PD.11.PS.15
Manzato E, Gualandi M, Simoni M*, Scanelli G
Valutazione della compromissione organica nei pazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) attraverso l’applicazione di uno score cumulativo e transcategoriale di gravità
Dipartimento medico, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, Centro Disturbi del Comportamento Alimentare,
*Unità di Epidemiologia Ambientale Polmonare, Istituto di Fisiologia Clinica, CNR, Pis
Premessa. Il sistema di classificazione DSM-IV(di cui BMI e amenorrea rappresentano i cardini nell’ambito della dimensione somatica) ha mostrato nel tempo notevoli limiti nel cogliere la varieta’ delle espressioni cliniche dei soggetti con DCA tanto che la maggior parte dei pazienti viene incluso nella categoria dei DCA-nas(non altrimenti specificato o “partial sindromes“) Questa “everything else category “(APA 2006) comprende situazioni cliniche eterogenee spesso più affini alle “full sindromes” che non tra di loro ed è stata a lungo sottostimata e poco studiata. L’osservazione clinica di casi anche molto gravi proprio in questo gruppo di soggetti ci ha indotto a ristudiare retrospettivamente la nostra casistica in un’ottica diversa, che avesse come punto di partenza l’analisi del danno organico globale, indipendentemente da BMI ed amenorrea, in linea anche con le indicazioni per il nuovo DSM-5. .
Descrizione della Struttura. Il Centro dei DCA di Ferrara si colloca nel Dipartimento Medico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria. Dispone di ambulatori, Day Hospital (DH) internistico e un letto dedicato in reparto medico. L’approccio al paziente è multidisciplinare e prevede l’intervento di uno psichiatra (responsabile del team), un medico Internista, un dietista e piùpsicologi.
Percorso. Dopo la prima visita dello psichiatra l’inquadramento diagnostico prevede: visite psicologiche individuali e/o con familiari, test psichiatrici, valutazione internistica e valutazione dietistica. I dati dei pazienti sono inseriti in una banca dati informatizzata.
Obiettivi. Lo studio ha valutato: a) la compromissione organica di pazienti affetti da DCA, finalizzata ad un “disease staging” trans categoriale b) i fattori di rischio associati a maggiore gravità. BMI e amenorrea venivano considerati solo nel punto b.
Casistica. Abbiamo studiato retrospettivamente 206 pazienti consecutivamente pervenuti al Centro (età media 26 anni, range 15-56, 96% femmine) con diagnosi psichiatrica di anoressia nervosa (An, N=63), bulimia nervosa (Bn, N=78) o DCA-nas (sindrome parziale con distinzione in area anoressica o bulimica, N=65).
Aspetti metodologici. E’ stato calcolato uno “score” cumulativo di coinvolgimento somatico (SCS)come somma di punti attribuiti ad alterazioni laboratoristiche, strumentali e cliniche evidenziate durante la fase diagnostica. L’attribuzione dei punti alle alterazioni teneva conto della loro gravità, persistenza/reversibilita’ ed evidenza di associazione con eventi acuti potenzialmente mortali. Sulla base dei terzili della distribuzione, SCS era definito basso, medio e alto.
Risultati. Il 63% del campione totale aveva SCS medio-alto (89, 49 e 55% in AN, BN e DCA-nas, rispettivamente). Le alterazioni cardiovascolari ed ematologiche erano le principali responsabili dell’elevazione dello score. SCS era in media più elevato nei maschi che nelle femmine. Non c’erano associazioni significative tra SCS ed età, età di esordio e durata della malattia. Il rischio di SCS medio-elevato era inversamente associato al BMI e al BMI minimo raggiunto dall’insorgenza del disturbo, e positivamente associato alla classe diagnostica AN, alla durata di amenorrea e alla presenza di specifici sintomi (astenia, cardiopalmo, epigastralgia, intolleranza al freddo, lipotimia, sincope). I DCA-nas mostravano maggiore rischio di SCS medio-elevato rispetto ai BN, sebbene non in modo significativo.
Discussione. An risulta indiscutibilmente la classe diagnostica a maggiore impatto organico, ma anche pazienti con DCS-nas hanno mostrato uno score analogo agli AN gravi. Questo potrebbe essere spiegato in parte dalla fluidità intraclassi ampiamente documentata in letteratura, dalla storia del peso (un BMI apparentemente normale può essere il risultato di un calo repentino in un paziente sovrappeso/obeso), dalla variabilità individuale di risposta al disturbo alimentare o dalla diversa composizione corporea nei maschi. In accordo con recenti evidenze, i nostri risultati indicano che anche i pazienti con sindrome parziale possono essere molto compromessi dal punto di vista organico. Considerare le classi diagnostiche come marcatori di gravità potrebbe condurre a sottostimare un ragguardevole numero di casi classificati come DCA-nas.
Conclusione. Un “disease staging” transcategoriale che prescinda dal BMI e dall’amenorrea potrebbe essere più adeguato per valutare la gravità organica nei DCA. Questi risultati ben si accordano con la proposta di categorie diagnostiche ampie per il DSM-5
Bibliografia
1. Milos G, Spindler A, Schnyder U, Fairburn CG. Instability of eating disorder diagnoses: prospective study. Br J Psychiatry 2005;187:573-8.
