MS13.1.
ASL 6 Livorno, Dipartimento di Salute Mentale, Unità Funzionale Salute Mentale Adulti Zona Bassa Val di Cecina
Drop-out e Cronicità nei DA. Drop-out e evoluzione clinica nella prospettiva epidemiologica: i dati italiani
Valoroso L, Artico N
Premesse. I Disturbi della Condotta Alimentare (DCA) per diffusione, fascia di età colpita, morbilità, impegno nell’ambito del SSN e compromissione a lungo termine della funzionalità sono senza dubbio una emergenza epidemiologica nei paesi industrializzati. L’Italia non è da meno con un tasso di prevalenza nella fascia 18/25 anni del 0,3% per l’Anoressia Nervosa (AN), del 1,8% per la Bulimia Nervosa (BN) e del 5,3% per tutti i DCA(1). In Toscana questo si traduce in 2273 richieste di intervento per DCA nel 2001.
Descrizione della Struttura.Dal 2001 presso la AUSL 6 di Livorno è stata creata una rete di operatori multiprofessionali che si occupa del livello diagnostico e di intervento terapeutico sul piano medico, nutrizionale , psicoterapico (individuale e/o familiare) e psicofarmacologico per i DCA con valenza dipartimentale e coordinato dal gruppo della Unità Funzionale Salute Mentale Adulti (UFSMA) della Bassa Val di Cecina.
Indicazioni per l’utenza. Grazie all’integrazione con i servizi per l’Infanzia/Adolescenza e ad un coordinamento mensile degli operatori sono in carico oltre 100 casi all’anno di cui 25 – 30 nuovi casi. L’accesso e diretto da ciascun servizio sanitario o sociale della ASL e la valutazione è multiprofessionale prima di stilare il progetto terapeutico personalizzato.
Obiettivo. Attraverso la revisione sistematica e critica dei casi di DCA che hanno avuto esito sfavorevole (drop-uot o morte) utilizzando il metodo dell’audit clinico multiprofessionale, si sono individuati gli elementi che hanno determinato il fallimento del progetto terapeutico. In un secondo momento gli elementi critici emersi sono stati applicati a casi in carico e particolarmente problematici al “Gruppo DCA” con l’intento di testare la reale possibilità di prevenire esiti infausti.
Aspetti Metodologici. La scelta di utilizzare casi “critici”, con esiti chiaramente infausti, e quindi non soggetti ad eccessive interpretazioni, ha comportato una forte partecipazione degli operatori non direttamente coinvolti nel caso ma chiamati a discuterne. L’audit clinico ha richiesto uno sforzo di chiarezza sintesi ed analisi del caso da parte degli operatori “costretti” a spiegare e spiegarsi le azioni compiute e le conseguenze osservate. Per evitare l’autoreferenzialità, gli elementi emersi come prognosticamente sfavorevoli sono stati rivisitati per casi in corso di svolgimento ed in condizioni precritiche o francamente critiche per misurare l’effettiva efficacia dei correttivi identificati.
Osservazioni personali.L’adesione ad un trattamento è necessaria ma non sufficiente al suo funzionamento e perché questo funzioni vanno considerati tutti gli elementi che lo denotano compresi i fattori legati al sistema curante.
Interpretazioni personali. Poiché gli elementi disfunzinali del paziente sono l’oggetto della cura non sono modificabili se non dopo l’intervento stesso o durante lo stesso. Identificare gli elementi disfunzinali nell’azione terapeutica legati al sistema curante ha maggiori probabilità di mantenere viva e vitale la relazione terapeutica e prevenire drop-uot e cronicizzazioni pericolose
Risultati. Nel corso del 2009 tra i pazienti affetti da DCA di tipo Anoressico si è avuto un decesso per suicidio da intossicazione di potassio. Il caso è stato presentato a tutti gli operatori della UFSMA nel corso di 3 sedute di audit in cui sono state ripercorse le tappe cliniche di vita e di intervento di 10 anni di storia della paziente. Dalla disamina del caso sono emersi fattori prognostici legati alla paziente in linea con dati di letteratura quali specifici tratti di personalità, impulsività, comportamento tipo binge purge (2). Sono emersi, però, anche elementi legati all’equipe curante quali perdita di coesione, ridotta comunicazione, incapacità ad adattarsi a situazioni fortemente frustranti ed ambigue.
Le carenze strutturali dell’equipe sono state poi ricercate in un altro caso in fase critica e, apportati alcuni correttivi e si è osservato l’andamento clinico. La paziente a cui sono stati applicati i correttivi è passata da 4 ricoveri in tre mesi nel 2009 a 0 ricoveri nel 2010.
Bibliografia.
1.Favaro A, Ferrara S, Santonastaso P. (2003) The spectrum of eating disorders in young women: a prevalence study in a general population sample. Psychosom Med. Jul-Aug;65(4):701-8.
