MS12.2
Prospettive terapeutiche basate sulla mindfulness: evidenze scientifiche e riflessioni su un’esperienza clinica all’interno di un centro di cura per i DA.
Dipartimento di salute mentale asl 2 savonese, Centro regionale per i disturbi dell’adolescenza e dell’alimentazione (cdaa)
Cerro PF
Premesse.La scoperta della plasticità neurale,la capacità del cervello di riformarsi a seconda di come lo modella l’esperienza,sta di fatto riformulando la psicologia.
La ricerca in questo ambito ha aperto nuove strade,insinuando nella psicologia nuove intuizioni della neuroscienza (1).
Osservazioni.Una possibilità è che la coltivazione di certe capacità, ad esempio auto riflessione e consapevolezza dei propri stati mentali,che possono essere allenate mediante tecniche specifiche,possa facilitare la soppressione della risposta automatica,che spesso si traduce in manifestazioni psicopatologiche, di fronte a determinate emozioni.
Il deficit nella capacità di autoriflessione sulle proprie sensazioni fisiche e sui propri stati mentali,così come il discontrollo degli impulsi sono due aree sintomatologiche molto presenti in diversi disturbi psichici.
Conoscenze teoriche di riferimento.Il bagaglio di conoscenze preso in considerazione nel presentare le esperienze riportate,verte principalmente intorno ai seguenti temi:
il costrutto cognitivo della consapevolezza mindful; i correlati neurobiologici tra mindfulness e cervello;l’integrazione neurale e la regolazione emozionale;sintonizzazione e funzione riflessiva e i loro collegamenti con il concetto di mindfulness; i principali modelli terapeutici che utilizzano il concetto di mindfulness e le principali evidenze (2).
Temi trattati: Negli ultimi anni sono state messe a punto diverse prospettive terapeutiche basate sull’allenamento alla consapevolezza della propria esperienza e sulla pratica di “ mindfulness”.
I protocolli,pur nelle loro diversità, consistono in sedute settimanali di gruppo in cui vengono insegnate tecniche finalizzate all’apprendimento di una particolare modalità di prestare attenzione a se stessi e all’ambiente : di proposito, nel momento presente e non giudicante.
“Mindfulness” è uno stato mentale in cui la persona ascolta e osserva le emozioni, le sensazioni fisiche e i pensieri, rimanendo un passo indietro e accettandoli così come sono, senza cercare di modificarli,senza ragionare su di essi, senza cercare di prolungarli o di bloccarli. In questo stato le componenti del pensiero razionale e dell’esperienza emotiva sono integrate in una conoscenza intuitiva (3).
Materiale presentato e metodologia d’intervento. Le osservazioni cliniche riportate nascono dall’esperienza maturata presso il Centro Regionale per i Disturbi dell’Adolescenza e del comportamento alimentare di natura psichica dell’Asl 2 Savonese (CDAA ).
Il CDAA è dotato di dieci posti letto per ricoveri riabilitativi, otto di day Hospital, un day hospital diagnostico, due sedi ambulatoriali, una a Pietra Ligure e una a Savona.
All’interno del Centro l’approccio terapeutico basato sulla mindfulness si concretizza sia in gruppi strutturati a cadenza settimanale secondo il modello di Segal, Williams e Teasdale (MBCT ) (4) opportunamente modificato per i Dca e adattato ad un contesto ospedaliero, sia come cornice di fondo nella quale sono inseriti altri tipi di intervento, ad esempio esposizione allo specchio secondo il modello di Wilson, pasti assistiti,lavoro sulle sagome etc.(5).
Considerazioni conclusive.L’esperienza fin qui acquisita ci porta a ritenere che l’utilizzo di prospettive terapeutiche basate sulla mindfulness all’interno di un centro di cura e riabilitazione per i DCA risulti di grande utilità in almeno tre aree:
1. Miglioramento dell’alleanza terapeutica e aumento della compliance alla cura durante il ricovero.
2. Diminuzione del “rimuginio” e della ripetizione di schemi comportamentali automatici
3. Aumento della capacità di gestione delle crisi emotive.
Presso il CDAA è in corso uno studio che, seppur in fase preliminare, mostra ,a distanza di un anno,una sensibile diminuzione di ricadute in pazienti che proseguono un gruppo di mindfulness therapy a cadenza settimanale dopo il ricovero(6).
Bibliografia.
1. Goleman D (2003) “Destructive emotions” Mondadori ed.
2. Didonna F, Foreword J, Kabat-Zinn (2009) “Clinical handbook of mindfulness” Springer Ed
3. Siegel D (2007) “The mindful brain”, Cortina ed
4. Segal Z, Williams M, Teasdale J (2002) “Mindfulness –based cognitive therapy for depression: a new approach to preventing relapse” New York, Guilford.
5. Wilson G (1999) ”Cognitive therapy for eating disorders: problems and progress” Behaviour Research and Therapy 37, S79-S95
6. Baer, Fischer, Huss (2006) “Mindfulness and acceptance in the treatment of disordered eating” Journal of rationale-emotive therapy and cognitive-behavior therapy 23,281-300.
