MS13.4.
Drop-out e Cronicità nei DA. Tempo e struttura secondo una prospettiva psicoanalitica
Comunita’ Terapeutica La Vela
Cosenza D
Introduzione. Nel mio intervento cercherò di mettere in luce come opera la funzione del tempo nella genesi e nella cura analiticamente orientata dei disturbi del comportamento alimentare.
Premesse. In effetti, una delle prospettive in cui si possono inquadrare molti casi di DCA è quella di un’alterazione della funzione temporale, che entra in gioco nel rapporto del soggetto con la sua esperienza, e che caratterizza il suo uso del linguaggio, il suo rapporto con gli altri, le sue pratiche o rituali, il suo rapporto con il corpo e con il cibo.
Prospettive in ambito sistemico-relazionale e psicoanalitico.
A. Diacroniche e sincroniche sulla temporalità. La funzione della temporalità e delle sue alterazioni è stata messa in rilievo in modo differente in psicopatologia: molti autori ne hanno enfatizzato la dimensione diacronico-fenomenologica, mentre altri hanno messo in maggiore evidenza la centralità della dimensione strutturale della funzione temporale nel campo della malattia mentale.
B. Sincroniche: la Scuola di Selvini Palazzoli e la Scuola di Lacan (3,4). Tra gli approcci psicodinamici nel campo della psicoterapia dei DCA che hanno introdotto una prospettiva sincronico-strutturale nella lettura della genesi psicopatologica e nella logica del trattamento, dobbiamo riconoscere indubbiamente l’approccio sistemico-familiare classico della Scuola di Selvini Palazzoli e la sua focalizzazione sul concetto di sistema della famiglia (più avanti pluralizzato nei sistemi delle famiglie) della paziente anoressica. In questa prospettiva l’emergenza diacronica del sintomo anoressico non è leggibile se non alla luce della temporalità strutturale-sincronica del sistema familiare di appartenenza e delle sue leggi interne, di cui i membri sono perlopiù inconsapevoli. Al contempo nella prospettiva psicoanalitica di Lacan e della sua Scuola è soltanto il riferimento al feed-back della struttura del soggetto (di cui egli riprende la tripartizione classica freudiana: psicosi, nevrosi, perversione)che ci può permettere di leggere con precisione la funzione specifica del sintomo alimentare che un paziente ha iniziato a sviluppare o che protrae ormai da lungo tempo.
C. In psicoanalisi: da Jacques Lacan a Jacques-Alain Miller.A differenza di una prospettiva epistemologico-clinica di tipo evolutivo-maturativo, che caratterizza la gran parte della psicoanalisi postfreudiana, l’approccio lacaniano mette in rilievo in modo speciale come un soggetto ha attraversato i crocevia strutturali che ne organizzano la costituzione. L’effetto di tali passaggi si rivela perlopiù in un tempo secondo, seguendo una temporalità non lineare quale è quella propria dell’inconscio. Tra tali crocevia strutturali possiamo indicare in modo prioritario lo stadio dello specchio (dove si produce o meno per il bambino, tra i 6 ed i 18 mesi di vita, il riconoscimento della propria immagine come unificata), il passaggio attraverso il crocevia edipico (dove è in gioco per il bambino l’assunzione o meno della Legge simbolica e la perdita del primo mitico oggetto di soddisfacimento), ed il passaggio all’iniziazione sessuale della pubertà (dove si definisce l’assunzione della propria posizione sessuata e si cristallizza il fantasma fondamentale del soggetto, che ne organizza il modo singolare di godimento).Nell’esperienza clinica è frequente rilevare negli esordi sintomatici in adolescenza, come avviene in modo franco per le psicosi e spesso anche per l’anoressia e la bulimia, la messa allo scoperto delle défaillances intercorse nel passaggio attraverso i crocevia strutturali del tempo dell’infanzia.
Applicazioni: Augustin Menard, Carole Dewambrechies La Sagna, Nieves Soria, François Ansermet.La prospettiva strutturale permette di inquadrare le vicissitudini delle pazienti anoressiche e bulimiche con la funzione temporale. E’ nota la loro difficoltà a tollerare un tempo non riempito, l’angoscia che le invade dinanzi al vuoto temporale, la spinta a riempire gli intervalli con l’esercizio del sintomo alimentare, sia esso la restrizione anoressica, il riempimento forsennato del Binge e dell’obeso, il circuito abbuffata-vomito nella bulimica. Sul piano strutturale la questione si pone rispetto al rapporto del soggetto con l’intervallo temporale, nel quale, a seconda della struttura clinica, la paziente, in assenza del sintomo, fa l’esperienza della mancanza (nelle nevrosi), oppure di un’angoscia senza limite che la invade (nelle psicosi).L’attenzione clinica alla funzione strutturale del tempo permette una diagnosi più accurata del paziente con DCA, che non si limita all’inquadramento diagnostico-descrittivo del DSM pur tenendolo in conto.