2. Fassino S, Pierò A, Tomba E and Abbate-Daga G (2009) Factors associated with dropout from treatment for eating disorders: a comprehensive literature review BMC Psychiatry, 9:67
ASL 6 Livorno, Dipartimento di Salute Mentale, Unità Funzionale Salute Mentale Adulti Zona Bassa Val di Cecina
Drop-out e Cronicità nei DA. Drop-out e evoluzione clinica nella prospettiva epidemiologica: i dati italiani
Valoroso L, Artico N
Premesse. I Disturbi della Condotta Alimentare (DCA) per diffusione, fascia di età colpita, morbilità, impegno nell’ambito del SSN e compromissione a lungo termine della funzionalità sono senza dubbio una emergenza epidemiologica nei paesi industrializzati. L’Italia non è da meno con un tasso di prevalenza nella fascia 18/25 anni del 0,3% per l’Anoressia Nervosa (AN), del 1,8% per la Bulimia Nervosa (BN) e del 5,3% per tutti i DCA(1). In Toscana questo si traduce in 2273 richieste di intervento per DCA nel 2001.
Descrizione della Struttura.Dal 2001 presso la AUSL 6 di Livorno è stata creata una rete di operatori multiprofessionali che si occupa del livello diagnostico e di intervento terapeutico sul piano medico, nutrizionale , psicoterapico (individuale e/o familiare) e psicofarmacologico per i DCA con valenza dipartimentale e coordinato dal gruppo della Unità Funzionale Salute Mentale Adulti (UFSMA) della Bassa Val di Cecina.
Indicazioni per l’utenza. Grazie all’integrazione con i servizi per l’Infanzia/Adolescenza e ad un coordinamento mensile degli operatori sono in carico oltre 100 casi all’anno di cui 25 – 30 nuovi casi. L’accesso e diretto da ciascun servizio sanitario o sociale della ASL e la valutazione è multiprofessionale prima di stilare il progetto terapeutico personalizzato.
Obiettivo. Attraverso la revisione sistematica e critica dei casi di DCA che hanno avuto esito sfavorevole (drop-uot o morte) utilizzando il metodo dell’audit clinico multiprofessionale, si sono individuati gli elementi che hanno determinato il fallimento del progetto terapeutico. In un secondo momento gli elementi critici emersi sono stati applicati a casi in carico e particolarmente problematici al “Gruppo DCA” con l’intento di testare la reale possibilità di prevenire esiti infausti.
Aspetti Metodologici. La scelta di utilizzare casi “critici”, con esiti chiaramente infausti, e quindi non soggetti ad eccessive interpretazioni, ha comportato una forte partecipazione degli operatori non direttamente coinvolti nel caso ma chiamati a discuterne. L’audit clinico ha richiesto uno sforzo di chiarezza sintesi ed analisi del caso da parte degli operatori “costretti” a spiegare e spiegarsi le azioni compiute e le conseguenze osservate. Per evitare l’autoreferenzialità, gli elementi emersi come prognosticamente sfavorevoli sono stati rivisitati per casi in corso di svolgimento ed in condizioni precritiche o francamente critiche per misurare l’effettiva efficacia dei correttivi identificati.
Osservazioni personali.L’adesione ad un trattamento è necessaria ma non sufficiente al suo funzionamento e perché questo funzioni vanno considerati tutti gli elementi che lo denotano compresi i fattori legati al sistema curante.
Interpretazioni personali. Poiché gli elementi disfunzinali del paziente sono l’oggetto della cura non sono modificabili se non dopo l’intervento stesso o durante lo stesso. Identificare gli elementi disfunzinali nell’azione terapeutica legati al sistema curante ha maggiori probabilità di mantenere viva e vitale la relazione terapeutica e prevenire drop-uot e cronicizzazioni pericolose
Risultati. Nel corso del 2009 tra i pazienti affetti da DCA di tipo Anoressico si è avuto un decesso per suicidio da intossicazione di potassio. Il caso è stato presentato a tutti gli operatori della UFSMA nel corso di 3 sedute di audit in cui sono state ripercorse le tappe cliniche di vita e di intervento di 10 anni di storia della paziente. Dalla disamina del caso sono emersi fattori prognostici legati alla paziente in linea con dati di letteratura quali specifici tratti di personalità, impulsività, comportamento tipo binge purge (2). Sono emersi, però, anche elementi legati all’equipe curante quali perdita di coesione, ridotta comunicazione, incapacità ad adattarsi a situazioni fortemente frustranti ed ambigue.
Le carenze strutturali dell’equipe sono state poi ricercate in un altro caso in fase critica e, apportati alcuni correttivi e si è osservato l’andamento clinico. La paziente a cui sono stati applicati i correttivi è passata da 4 ricoveri in tre mesi nel 2009 a 0 ricoveri nel 2010.
Bibliografia.
1.Favaro A, Ferrara S, Santonastaso P. (2003) The spectrum of eating disorders in young women: a prevalence study in a general population sample. Psychosom Med. Jul-Aug;65(4):701-8.
2. Fassino S, Pierò A, Tomba E and Abbate-Daga G (2009) Factors associated with dropout from treatment for eating disorders: a comprehensive literature review BMC Psychiatry, 9:67