MCP.14.
Un approccio Costruttivista ai DA: L’organizzazione cognitiva nel Disturbo Alimentare Psicogeno (DAP)
Studio Psicologia Maieutiké – Bologna
Migliorini s
Premesse/introduzione. L’organizzazione cognitiva che ritroviamo in pazienti con Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP) è molto frequente anche senza presentare sintomatologie così eclatanti come nelle forme di anoressia e bulimia nervosa o nell’obesita’. Ciò significa che un individuo può avere una struttura cognitiva organizzata in senso DAP senza presentare tutti i sintomi del disturbo.
Conoscenze. L’Organizzazione Cognitiva è un modello clinico di organizzazione strutturale della conoscenza secondo cui ogni individuo è un Sistema Conoscitivo.
La conoscenza è organizzata in Schemi, cioè in modelli del mondo e di sé, che sono organizzati in modo gerarchico.
Le esperienze primarie, strettamente connesse con l’interazione con le figure d’attaccamento (principalmente madre e padre, ma non solo), portano allo sviluppo di due insiemi di schemi: sovra-ordinati e sotto-ordinati.
Tra gli schemi, lo Schema Corporeo è uno degli schemi di conoscenza personale e costituisce una sorta di memoria del corpo che garantisce la continuità individuale e riveste una particolare importanza nell’organizzazione DAP.
Un disturbo a livello di questo schema è verosimilmente conseguenza di alterazioni delle dinamiche relazionali e dei processi cognitivi riguardanti SE’-CON-L’ALTRO, cioè disturbi nella rappresentazione delle proprie emozioni e dei significati attribuiti alla propria vita di relazione.
Nell’infanzia non è facile distinguere i sentimenti legati al bisogno di accudimento da quelli connessi ai bisogni strettamente corporei, che devono comunque essere soddisfatti dalla figura d’attaccamento. Il bambino con attaccamento insicuro è portato a sviluppare strategie comuni per affrontare sia l’esperienza emotiva interpersonale, sia le sensazioni connesse coi bisogni corporei.
In altre parole il bambino, attraverso il tipo di reciprocità con la figura d’attaccamento, ha sviluppato un’organizzazione cognitiva alla quale mancano, o fanno difetto, gli strumenti che permettono una lettura stabile e coerente di se’ e di se’-nel-mondo, indipendentemente dalle esigenze e dai problemi del corpo.
Il risultato sarà un mancato sviluppo nella capacità di percepire i propri stati mentali e si tradurrà successivamente nel bisogno di un’altra persona che glieli legga e glieli spieghi.
Osservazioni personali. Tra le situazioni che provocano turbolenza emotiva, in questa organizzazione, ci sono quelle che implicano giudizi.
L’insicurezza che caratterizza l’immagine di sé e la ricerca continua di conferme, fa si che l’attenzione selettiva si concentri sugli atteggiamenti e sulle considerazioni delle persone che appaiono più sicure e di successo. Da esse possono derivare però sia le sospirate approvazioni che le temute disconferme, con continue oscillazioni che generano confusione e ansia.
Una persona con questa organizzazione ha la necessità di essere definita da persone importanti, ecco perché in corso di terapia è molto importante non essere direttivi e stimolare il paziente alla ricerca delle proprie risposte.
Aspetti metodologici. Il cambiamento può avvenire a livelli strutturali diversi del Sistema Conoscitivo e implicare schemi più sovra-ordinati o più sotto-ordinati. La modificazione degli schemi sotto-ordinati risulta più facile e veloce, ma è limitata dai vincoli di compatibilità con gli schemi sovra-ordinati, per cui il cambiamento sintomatico sarà probabile, ma poco stabile. La modificazione degli schemi sovra-ordinati è più difficile e lunga da ottenere, ma fornisce garanzie di mantenimento del tutto diverse.
Ciascun sistema conoscitivo tende ad utilizzare in via prioritaria determinati tipi di schemi (piuttosto che altri) per costruire il proprio sé e (conseguentemente) le proprie esperienze di vita.
Queste caratteristiche definiscono i fondamenti dell’identità personale e pertanto il cambiamento non può passare attraverso la sostituzione degli schemi soggettivamente sovra-ordinati. Lo si può invece ricercare attraverso la modifica di una serie di caratteristiche sia sovra-strutturali che funzionali dei medesimi schemi e dello stesso sistema.
Bibliografia.