Interpretazioni o dati personali. Le pazienti cosiddette ‘croniche’, con lunga carriera nell’ambito dei DCA, si presentano come le più resistenti al cambiamento, e le più recidive nelle ricadute, incarnando in modo estremo la tendenza interna ai DCA ad un rifiuto della cura, e ad una difficoltà nella creazione di una compliance terapeutica. La cronicità fissa il soggetto ad un tempo pietrificato che è chiuso al futuro ed alla trasformazione, e che si costruisce tutto attorno alla sicurezza compensatoria del rituale sintomatico ed all’illusione di poterlo padroneggiare. Il passaggio ad un tempo dialettico, giocato nella relazione, che reinclude il futuro come possibilità di trasformazione, è la cosa che più angoscia le pazienti anoressiche e bulimiche, perché reintroduce al cuore della loro esperienza una variabile fuori-controllo che sentono di non poter più padroneggiare.
Conclusioni. In questa prospettiva sarà essenziale mettere in rilievo l’importanza delle differenti strutture cliniche del soggetto che soffre di DCA, per inquadrare nello specifico la funzione singolare del suo disturbo e le sue difficoltà rispetto alla funzione-tempo e all’esperienza dell’intervallo temporale, e per meglio mettere in campo una strategia della cura mirata.
Bibliografia.
1. Ansermet F (1998) “Le refus anorexique” In: “Clinique de l’origine. L’enfant entre médicine et psychanalyse” Loussanne, Payot, 159-170
2. Brusset B (1998) “Psychopathologie de l’anorexie mentale” Dunod, Paris, 229
3. Cosenza D (2008) “Il muro dell’anoressia” Astrolabio, Roma, 212
3. Lacan J (1974) “Il tempo logico e l’asserzione di certezza anticipata” In: Scritti, Einaudi, Torino, 191-207
4. Lacan J (1974) “La direzione della cura e i principi del suo potere” In: Scritti, Einaudi, Torino, 580-642
Drop-out e Cronicità nei DA. Tempo e struttura secondo una prospettiva psicoanalitica
Comunita’ Terapeutica La Vela
Cosenza D
Introduzione. Nel mio intervento cercherò di mettere in luce come opera la funzione del tempo nella genesi e nella cura analiticamente orientata dei disturbi del comportamento alimentare.
Premesse. In effetti, una delle prospettive in cui si possono inquadrare molti casi di DCA è quella di un’alterazione della funzione temporale, che entra in gioco nel rapporto del soggetto con la sua esperienza, e che caratterizza il suo uso del linguaggio, il suo rapporto con gli altri, le sue pratiche o rituali, il suo rapporto con il corpo e con il cibo.
Prospettive in ambito sistemico-relazionale e psicoanalitico.
A. Diacroniche e sincroniche sulla temporalità. La funzione della temporalità e delle sue alterazioni è stata messa in rilievo in modo differente in psicopatologia: molti autori ne hanno enfatizzato la dimensione diacronico-fenomenologica, mentre altri hanno messo in maggiore evidenza la centralità della dimensione strutturale della funzione temporale nel campo della malattia mentale.
B. Sincroniche: la Scuola di Selvini Palazzoli e la Scuola di Lacan (3,4). Tra gli approcci psicodinamici nel campo della psicoterapia dei DCA che hanno introdotto una prospettiva sincronico-strutturale nella lettura della genesi psicopatologica e nella logica del trattamento, dobbiamo riconoscere indubbiamente l’approccio sistemico-familiare classico della Scuola di Selvini Palazzoli e la sua focalizzazione sul concetto di sistema della famiglia (più avanti pluralizzato nei sistemi delle famiglie) della paziente anoressica. In questa prospettiva l’emergenza diacronica del sintomo anoressico non è leggibile se non alla luce della temporalità strutturale-sincronica del sistema familiare di appartenenza e delle sue leggi interne, di cui i membri sono perlopiù inconsapevoli. Al contempo nella prospettiva psicoanalitica di Lacan e della sua Scuola è soltanto il riferimento al feed-back della struttura del soggetto (di cui egli riprende la tripartizione classica freudiana: psicosi, nevrosi, perversione)che ci può permettere di leggere con precisione la funzione specifica del sintomo alimentare che un paziente ha iniziato a sviluppare o che protrae ormai da lungo tempo.
