TR4.16. Stili di reazione ai conflitti
Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento Neuroscienze Sezione Psichiatria
Sorge F
Premessa Sembra opportuno integrare il modello epigenetico freudiano con le più recenti descrizioni degli stili soggettivi e particolari del rapporto che ogni soggetto intrattiene con l’oggetto cibo nel milieu familiare
Conoscenze. Molti studi sui sofferenti di disturbi alimentari evidenziano la peculiarità della posizione soggettiva, lo stile reattivo all’ambiente e l’entità delle difese, collocandosi i sintomi secondo una dialettica giocata tra due poli: il mantenimento di un ideale e il soddisfacimento della pulsione
ObiettivoCi si propone di osservare, secondo un modello psicoanalitico gli stili, le difese e le strutture di personalità dei soggetti con disturbi alimentari gravi.
Osservazioni/Interpretazioni personali. L’esplosione endemica dei disturbi alimentari segue il tramonto della famiglia tradizionale:il padre che dovrebbe simbolicamente veicolare la legge, secondo il classico modello edipico, non è riconosciuto in questa funzione, i genitori sono percepiti come fratelli,il discorso resta confinato al soddisfacimento dei bisogni materiali legati al mero godimento. Non vi è mancanza, colmata dall’universo degli oggetti reali,vi è omologazione delle generazioni sancita dall’imperativo della società dei consumi.
Discussione e conclusioni Nelle grandi obesità l’introduzione sregolata di cibo, senza limite, non giunge mai ad un soddisfacimento, non colma il vuoto che nel soggetto ha preso il posto della mancanza. Così, nella isteria, la fenomenologia anoressica serve al soggetto per non alimentare il desiderio dell’Altro ed egli lo fa rifiutando il cibo, portando il suo corpo ad essere magro, vuoto, asessuato. La fenomenologia bulimica, nella dimensione isterica, riporta il soggetto nella mancanza attraverso la sottrazione della pratica di svuotamento dopo averne in parte soddisfatto il godimento con l’abbuffata: è solo con il secondo tempo, infatti, che la bulimica isterica riesce nel suo intento, ci riesce passando per il reale del corpo che vomita. L’ossessivo, invece, ha come meta l’annientamento del desiderio dell’Altro, che resta simbolicamente operativo anche in questa struttura. Così, la manifestazione anoressica, nella nevrosi ossessiva, segue la modalità di saturare l’Altro con il rigore estremo nell’astensione dal cibo, il controllo totale sul corpo, per evitare qualsiasi imprevisto che potrebbe far emergere il desiderio. La manifestazione bulimica assume, invece, in questa struttura la dimensione della punizione concreta: l’ossessivo ha necessità di purificarsi per aver soddisfatto con il cibo un godimento che eccede la legge, dell’oggetto e lo fa attraverso una pratica reale sul corpo. Nelle psicosi le manifestazioni di alterazione delle condotte alimentari fungono da supplenza di senso permettendo, in assenza di un principio di realtà operante,una certa forma di organizzazione del godimento: l’Altro è assente nel Simbolico ma onnipresente nel Reale. Ad esempio è frequente riscontrare negli psicotici gravi forme di obesità, per una compulsione al cibo senza limite, che argina il godimento sul versante dei cosiddetti sintomi positivi. La ripetitività monotona della condotta fornisce una copertura immaginaria alla preclusione presente nel simbolico ma essa resta una ripetitività non significantizzabile che poggia sul vuoto piuttosto che sulla mancanza evidenziata nella nevrosi. In questi casi l’atto terapeutico valutabile solo a partire dalle sue conseguenze,pemette che sia possibile accedere al cuore del sintomo e che tale punto fuori discorso, nocciolo di reale, osso dell’analisi “venga riannodato attorno al problema del soggetto nel suo rapporto con la propria immagine di sé, con il campo dell’Altro e con il godimento pulsionale.” ( ( (Cosenza)
Bibliografia
D. Cosenza Il muro dell’anoressia, Astrolabio, Roma 2008
PDM. Manuel Diagnostic Psycho-dynamique (2006), Cortina, Milan 2008,
S. Freud “ La scissione dellIo nei processi di difesa OSF, Vol. IX, Boringhieri, Torino,
J. Lacan Il Seminario. Libro VIII. Il transfert, 1960-1961. Einaudi, Torino, 2008
Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento Neuroscienze Sezione Psichiatria
Sorge F
Premessa Sembra opportuno integrare il modello epigenetico freudiano con le più recenti descrizioni degli stili soggettivi e particolari del rapporto che ogni soggetto intrattiene con l’oggetto cibo nel milieu familiare
Conoscenze. Molti studi sui sofferenti di disturbi alimentari evidenziano la peculiarità della posizione soggettiva, lo stile reattivo all’ambiente e l’entità delle difese, collocandosi i sintomi secondo una dialettica giocata tra due poli: il mantenimento di un ideale e il soddisfacimento della pulsione
ObiettivoCi si propone di osservare, secondo un modello psicoanalitico gli stili, le difese e le strutture di personalità dei soggetti con disturbi alimentari gravi.
