RPR.2.6
L’evoluzione diagnostica della NES: dalla descrizione di Stunkard del 1955 al DSM.V del 2013
ASL Napoli 1 Centro, UOSM 24
Bosello O, Milano W
Introduzione: La Night Eating Syndrome (NES) viene annoverata attualmente nel DSM IV nell’ambito delle forme non altrimenti specificate dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), sebbene da vari autori venga ormai considerata una patologia degna di una sua distinta entità nosografica.
L’opportunità di rimodulare l’inquadramento nosografico dei DCA nell’ambito della futura pubblicazione della quinta versione del DSM, sta stimolando la discussione tra i clinici che si occupano di queste specifiche patologie del pattern alimentare.
Conoscenze della letteratura: La prima descrizione della NES in letteratura appare quasi 60 anni fa, ad opera di Albert Stunkard (1) che descriveva un pattern alimentare, in un soggetto obeso, caratterizzato da anoressia mattutina, iperfagia notturna ed insonnia. A questo primo lavoro, per molti anni, seguirono poche segnalazioni e sostanzialmente i sintomi caratterizzanti la NES rimasero invariati. Nel 1999 Birketvedt (2) pubblicò un interessante articolo sulle caratteristiche comportamentali e neuroendocrine nella NES che rinvigorirono l’interesse per tale quadro nosografico ed il numero degli studi si è incrementato sostanzialmente.
L’interesse per la NES, attualmente, viene anche stimolato per la significativa interazione con importanti quadri patologici di natura metabolica.
Vari studi, negli ultimi anni, hanno rilevato una notevole associazione tra la NES e l’obesità; tant’è che si stima che sia tra il 6 ed il 16 % tra gli obesi comparata con circa 1,5% della popolazione generale (3). In ogni caso nonostante ci sia questa maggiore incidenza di NES tra gli obesi non tutte le persone con NES sono obese o in sovrappeso. Inoltre la NES presenta una marcata prevalenza tra i candidati alla chirurgia bariatrica, compresa tra 8 ed il 27 % dei casi(4). Un’altra interessante evidenza è l’associazione tra NES e diabete, con prevalenze comprese tra il 3.8 e 9,7 % a seconda dei vari studi, nei pazienti affetti da diabete di qualsiasi tipo. La presenza di NES nei diabetici è un importante fattore predittivo di alterazione dell’emoglobina glicosilata (HbA1c > 7), di obesità, di depressione dell’umore e di due o più complicazioni del diabete ma anche di scarsa aderenza alla dieta, all’esercizio fisico ed al controllo della glicemia (5).
Recentemente una consensus di esperti (6) ha proposto una definizione dei criteri di inclusione al fine di una migliore standardizzazione della NES. Il criterio centrale si basa su un abnorme incremento di assunzione di cibo in tarda serata e durante le ore notturne, caratterizzato da ingestione di oltre il 25 % delle calorie dell’intera giornata dopo il pasto serale e/o durante i risvegli notturni, almeno per due volte per settimana. E’ inoltre necessaria la consapevolezza degli episodi di alimentazione notturna e questi sintomi devono avere la durata minima di tre mesi. Secondo questi autori, i dati della letteratura citati, consentirebbero di includere la NES tra i quadri nosografici autonomi da includere nel futuro DSM V.
Di converso altri studiosi (7) ritengono che le definizioni dei criteri di inclusione, presenti in letteratura, per la caratterizzazione nosografica autonoma della NES non siano sufficientemente solidi. La definizione, ad esempio, di assunzione di cibo serale o notturna di almeno il 25 % delle calorie totali non sempre coincide con i criteri di inclusione di vari studi: alcuni riportano almeno il 50%, altri del 35% o più, ecc. Anche gli orari che definiscono la fascia serale sono spesso piuttosto variabili da studio a studio.
Conclusioni:Vari autori (8) ritengono che attualmente gli studi disponibili siano sufficienti non solo a standardizzare i criteri per la definizione autonoma della NES ma anche ad elaborare una chiara relazione con gli altri disordini alimentari e del sonno e per tanto sarebbe auspicabile l’introduzione in maniera autonoma del capitolo sui DCA del futuro DSM V. Pur tuttavia, altri autori (9), ritengo che i dati della letteratura, al momento, non siano sufficientemente numerosi, né concordati tra loro per quanto riguarda i criteri di inclusione nel DSM, secondo le proposte di Blashfield, Sprock and Fuller (10). Sarebbe pertanto auspicabile, secondo la loro opinione, che la NES resti nell’ambito dei disturbi non altrimenti specificati, come lo è stato fino ad ora per il BED, in modo da incoraggiare ulteriori ricerche per una migliore definizione dei criteri diagnostici, epidemiologici e, in particolarmente, per l’approccio terapeutico.
