di ristabilire condizioni mediche gravemente a rischio e di attivare un protocollo farmacologico adeguato, offrire una rete di protezione e di contenimento alle ansie ed alle angosce della paziente; rinegoziare il livello collaborativo della paziente; evidente break-down familiare. La durata media dei ricoveri è di venti/trenta giorni e ci si avvale della consulenza clinica-nutrizionale dei colleghi della Clinica Medica che si prendono cura degli aspetti medici e nutrizionali della paziente.
Descrizione.Sulla base della nostra osservazione possiamo affermare che il ricovero di pazienti con DCA, all’interno di un reparto d psichiatria, non solo offre tutte le garanzie per il controllo medico delle loro condizioni cliniche ma squarcia un velo culturale che lo considera inadeguato ed addirittura, in alcuni casi dannoso. Da anni, infatti, su tutto il territorio nazionale sono nati dei Centri privati che, come fiore all’occhiello, si propongono come strutture che ricoverano esclusivamente pazienti affette da DCA. L’immagine “dorata” che offrono agli utenti tende a scotomizzare la gravità di queste malattie, chiaramente d’appannaggio psichiatrico ed a nascondere che i DCA sono un melange di patologie più gravi e complesse. Spesso, questi Centri sbandierano come successo terapeutico l’incremento del peso ponderale raggiunto all’atto della dimissione dalla paziente. La nostra pratica clinica ci conferma, invece, che molte delle pazienti sottoposte ad un’alimentazione forzata, agiscono in regime di ricovero un “falso movimento” e quando rientrano a casa, perdono in poco tempo, i chili acquistati.
Conclusioni. Consapevoli che ad un aumento di peso della paziente deve corrispondere contemporaneamente una mentalizzazione, non deve meravigliare come, in alcuni casi, le pazienti ricoverate presso la nostra struttura siano state dimesse addirittura con un peso sovrapponibile a quello d’entrata. Nel corso dei successivi incontri (di gruppo e/o individuale) le stesse avranno modo di compiere un viaggio che le condurrà, in maniera stabile, ad un incremento di peso. Nel corso degli incontri di gruppo queste pazienti sono riuscite lentamente e gradatamente ad incrementare il peso corporeo e a poter tollerare, in alcuni casi, anche la ricomparsa del ciclo mestruale. Se analizziamo questi dati scopriamo che le pazienti hanno potuto giungere, in maniera stabile, a questi risultati perché non si sono limitate ad incorporare, meccanicamente, il cibo ma sono riuscite ad introiettare, a livello fantasmatico, sia gli alimenti che la relazione terapeutica.
Bibliografia.
1. De Caprio C, Alfano A, Senatore I, Zarrella, Pasanisi F, Contaldo F (2006). Severe acute liver damage in anorexia nervosa: two case report. Nutrition. Nutrition. 22, 5, 572-5.
2. Senatore I (2002), Curare con il cinema, Torino, Centro Scientifico Editore
3. Senatore I (2004), Il cineforum del dottor Freud, Torino, Centro Scientifico Editore
La psicoterapia durante l’ospedalizzazione
Clinica Psichiatrica Università “Federico II” di Napoli
Senatore I
Premessa.La Clinica Psichiatrica del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Federico II di Napoli è diventata nella nostra Regione un polo di riferimento per la cura ed il ricovero delle pazienti affette da DCA. Generalmente le cause che ci inducono a ricoverare le pazienti DCA sono legate a diverse variabili; incontrollabili, imponenti e rapide variazioni ponderali, necessità di ristabilire condizioni mediche gravemente a rischio e di attivare un protocollo farmacologico adeguato, offrire una rete di protezione e di contenimento alle ansie ed alle angosce della paziente; rinegoziare il livello collaborativo della paziente; evidente break-down familiare. La durata media dei ricoveri è di venti/trenta giorni e ci si avvale della consulenza clinica-nutrizionale dei colleghi della Clinica Medica che si prendono cura degli aspetti medici e nutrizionali della paziente.
Descrizione.Sulla base della nostra osservazione possiamo affermare che il ricovero di pazienti con DCA, all’interno di un reparto d psichiatria, non solo offre tutte le garanzie per il controllo medico delle loro condizioni cliniche ma squarcia un velo culturale che lo considera inadeguato ed addirittura, in alcuni casi dannoso. Da anni, infatti, su tutto il territorio nazionale sono nati dei Centri privati che, come fiore all’occhiello, si propongono come strutture che ricoverano esclusivamente pazienti affette da DCA. L’immagine “dorata” che offrono agli utenti tende a scotomizzare la gravità di queste malattie, chiaramente d’appannaggio psichiatrico ed a nascondere che i DCA sono un melange di patologie più gravi e complesse. Spesso, questi Centri sbandierano come successo terapeutico l’incremento del peso ponderale raggiunto all’atto della dimissione dalla paziente. La nostra pratica clinica ci conferma, invece, che molte delle pazienti sottoposte ad un’alimentazione forzata, agiscono in regime di ricovero un “falso movimento” e quando rientrano a casa, perdono in poco tempo, i chili acquistati.
Conclusioni. Consapevoli che ad un aumento di peso della paziente deve corrispondere contemporaneamente una mentalizzazione, non deve meravigliare come, in alcuni casi, le pazienti ricoverate presso la nostra struttura siano state dimesse addirittura con un peso sovrapponibile a quello d’entrata. Nel corso dei successivi incontri (di gruppo e/o individuale) le stesse avranno modo di compiere un viaggio che le condurrà, in maniera stabile, ad un incremento di peso. Nel corso degli incontri di gruppo queste pazienti sono riuscite lentamente e gradatamente ad incrementare il peso corporeo e a poter tollerare, in alcuni casi, anche la ricomparsa del ciclo mestruale. Se analizziamo questi dati scopriamo che le pazienti hanno potuto giungere, in maniera stabile, a questi risultati perché non si sono limitate ad incorporare, meccanicamente, il cibo ma sono riuscite ad introiettare, a livello fantasmatico, sia gli alimenti che la relazione terapeutica.
Bibliografia.
1. De Caprio C, Alfano A, Senatore I, Zarrella, Pasanisi F, Contaldo F (2006). Severe acute liver damage in anorexia nervosa: two case report. Nutrition. Nutrition. 22, 5, 572-5.
2. Senatore I (2002), Curare con il cinema, Torino, Centro Scientifico Editore
3. Senatore I (2004), Il cineforum del dottor Freud, Torino, Centro Scientifico Editore