Osservazioni/Interpretazioni personali. L’esplosione endemica dei disturbi alimentari segue il tramonto della famiglia tradizionale:il padre che dovrebbe simbolicamente veicolare la legge, secondo il classico modello edipico, non è riconosciuto in questa funzione, i genitori sono percepiti come fratelli,il discorso resta confinato al soddisfacimento dei bisogni materiali legati al mero godimento. Non vi è mancanza, colmata dall’universo degli oggetti reali,vi è omologazione delle generazioni sancita dall’imperativo della società dei consumi.
Discussione e conclusioni Nelle grandi obesità l’introduzione sregolata di cibo, senza limite, non giunge mai ad un soddisfacimento, non colma il vuoto che nel soggetto ha preso il posto della mancanza. Così, nella isteria, la fenomenologia anoressica serve al soggetto per non alimentare il desiderio dell’Altro ed egli lo fa rifiutando il cibo, portando il suo corpo ad essere magro, vuoto, asessuato. La fenomenologia bulimica, nella dimensione isterica, riporta il soggetto nella mancanza attraverso la sottrazione della pratica di svuotamento dopo averne in parte soddisfatto il godimento con l’abbuffata: è solo con il secondo tempo, infatti, che la bulimica isterica riesce nel suo intento, ci riesce passando per il reale del corpo che vomita. L’ossessivo, invece, ha come meta l’annientamento del desiderio dell’Altro, che resta simbolicamente operativo anche in questa struttura. Così, la manifestazione anoressica, nella nevrosi ossessiva, segue la modalità di saturare l’Altro con il rigore estremo nell’astensione dal cibo, il controllo totale sul corpo, per evitare qualsiasi imprevisto che potrebbe far emergere il desiderio. La manifestazione bulimica assume, invece, in questa struttura la dimensione della punizione concreta: l’ossessivo ha necessità di purificarsi per aver soddisfatto con il cibo un godimento che eccede la legge, dell’oggetto e lo fa attraverso una pratica reale sul corpo. Nelle psicosi le manifestazioni di alterazione delle condotte alimentari fungono da supplenza di senso permettendo, in assenza di un principio di realtà operante,una certa forma di organizzazione del godimento: l’Altro è assente nel Simbolico ma onnipresente nel Reale. Ad esempio è frequente riscontrare negli psicotici gravi forme di obesità, per una compulsione al cibo senza limite, che argina il godimento sul versante dei cosiddetti sintomi positivi. La ripetitività monotona della condotta fornisce una copertura immaginaria alla preclusione presente nel simbolico ma essa resta una ripetitività non significantizzabile che poggia sul vuoto piuttosto che sulla mancanza evidenziata nella nevrosi. In questi casi l’atto terapeutico valutabile solo a partire dalle sue conseguenze,pemette che sia possibile accedere al cuore del sintomo e che tale punto fuori discorso, nocciolo di reale, osso dell’analisi “venga riannodato attorno al problema del soggetto nel suo rapporto con la propria immagine di sé, con il campo dell’Altro e con il godimento pulsionale.” ( ( (Cosenza)
Bibliografia
D. Cosenza Il muro dell’anoressia, Astrolabio, Roma 2008
PDM. Manuel Diagnostic Psycho-dynamique (2006), Cortina, Milan 2008,
S. Freud “ La scissione dellIo nei processi di difesa OSF, Vol. IX, Boringhieri, Torino,
J. Lacan Il Seminario. Libro VIII. Il transfert, 1960-1961. Einaudi, Torino, 2008