1. Bara BG (a cura di) (1996) “Manuale di Psicoterapia Cognitiva” Boringhieri, Torino
2. Cionini L 1991 Psicoterapia cognitiva NIS, Roma
3. Crittenden PM (1999) “Attaccamento in età adulta” Raffaello Cortina, Milano
4. Reda MA (1998) “Sistemi cognitivi complessi e psicoterapia” Carrocci, Roma
Un approccio Costruttivista ai DA: L’organizzazione cognitiva nel Disturbo Alimentare Psicogeno (DAP)
Studio Psicologia Maieutiké – Bologna
Migliorini s
Premesse/introduzione. L’organizzazione cognitiva che ritroviamo in pazienti con Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP) è molto frequente anche senza presentare sintomatologie così eclatanti come nelle forme di anoressia e bulimia nervosa o nell’obesita’. Ciò significa che un individuo può avere una struttura cognitiva organizzata in senso DAP senza presentare tutti i sintomi del disturbo.
Conoscenze. L’Organizzazione Cognitiva è un modello clinico di organizzazione strutturale della conoscenza secondo cui ogni individuo è un Sistema Conoscitivo.
La conoscenza è organizzata in Schemi, cioè in modelli del mondo e di sé, che sono organizzati in modo gerarchico.
Le esperienze primarie, strettamente connesse con l’interazione con le figure d’attaccamento (principalmente madre e padre, ma non solo), portano allo sviluppo di due insiemi di schemi: sovra-ordinati e sotto-ordinati.
Tra gli schemi, lo Schema Corporeo è uno degli schemi di conoscenza personale e costituisce una sorta di memoria del corpo che garantisce la continuità individuale e riveste una particolare importanza nell’organizzazione DAP.
Un disturbo a livello di questo schema è verosimilmente conseguenza di alterazioni delle dinamiche relazionali e dei processi cognitivi riguardanti SE’-CON-L’ALTRO, cioè disturbi nella rappresentazione delle proprie emozioni e dei significati attribuiti alla propria vita di relazione.
Nell’infanzia non è facile distinguere i sentimenti legati al bisogno di accudimento da quelli connessi ai bisogni strettamente corporei, che devono comunque essere soddisfatti dalla figura d’attaccamento. Il bambino con attaccamento insicuro è portato a sviluppare strategie comuni per affrontare sia l’esperienza emotiva interpersonale, sia le sensazioni connesse coi bisogni corporei.
In altre parole il bambino, attraverso il tipo di reciprocità con la figura d’attaccamento, ha sviluppato un’organizzazione cognitiva alla quale mancano, o fanno difetto, gli strumenti che permettono una lettura stabile e coerente di se’ e di se’-nel-mondo, indipendentemente dalle esigenze e dai problemi del corpo.
Il risultato sarà un mancato sviluppo nella capacità di percepire i propri stati mentali e si tradurrà successivamente nel bisogno di un’altra persona che glieli legga e glieli spieghi.
Osservazioni personali. Tra le situazioni che provocano turbolenza emotiva, in questa organizzazione, ci sono quelle che implicano giudizi.
L’insicurezza che caratterizza l’immagine di sé e la ricerca continua di conferme, fa si che l’attenzione selettiva si concentri sugli atteggiamenti e sulle considerazioni delle persone che appaiono più sicure e di successo. Da esse possono derivare però sia le sospirate approvazioni che le temute disconferme, con continue oscillazioni che generano confusione e ansia.
Una persona con questa organizzazione ha la necessità di essere definita da persone importanti, ecco perché in corso di terapia è molto importante non essere direttivi e stimolare il paziente alla ricerca delle proprie risposte.
Aspetti metodologici. Il cambiamento può avvenire a livelli strutturali diversi del Sistema Conoscitivo e implicare schemi più sovra-ordinati o più sotto-ordinati. La modificazione degli schemi sotto-ordinati risulta più facile e veloce, ma è limitata dai vincoli di compatibilità con gli schemi sovra-ordinati, per cui il cambiamento sintomatico sarà probabile, ma poco stabile. La modificazione degli schemi sovra-ordinati è più difficile e lunga da ottenere, ma fornisce garanzie di mantenimento del tutto diverse.
Ciascun sistema conoscitivo tende ad utilizzare in via prioritaria determinati tipi di schemi (piuttosto che altri) per costruire il proprio sé e (conseguentemente) le proprie esperienze di vita.
Queste caratteristiche definiscono i fondamenti dell’identità personale e pertanto il cambiamento non può passare attraverso la sostituzione degli schemi soggettivamente sovra-ordinati. Lo si può invece ricercare attraverso la modifica di una serie di caratteristiche sia sovra-strutturali che funzionali dei medesimi schemi e dello stesso sistema.
Bibliografia.
1. Bara BG (a cura di) (1996) “Manuale di Psicoterapia Cognitiva” Boringhieri, Torino
2. Cionini L 1991 Psicoterapia cognitiva NIS, Roma
3. Crittenden PM (1999) “Attaccamento in età adulta” Raffaello Cortina, Milano
4. Reda MA (1998) “Sistemi cognitivi complessi e psicoterapia” Carrocci, Roma