Bibliografia
1. Stunkard AJ, Grace W, Wolff HG (1955) “The night eating syndrome: a pattern of food intake among certain obese patients” Am J Med 19, 7886
2. Birketvedt GS, Florholmen J, Dinges D et al (1999) “Behavioural and neuroendocrine characteristics of the night-eating syndrome” JAMA 28, 657-663
3. Marshall HM, Allison KC, O’Reardon PJ et al. (2004) The night eating syndrome among non obese persons. Int J Eat Disord 35, 217- 222.
4. Allison KC, Wadden TA, Sarwer DB, et al. (2006) “Night eating syndrome and binge eating disorder among persons seeking bariatric surgery: prevalence and related features” Obesity 4, 77S-82S.
5. Allison KC, Crow SJ, Reeves RR et al. (2007) “Binge eating disorder and night eating syndrome in adults with type 2 diabetes” Obesity 15, 1287-1293
6. Allison KC, Lundgren JD, O’Reardon JP et al. (2010) Proposed diagnostic criteria for night eating syndrome. Int J Eat Disord 43, 241-247
7. Striegel-Moore RH, Franko DL, May A et al (2006) “Should night eating syndrome be included in the DSM?” Int J Eat Disord 39, 544-549
8. Stunkard AJ, Allison KC, Geliebter A et al (2009) “Development of criteria for a diagnosis: lesson from the night eating syndrome” Comprehensive Psychiatry 50, 391-399
9. Striegel-Moore RH, Franko DL, Garcia j (2009) “The validity and clinical utility of night eating syndrome” Int J Eat Disord 42, 720-738
10. Blashfield RK, Sprock J, Fuller AK. (1990) “Suggested guidelines for including or excluding categories in the DSM-5” Comprehensive Psychiatry 31, 15-19
L’evoluzione diagnostica della NES: dalla descrizione di Stunkard del 1955 al DSM.V del 2013
ASL Napoli 1 Centro, UOSM 24
Bosello O, Milano W
Introduzione: La Night Eating Syndrome (NES) viene annoverata attualmente nel DSM IV nell’ambito delle forme non altrimenti specificate dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), sebbene da vari autori venga ormai considerata una patologia degna di una sua distinta entità nosografica.
L’opportunità di rimodulare l’inquadramento nosografico dei DCA nell’ambito della futura pubblicazione della quinta versione del DSM, sta stimolando la discussione tra i clinici che si occupano di queste specifiche patologie del pattern alimentare.
Conoscenze della letteratura: La prima descrizione della NES in letteratura appare quasi 60 anni fa, ad opera di Albert Stunkard (1) che descriveva un pattern alimentare, in un soggetto obeso, caratterizzato da anoressia mattutina, iperfagia notturna ed insonnia. A questo primo lavoro, per molti anni, seguirono poche segnalazioni e sostanzialmente i sintomi caratterizzanti la NES rimasero invariati. Nel 1999 Birketvedt (2) pubblicò un interessante articolo sulle caratteristiche comportamentali e neuroendocrine nella NES che rinvigorirono l’interesse per tale quadro nosografico ed il numero degli studi si è incrementato sostanzialmente.
L’interesse per la NES, attualmente, viene anche stimolato per la significativa interazione con importanti quadri patologici di natura metabolica.
Vari studi, negli ultimi anni, hanno rilevato una notevole associazione tra la NES e l’obesità; tant’è che si stima che sia tra il 6 ed il 16 % tra gli obesi comparata con circa 1,5% della popolazione generale (3). In ogni caso nonostante ci sia questa maggiore incidenza di NES tra gli obesi non tutte le persone con NES sono obese o in sovrappeso. Inoltre la NES presenta una marcata prevalenza tra i candidati alla chirurgia bariatrica, compresa tra 8 ed il 27 % dei casi(4). Un’altra interessante evidenza è l’associazione tra NES e diabete, con prevalenze comprese tra il 3.8 e 9,7 % a seconda dei vari studi, nei pazienti affetti da diabete di qualsiasi tipo. La presenza di NES nei diabetici è un importante fattore predittivo di alterazione dell’emoglobina glicosilata (HbA1c > 7), di obesità, di depressione dell’umore e di due o più complicazioni del diabete ma anche di scarsa aderenza alla dieta, all’esercizio fisico ed al controllo della glicemia (5).