C. In psicoanalisi: da Jacques Lacan a Jacques-Alain Miller.A differenza di una prospettiva epistemologico-clinica di tipo evolutivo-maturativo, che caratterizza la gran parte della psicoanalisi postfreudiana, l’approccio lacaniano mette in rilievo in modo speciale come un soggetto ha attraversato i crocevia strutturali che ne organizzano la costituzione. L’effetto di tali passaggi si rivela perlopiù in un tempo secondo, seguendo una temporalità non lineare quale è quella propria dell’inconscio. Tra tali crocevia strutturali possiamo indicare in modo prioritario lo stadio dello specchio (dove si produce o meno per il bambino, tra i 6 ed i 18 mesi di vita, il riconoscimento della propria immagine come unificata), il passaggio attraverso il crocevia edipico (dove è in gioco per il bambino l’assunzione o meno della Legge simbolica e la perdita del primo mitico oggetto di soddisfacimento), ed il passaggio all’iniziazione sessuale della pubertà (dove si definisce l’assunzione della propria posizione sessuata e si cristallizza il fantasma fondamentale del soggetto, che ne organizza il modo singolare di godimento).Nell’esperienza clinica è frequente rilevare negli esordi sintomatici in adolescenza, come avviene in modo franco per le psicosi e spesso anche per l’anoressia e la bulimia, la messa allo scoperto delle défaillances intercorse nel passaggio attraverso i crocevia strutturali del tempo dell’infanzia.
Applicazioni: Augustin Menard, Carole Dewambrechies La Sagna, Nieves Soria, François Ansermet.La prospettiva strutturale permette di inquadrare le vicissitudini delle pazienti anoressiche e bulimiche con la funzione temporale. E’ nota la loro difficoltà a tollerare un tempo non riempito, l’angoscia che le invade dinanzi al vuoto temporale, la spinta a riempire gli intervalli con l’esercizio del sintomo alimentare, sia esso la restrizione anoressica, il riempimento forsennato del Binge e dell’obeso, il circuito abbuffata-vomito nella bulimica. Sul piano strutturale la questione si pone rispetto al rapporto del soggetto con l’intervallo temporale, nel quale, a seconda della struttura clinica, la paziente, in assenza del sintomo, fa l’esperienza della mancanza (nelle nevrosi), oppure di un’angoscia senza limite che la invade (nelle psicosi).L’attenzione clinica alla funzione strutturale del tempo permette una diagnosi più accurata del paziente con DCA, che non si limita all’inquadramento diagnostico-descrittivo del DSM pur tenendolo in conto.
Interpretazioni o dati personali. Le pazienti cosiddette ‘croniche’, con lunga carriera nell’ambito dei DCA, si presentano come le più resistenti al cambiamento, e le più recidive nelle ricadute, incarnando in modo estremo la tendenza interna ai DCA ad un rifiuto della cura, e ad una difficoltà nella creazione di una compliance terapeutica. La cronicità fissa il soggetto ad un tempo pietrificato che è chiuso al futuro ed alla trasformazione, e che si costruisce tutto attorno alla sicurezza compensatoria del rituale sintomatico ed all’illusione di poterlo padroneggiare. Il passaggio ad un tempo dialettico, giocato nella relazione, che reinclude il futuro come possibilità di trasformazione, è la cosa che più angoscia le pazienti anoressiche e bulimiche, perché reintroduce al cuore della loro esperienza una variabile fuori-controllo che sentono di non poter più padroneggiare.
Conclusioni. In questa prospettiva sarà essenziale mettere in rilievo l’importanza delle differenti strutture cliniche del soggetto che soffre di DCA, per inquadrare nello specifico la funzione singolare del suo disturbo e le sue difficoltà rispetto alla funzione-tempo e all’esperienza dell’intervallo temporale, e per meglio mettere in campo una strategia della cura mirata.
Bibliografia.
1. Ansermet F (1998) “Le refus anorexique” In: “Clinique de l’origine. L’enfant entre médicine et psychanalyse” Loussanne, Payot, 159-170
2. Brusset B (1998) “Psychopathologie de l’anorexie mentale” Dunod, Paris, 229
3. Cosenza D (2008) “Il muro dell’anoressia” Astrolabio, Roma, 212
3. Lacan J (1974) “Il tempo logico e l’asserzione di certezza anticipata” In: Scritti, Einaudi, Torino, 191-207
4. Lacan J (1974) “La direzione della cura e i principi del suo potere” In: Scritti, Einaudi, Torino, 580-642