Prospettive terapeutiche basate sulla mindfulness: evidenze scientifiche e riflessioni su un’esperienza clinica all’interno di un centro di cura per i DA.
Dipartimento di salute mentale asl 2 savonese, Centro regionale per i disturbi dell’adolescenza e dell’alimentazione (cdaa)
Cerro PF
Premesse.La scoperta della plasticità neurale,la capacità del cervello di riformarsi a seconda di come lo modella l’esperienza,sta di fatto riformulando la psicologia.
La ricerca in questo ambito ha aperto nuove strade,insinuando nella psicologia nuove intuizioni della neuroscienza (1).
Osservazioni.Una possibilità è che la coltivazione di certe capacità, ad esempio auto riflessione e consapevolezza dei propri stati mentali,che possono essere allenate mediante tecniche specifiche,possa facilitare la soppressione della risposta automatica,che spesso si traduce in manifestazioni psicopatologiche, di fronte a determinate emozioni.
Il deficit nella capacità di autoriflessione sulle proprie sensazioni fisiche e sui propri stati mentali,così come il discontrollo degli impulsi sono due aree sintomatologiche molto presenti in diversi disturbi psichici.
Conoscenze teoriche di riferimento.Il bagaglio di conoscenze preso in considerazione nel presentare le esperienze riportate,verte principalmente intorno ai seguenti temi:
il costrutto cognitivo della consapevolezza mindful; i correlati neurobiologici tra mindfulness e cervello;l’integrazione neurale e la regolazione emozionale;sintonizzazione e funzione riflessiva e i loro collegamenti con il concetto di mindfulness; i principali modelli terapeutici che utilizzano il concetto di mindfulness e le principali evidenze (2).
Temi trattati: Negli ultimi anni sono state messe a punto diverse prospettive terapeutiche basate sull’allenamento alla consapevolezza della propria esperienza e sulla pratica di “ mindfulness”.
I protocolli,pur nelle loro diversità, consistono in sedute settimanali di gruppo in cui vengono insegnate tecniche finalizzate all’apprendimento di una particolare modalità di prestare attenzione a se stessi e all’ambiente : di proposito, nel momento presente e non giudicante.
“Mindfulness” è uno stato mentale in cui la persona ascolta e osserva le emozioni, le sensazioni fisiche e i pensieri, rimanendo un passo indietro e accettandoli così come sono, senza cercare di modificarli,senza ragionare su di essi, senza cercare di prolungarli o di bloccarli. In questo stato le componenti del pensiero razionale e dell’esperienza emotiva sono integrate in una conoscenza intuitiva (3).
Materiale presentato e metodologia d’intervento. Le osservazioni cliniche riportate nascono dall’esperienza maturata presso il Centro Regionale per i Disturbi dell’Adolescenza e del comportamento alimentare di natura psichica dell’Asl 2 Savonese (CDAA ).
Il CDAA è dotato di dieci posti letto per ricoveri riabilitativi, otto di day Hospital, un day hospital diagnostico, due sedi ambulatoriali, una a Pietra Ligure e una a Savona.
All’interno del Centro l’approccio terapeutico basato sulla mindfulness si concretizza sia in gruppi strutturati a cadenza settimanale secondo il modello di Segal, Williams e Teasdale (MBCT ) (4) opportunamente modificato per i Dca e adattato ad un contesto ospedaliero, sia come cornice di fondo nella quale sono inseriti altri tipi di intervento, ad esempio esposizione allo specchio secondo il modello di Wilson, pasti assistiti,lavoro sulle sagome etc.(5).
Considerazioni conclusive.L’esperienza fin qui acquisita ci porta a ritenere che l’utilizzo di prospettive terapeutiche basate sulla mindfulness all’interno di un centro di cura e riabilitazione per i DCA risulti di grande utilità in almeno tre aree:
1. Miglioramento dell’alleanza terapeutica e aumento della compliance alla cura durante il ricovero.
2. Diminuzione del “rimuginio” e della ripetizione di schemi comportamentali automatici
3. Aumento della capacità di gestione delle crisi emotive.
Presso il CDAA è in corso uno studio che, seppur in fase preliminare, mostra ,a distanza di un anno,una sensibile diminuzione di ricadute in pazienti che proseguono un gruppo di mindfulness therapy a cadenza settimanale dopo il ricovero(6).
Bibliografia.
1. Goleman D (2003) “Destructive emotions” Mondadori ed.
2. Didonna F, Foreword J, Kabat-Zinn (2009) “Clinical handbook of mindfulness” Springer Ed
3. Siegel D (2007) “The mindful brain”, Cortina ed
4. Segal Z, Williams M, Teasdale J (2002) “Mindfulness –based cognitive therapy for depression: a new approach to preventing relapse” New York, Guilford.
5. Wilson G (1999) ”Cognitive therapy for eating disorders: problems and progress” Behaviour Research and Therapy 37, S79-S95
6. Baer, Fischer, Huss (2006) “Mindfulness and acceptance in the treatment of disordered eating” Journal of rationale-emotive therapy and cognitive-behavior therapy 23,281-300.