Recentemente una consensus di esperti (6) ha proposto una definizione dei criteri di inclusione al fine di una migliore standardizzazione della NES. Il criterio centrale si basa su un abnorme incremento di assunzione di cibo in tarda serata e durante le ore notturne, caratterizzato da ingestione di oltre il 25 % delle calorie dell’intera giornata dopo il pasto serale e/o durante i risvegli notturni, almeno per due volte per settimana. E’ inoltre necessaria la consapevolezza degli episodi di alimentazione notturna e questi sintomi devono avere la durata minima di tre mesi. Secondo questi autori, i dati della letteratura citati, consentirebbero di includere la NES tra i quadri nosografici autonomi da includere nel futuro DSM V.
Di converso altri studiosi (7) ritengono che le definizioni dei criteri di inclusione, presenti in letteratura, per la caratterizzazione nosografica autonoma della NES non siano sufficientemente solidi. La definizione, ad esempio, di assunzione di cibo serale o notturna di almeno il 25 % delle calorie totali non sempre coincide con i criteri di inclusione di vari studi: alcuni riportano almeno il 50%, altri del 35% o più, ecc. Anche gli orari che definiscono la fascia serale sono spesso piuttosto variabili da studio a studio.
Conclusioni:Vari autori (8) ritengono che attualmente gli studi disponibili siano sufficienti non solo a standardizzare i criteri per la definizione autonoma della NES ma anche ad elaborare una chiara relazione con gli altri disordini alimentari e del sonno e per tanto sarebbe auspicabile l’introduzione in maniera autonoma del capitolo sui DCA del futuro DSM V. Pur tuttavia, altri autori (9), ritengo che i dati della letteratura, al momento, non siano sufficientemente numerosi, né concordati tra loro per quanto riguarda i criteri di inclusione nel DSM, secondo le proposte di Blashfield, Sprock and Fuller (10). Sarebbe pertanto auspicabile, secondo la loro opinione, che la NES resti nell’ambito dei disturbi non altrimenti specificati, come lo è stato fino ad ora per il BED, in modo da incoraggiare ulteriori ricerche per una migliore definizione dei criteri diagnostici, epidemiologici e, in particolarmente, per l’approccio terapeutico.
Bibliografia
1. Stunkard AJ, Grace W, Wolff HG (1955) “The night eating syndrome: a pattern of food intake among certain obese patients” Am J Med 19, 7886
2. Birketvedt GS, Florholmen J, Dinges D et al (1999) “Behavioural and neuroendocrine characteristics of the night-eating syndrome” JAMA 28, 657-663
3. Marshall HM, Allison KC, O’Reardon PJ et al. (2004) The night eating syndrome among non obese persons. Int J Eat Disord 35, 217- 222.
4. Allison KC, Wadden TA, Sarwer DB, et al. (2006) “Night eating syndrome and binge eating disorder among persons seeking bariatric surgery: prevalence and related features” Obesity 4, 77S-82S.
5. Allison KC, Crow SJ, Reeves RR et al. (2007) “Binge eating disorder and night eating syndrome in adults with type 2 diabetes” Obesity 15, 1287-1293
6. Allison KC, Lundgren JD, O’Reardon JP et al. (2010) Proposed diagnostic criteria for night eating syndrome. Int J Eat Disord 43, 241-247
7. Striegel-Moore RH, Franko DL, May A et al (2006) “Should night eating syndrome be included in the DSM?” Int J Eat Disord 39, 544-549
8. Stunkard AJ, Allison KC, Geliebter A et al (2009) “Development of criteria for a diagnosis: lesson from the night eating syndrome” Comprehensive Psychiatry 50, 391-399
9. Striegel-Moore RH, Franko DL, Garcia j (2009) “The validity and clinical utility of night eating syndrome” Int J Eat Disord 42, 720-738
10. Blashfield RK, Sprock J, Fuller AK. (1990) “Suggested guidelines for including or excluding categories in the DSM-5” Comprehensive Psychiatry 31, 15-19