2. Peebles R, Hardy KK, Wilson JL, Lock JD. Are diagnostic criteria for eating disorders markers of medical severity? Pediatrics 2010;125:e1193-201
3-Striegel-Moore RH,Wonderlich SA, Walsh BT, Mitchell JE.Developing an Evidence –Based Classification of Eating Disorders, Scientific Findings for DSM-5
Manzato E, Gualandi M, Simoni M*, Scanelli G
Valutazione della compromissione organica nei pazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) attraverso l’applicazione di uno score cumulativo e transcategoriale di gravità
Dipartimento medico, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara, Centro Disturbi del Comportamento Alimentare,
*Unità di Epidemiologia Ambientale Polmonare, Istituto di Fisiologia Clinica, CNR, Pis
Premessa. Il sistema di classificazione DSM-IV(di cui BMI e amenorrea rappresentano i cardini nell’ambito della dimensione somatica) ha mostrato nel tempo notevoli limiti nel cogliere la varieta’ delle espressioni cliniche dei soggetti con DCA tanto che la maggior parte dei pazienti viene incluso nella categoria dei DCA-nas(non altrimenti specificato o “partial sindromes“) Questa “everything else category “(APA 2006) comprende situazioni cliniche eterogenee spesso più affini alle “full sindromes” che non tra di loro ed è stata a lungo sottostimata e poco studiata. L’osservazione clinica di casi anche molto gravi proprio in questo gruppo di soggetti ci ha indotto a ristudiare retrospettivamente la nostra casistica in un’ottica diversa, che avesse come punto di partenza l’analisi del danno organico globale, indipendentemente da BMI ed amenorrea, in linea anche con le indicazioni per il nuovo DSM-5. .
Descrizione della Struttura. Il Centro dei DCA di Ferrara si colloca nel Dipartimento Medico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria. Dispone di ambulatori, Day Hospital (DH) internistico e un letto dedicato in reparto medico. L’approccio al paziente è multidisciplinare e prevede l’intervento di uno psichiatra (responsabile del team), un medico Internista, un dietista e piùpsicologi.
Percorso. Dopo la prima visita dello psichiatra l’inquadramento diagnostico prevede: visite psicologiche individuali e/o con familiari, test psichiatrici, valutazione internistica e valutazione dietistica. I dati dei pazienti sono inseriti in una banca dati informatizzata.
Obiettivi. Lo studio ha valutato: a) la compromissione organica di pazienti affetti da DCA, finalizzata ad un “disease staging” trans categoriale b) i fattori di rischio associati a maggiore gravità. BMI e amenorrea venivano considerati solo nel punto b.
Casistica. Abbiamo studiato retrospettivamente 206 pazienti consecutivamente pervenuti al Centro (età media 26 anni, range 15-56, 96% femmine) con diagnosi psichiatrica di anoressia nervosa (An, N=63), bulimia nervosa (Bn, N=78) o DCA-nas (sindrome parziale con distinzione in area anoressica o bulimica, N=65).
Aspetti metodologici. E’ stato calcolato uno “score” cumulativo di coinvolgimento somatico (SCS)come somma di punti attribuiti ad alterazioni laboratoristiche, strumentali e cliniche evidenziate durante la fase diagnostica. L’attribuzione dei punti alle alterazioni teneva conto della loro gravità, persistenza/reversibilita’ ed evidenza di associazione con eventi acuti potenzialmente mortali. Sulla base dei terzili della distribuzione, SCS era definito basso, medio e alto.
Risultati. Il 63% del campione totale aveva SCS medio-alto (89, 49 e 55% in AN, BN e DCA-nas, rispettivamente). Le alterazioni cardiovascolari ed ematologiche erano le principali responsabili dell’elevazione dello score. SCS era in media più elevato nei maschi che nelle femmine. Non c’erano associazioni significative tra SCS ed età, età di esordio e durata della malattia. Il rischio di SCS medio-elevato era inversamente associato al BMI e al BMI minimo raggiunto dall’insorgenza del disturbo, e positivamente associato alla classe diagnostica AN, alla durata di amenorrea e alla presenza di specifici sintomi (astenia, cardiopalmo, epigastralgia, intolleranza al freddo, lipotimia, sincope). I DCA-nas mostravano maggiore rischio di SCS medio-elevato rispetto ai BN, sebbene non in modo significativo.
Discussione. An risulta indiscutibilmente la classe diagnostica a maggiore impatto organico, ma anche pazienti con DCS-nas hanno mostrato uno score analogo agli AN gravi. Questo potrebbe essere spiegato in parte dalla fluidità intraclassi ampiamente documentata in letteratura, dalla storia del peso (un BMI apparentemente normale può essere il risultato di un calo repentino in un paziente sovrappeso/obeso), dalla variabilità individuale di risposta al disturbo alimentare o dalla diversa composizione corporea nei maschi. In accordo con recenti evidenze, i nostri risultati indicano che anche i pazienti con sindrome parziale possono essere molto compromessi dal punto di vista organico. Considerare le classi diagnostiche come marcatori di gravità potrebbe condurre a sottostimare un ragguardevole numero di casi classificati come DCA-nas.
Conclusione. Un “disease staging” transcategoriale che prescinda dal BMI e dall’amenorrea potrebbe essere più adeguato per valutare la gravità organica nei DCA. Questi risultati ben si accordano con la proposta di categorie diagnostiche ampie per il DSM-5
Bibliografia
1. Milos G, Spindler A, Schnyder U, Fairburn CG. Instability of eating disorder diagnoses: prospective study. Br J Psychiatry 2005;187:573-8.
2. Peebles R, Hardy KK, Wilson JL, Lock JD. Are diagnostic criteria for eating disorders markers of medical severity? Pediatrics 2010;125:e1193-201
3-Striegel-Moore RH,Wonderlich SA, Walsh BT, Mitchell JE.Developing an Evidence –Based Classification of Eating Disorders, Scientific Findings for DSM-5